Chiariamoci bene: convincere Ferrovie dello Stato e RFI che in provincia di Frosinone può essere realizzata una Stazione Tav sul modello “Mediopadana” resta difficile. A nostro avviso quasi impossibile. Perché bisognerà dimostrare che esiste un reale bacino di utenza e che soprattutto i territori del Basso Lazio sono pronti a metterci del loro. In termini di risorse finanziarie soprattutto. Altrimenti sarà come scalare l’Everest.
Ma dopo il convegno della Cisl Lazio di stamattina a Ferentino la “mission” è un po’ meno… “impossible”.
Se il percorso verrà finalmente riavviato sarà senz’altro per la prova muscolare della Cisl Lazio, capace di riunire tutti i principali “attori” (protagonisti e non). Il segretario Enrico Coppotelli ha detto infatti: “Noi oggi vogliamo avviare un nuovo concetto: quello che con la partecipazione, chiunque rappresenti un segmento di questo territorio può contribuire a farlo crescere. Ed è per questo che siamo qui, come Cisl del Lazio, per catalizzare l’attenzione su un’opera per noi vitale e strategica come la stazione Tav del Lazio meridionale. Un bacino di oltre 285.000 imprese per un territorio vasto che può crescere nella competizione già in atto sulla scena internazionale. Mi auguro che finalmente si riesca a iniziare un lavoro serio e concreto, che possa trovare il sostegno sia della maggioranza che dell’opposizione, unite nel desiderio di far crescere e rilanciare i nostri territori. Territori che, uniti insieme, rappresentano e superano un milione di abitanti ma stanno soffrendo un progressivo abbandono di popolazione e hanno bisogno di un rilancio solido e strutturale. Punto su cui, ovviamente, risuonano unanimi le considerazioni dei territori”.
Intanto sul tavolo c’è, o verrà messo, un solo progetto, quello di Ferentino-Supino. Il campanilismo stamattina non ha trovato posto neppure in tribuna.
A proposito di tavoli. Nicola Ottaviani, parlamentare della Lega, ha dato notizia che “giovedì, alle 10.30, presso il ministero dei trasporti e delle infrastrutture, si riunirà per la prima volta il tavolo tecnico-operativo per la stazione Tav di Ferentino-Supino. Sarà presente il ministro Matteo Salvini, con tutti i tecnici. Si comincia a fare sul serio”.
Se tutto riprenderà quota sarà per il coraggio al limite della temerarietà del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Testuale: “La stazione Tav di Ferentino è un’opera non negoziabile. Per anni siamo stati bloccati dall’ideologia: questo territorio ha scontato pesanti ritardi a causa dei troppi “no”. Ora basta. Con la stazione Tav potremmo arrivare ad un movimento di 5.600 passeggeri al giorno. I 28 minuti che collegherebbero la città del frusinate a Roma Tiburtina farebbero davvero la differenza per studenti, imprese, turisti. Entro metà luglio convocherò un tavolo permanente su questo progetto. Sindaci, stakeholder, sindacati e privati interloquiranno per mettere, finalmente, nero su bianco l’opera tanto attesa”. Il tavolo permanente, fermo restando che i tavoli a noi che raccontiamo le vicende di questo territorio, non ci esaltano mai e anzi generano qualche ansia, potrebbe essere una svolta. Ma sono le due parole utilizzate dal Governatore a evidenziare la determinazione di una volontà politica precisa, ed ecco perché la temerarietà di cui sopra: “non negoziabile”.
Sullo sfondo la “sponda” di Luigi Sbarra, già segretario nazionale della Cisl e ora sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio. Sbarra non ha usato perifrasi: “La stazione Tav del Basso Lazio non è un favore al territorio ma un investimento per le province di Frosinone e Latina, che ha tutte le carte in regola per diventare un volano di sviluppo. Sicuramente per quello che sarà il mio ruolo, posso assicurare che il Governo ci sarà su questo tipo di progetto. E posso dire che ci sono già delle interlocuzioni tra il ministero dei trasporti e RFI”. Sulla qualità dei contatti passati nutriamo qualche riserva ma che Sbarra possa oggi aggiungere molto è indiscutibile.
Sullo sfondo di una mattinata carica di speranza l’intervento di Massimo Ruspandini, parlamentare di Fratelli d’Italia, capace di toccare le corde emozionali della platea: “La provincia di Latina ha il doppio degli abitanti del Molise e insieme a quella di Frosinone ne hanno il quadruplo. Eppure noi e a Latina eleggiamo 3 o 4 consiglieri regionali, il Molise ne elegge 30. Dobbiamo batterci per una rappresentanza politica più forte che non debba tutte le volte rendere conto a Roma delle proprie esigenze e delle legittime aspirazioni della propria gente”. Ruspandini da anni porta avanti questa “battaglia” (di cui per la verità oggi tutti cominciano a parlare con meno pudore rispetto a una decina di anni fa, ndr). Oggi ha legato il tema della rappresentanza territoriale a decenni di immobilismo sul versante dello sviluppo infrastrutturale di una provincia (quella di Frosinone) che vive di logistica e di collegamenti. Non a caso ha aggiunto: “Nei decenni passati l’autostrada del Sole è stata costruita senza il tam tam degli annunci sui social (vabbè non c’erano e sarebbe stato divertente vedere Andreotti postare su instagram una foto al mare, col cavolo… ndr). E’ stata fatta e basta. Così come sono stati previsti i caselli di Anagni e Frosinone, che hanno fatto la fortuna della Ciociaria e che ancora oggi rendono comunque attrattivo il territorio. Mi si passi anche una battuta: Latina è stata fatta in 200 giorni. Noi dobbiamo e possiamo fare lo stesso con la stazione Tav”. La traduzione politica è chiarissima: certamente occorre la volontà politica, ma i territori delle province di Frosinone e di Latina devono avere spazi di agibilità più importanti (numericamente e a livello di “peso”). E questo si ottiene in un solo modo: con una più nutrita (e agguerrita) rappresentanza. Inoltre, senza nascondersi dietro un dito: la vocazione romanocentrica (onnivora) del Lazio ha inevitabilmente tarpato le ali alle province, che però in questa fase storica hanno dimostrato di poter invertire il trend. La Stazione Tav a Ferentino-Supino può cambiare la narrazione. Perciò l’intero ragionamento di Ruspandini può essere tradotto così: se non ora, quando? Ma se il momento è ora, servono coraggio e… attributi.
Il convegno della Cisl di stamattina è una pietra miliare e rende una prospettiva nuova su quella decantata squadra di cui molti dalle nostre parti si sono riempiti la bocca ma che in realtà serviva a blindare tanti interessati individualismi.
Enrico Coppotelli ha dimostrato che nella sua visione di territorio non ci sono stakeholder di serie A e altri di serie B. Che non sempre e per forza si deve partire dai soliti noti e alcune assenze di oggi lo dimostrano chiaramente.
Tutto questo a nostro avviso potrebbe contare, in prospettiva, più della stessa infrastruttura. Perché da anni scriviamo che un territorio è reattivo quando attraverso la forza delle idee della sua classe dirigente è capace di reagire e andare oltre.
Jovanotti canta: “La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare”. Per prendere il treno ad Alta Velocità è necessario avere una visione e saper rischiare. Archiviando una buona volta la stagione dei campanilismi e del politicamente corretto che mai hanno prodotto qualcosa per il territorio. E in particolare per il nostro. Mai.