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Lo tsunami del video dei veleni non si ferma ma nel Pd ciociaro nessuno prende in considerazione le dimissioni

Licandro Licantropo
Questa mattina Il Giornale riporta, tra le altre cose, la dichiarazione riportata da una fonte anonima che dice: “Due sono le cose che fanno cassa in provincia di Frosinone: la sanità e la monnezza”.
Agosto 30, 2022
Francesco De Angelis
Francesco De Angelis

Esiste un profilo giudiziario e a tale proposito il procuratore della Repubblica di Frosinone Antonio Guerriero è stato chiarissimo, annunciando che la magistratura andrà fino in fondo, con i suoi tempi (che sono necessariamente diversi rispetto a quelli dell’informazione e della poilitica) e nel massimo riserbo. Guerriero ha voluto specificare che alcune ricostruzioni fatte dagli organi di stampa non corrispondono alla realtà. Parliamo naturalmente della vicenda dell’ormai famoso video di Albino Ruberti, Adriano Lampazzi, Sara Battisti, Vladimiro e Francesco De Angelis. La vicenda ha ormai guadagnato le prime pagine dei giornali ma anche la ribalta delle trasmissioni televisive. Ieri sera se ne è occupato Nicola Porro a Quarta Repubblica. E questa mattina Il Giornale riporta, tra le altre cose, la dichiarazione riportata da una fonte anonima (“molto vicina al Partito Democratico”, si scrive) che dice: “Due sono le cose che fanno cassa in provincia di Frosinone: la sanità e la monnezza”. Anche su questo probabilmente la magistratura indagherà e approfondirà. Ma c’è un aspetto politico che prescinde dall’inchiesta e che non può essere ignorato.

LA CONFUSIONE DEI DEM

In provincia di Frosinone la campagna elettorale per le politiche del 25 settembre è stata relegata in secondo piano rispetto al caso del video. Dopo ci saranno le regionali, quindi l’elezione del presidente della Provincia. Si può pensare che il Partito Democratico possa affrontare questi appuntamenti in un clima del genere? Nessuno vuole la “caccia alle streghe”, ma l’opportunità politica impone a volte dei passi indietro per cercare di rasserenare il clima e di consentire alla propria comunità politica di affrontare la meglio alcuni passaggi. Albino Ruberti ha immediatamente lasciato il ruolo di capo di Gabinetto del sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Francesco De Angelis e Sara Battisti sono esponenti di primo piano del Pd, a livello regionale oltre che locale. Il primo è presidente del Consorzio industriale unico voluto dal Governatore Nicola Zingaretti (assordante il suo prolungato silenzio sull’argomento): una carica prestigiosa e ambita. Finora De Angelis non ha voluto prendere in considerazione l’idea di dimissioni da presidente del Consorzio. Nulla lo obbliga a questo, ma se decidesse di mettere a disposizione quella carica sicuramente darebbe un segnale politico netto. Fra l’altro gli equilibri all’interno del Consorzio sono complessi, sul piano politico e geografico. L’ente rappresenta tutte le province del Lazio, ha rapporti diretti con le aziende e nel prossimo futuro potrebbe trovarsi a gestire la situazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Liberando il campo Francesco De Angelis potrebbe aspettare l’evoluzione della vicenda senza essere costretto a stare in trincea un giorno sì e l’altro pure. Fra l’altro, come si sente nel video, è l’unico che prova a riportare la calma. Senza riuscirci però. Sara Battisti, oltre che consigliere e presidente di commissione alla Pisana, è vicesegretario regionale del partito. Lei con la litigata non c’entra nulla, anzi ne paga il conto a livello emotivo e nervoso. Ma proprio per questo un passo indietro, magari come vicesegretario regionale, potrebbe essere apprezzato molto anche dal Nazareno. Enrico Letta non ha alcuna simpatia per le logiche del partito a Roma e nel Lazio e non ha mai fatto niente per nasconderlo. La litigata immortalata nel video è avvenuta la sera del suo comizio a piazza Garibaldi, a favore del candidato sindaco Domenico Marzi. Enrico Letta aveva capito che a Frosinone il Pd non poteva vincere di fronte all’armata del centrodestra. Mai però avrebbe immaginato rapporti interni al partito tanto logorati. Sul piano politico è questo l’elemento che emerge da quel video e, ancora di più, dalle ricostruzioni avvenute. Rapporti logorati anche sul piano personale e, sullo sfondo, una contrapposizione forte tra Sara Battisti e Mauro Buschini. Ma pure tra Buschini e alcuni fedelissimi di De Angelis nell’area di Pensare Democratico. Su tutto questo la federazione provinciale del Pd non può fare finta di nulla. Il segretario Luca Fantini ha due strade: prendere in mano la situazione senza guardare in faccia nessuno oppure effettuare pure lui un passo indietro. Nel Partito Democratico ciociaro si è chiusa una lunga fase, che non potrà tornare. Se non c’è consapevolezza di questo, allora è inutile perfino discutere su quanto accaduto. Fatto sta che già questa campagna elettorale è complicata da fare per chi concorre in prima persona sul territorio.

LA PRESIDENZA DELLA REGIONE

Il momento politico nel quale avviene la cena del 1° giugno è caratterizzato da una circostanza importante e nuova: Albino Ruberti e Francesco De Angelis sono due pezzi da novanta, abituati a gestire situazioni complicate. Nei momenti clou sono sempre stati dalla stessa parte. Ma in quella fase no. Perché Albino Ruberti riteneva (e ritiene) che il candidato alla presidenza della Regione Lazio per il dopo Zingaretti debba essere Enrico Gasbarra. Sulla sua stessa posizione ci sono Roberto Gualtieri, Claudio Mancini, Nicola Zingaretti e soprattutto Goffredo Bettini. Mentre Francesco De Angelis una settimana dopo avrebbe partecipato, insieme a Mauro Buschini, all’evento con il quale Daniele Leodori avrebbe annunciato la sua discesa in campo. Con Leodori c’è il senatore Bruno Astorre, segretario regionale del partito. Ma già a metà giugno De Angelis si sarebbe riposizionato su Gasbarra. Tutto questo per dire che la vicenda della scelta del candidato alla presidenza della Regione è centrale nel Pd. In quei giorni venne commissionato un sondaggio per “testare”, oltre a Gasbarra e Leodori, il gradimento di Alessio D’Amato, che risulta essere quello che più degli altri può vincere le elezioni. Ma l’assessore alla sanità sarebbe il più debole nella fase delle primarie. Nelle prossime settimane capiremo se la il video-gate avrà rivoluzionato anche la corsa alla presidenza del Lazio. Ma di certo quella vicenda aveva già spaccato il Pd laziale e romano, innescando polemiche al veleno. Con il congelamento delle primarie. Ben prima della cena a Frosinone del 1° giugno. Anche stavolta c’entra la guerra tra le correnti, alla base delle dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del partito. Da mesi la bufera politica sta travolgendo molti protagonisti di primo piano del Pd regionale. Nel silenzio assoluto di Nicola Zingaretti, ora concentrato sull’elezione (blindata) a Montecitorio. Ma la leadership politica, quella vera, è un’altra cosa.

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