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Malagrotta, affitto ramo d’azienda per evitare 50 licenziamenti

Marco Battistini
Febbraio 18, 2025

L’affitto del ramo d’azienda “discarica” dalla E. Giovi, proprietaria dell’impianto di smaltimento di Malagrotta oltre che dei 2 tmb (solo uno è funzionante), a una delle 2 società individuate con gara dal commissario di governo per la bonifica delle discariche e dei siti contaminati, Giuseppe Vadala’, nell’ambito delle operazioni di messa in sicurezza del mega invaso capitolino. È questa al momento la soluzione individuata per salvare i 50 posti di lavoro degli altrettanti operai della discarica di Malagrotta che da decenni, alcuni addirittura da 40 anni, si occupano della gestione dell’impianto chiuso dall’1 ottobre 2013. Il loro lavoro è cruciale per estrarre il biogas (che viene poi trasformato in energia elettrica in gran parte venduta) e il percolato (liquido inquinante prodotto dalla putrefazione delle centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti organici presenti nella discarica) e per monitorare ed eventualmente intervenire sui rispettivi pozzi di estrazione che nel tempo (col movimento della “montagna” di rifiuti) si ostruiscono, attappano o deformano rendendo più difficoltosa l’estrazione di queste due matrici che possono inquinare se non tenute opportunamente sotto controllo. 

GARANZIE OCCUPAZIONALI

Il 28 febbraio il commissario Vadala’ dovrebbe acquisire le aree e anche i lavoratori, garantendo così la loro continuità occupazionale. “Cose concrete al momento non ce ne sono ma c’è la volontà di portare avanti l’azienda e dare occupazione- ha detto l’amministratore giudiziario di E. Giovi, Luigi Palumbo- Sicuramente se ne farà carico il commissario perché lui ha i fondi”. Vadala’ dispone di 250 milioni di euro di fondi Pnrr messi a disposizione dal governo per operare gli interventi di messa in sicurezza a danno di E. Giovi, che poi dovrà restituirli. A marzo inizieranno i lavori per il nuovo polder e a maggio quelli del capping. Ma sarà sempre necessario continuare a estrarre biogas e percolato per evitare inquinamento e produrre energia elettrica per l’autosufficienza degli impianti e per fare reddito con la parte immessa nella rete elettrica nazionale. “Dopo tanto tempo arrivano le prime buone notizie- ha spiegato all’agenzia Dire Massimiliano Gualandri- La cosa più importante per noi è la salvaguardia di questi 50 posti di lavoro. La soluzione dell’affitto del ramo di azienda ci convince ma serve un ulteriore sforzo perché tutto questo venga ufficializzato quanto prima e nel frattempo prosegue lo stato di agitazione”. In tutto gli operai a Malagrotta sono circa un centinaio. Oltre a chi si occupa della discarica ci sono anche gli addetti al Tmb 1, che ogni giorno tratta 600 tonnellate di rifiuti indifferenziati romani. Esattamente un mese il Tribunale di Roma, nella sentenza di condanna di Manlio Cerroni (in qualità di amministratore di fatto anche della E.Giovi), Francesco Rando e Carmelina Scaglione per la mancata estrazione del percolato dalla discarica di Malagrotta, aveva sancito la confisca della stessa E.Giovi.

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