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La Soprintendenza deve avere Latina come sede principale. Fazzone va in pressing sul ministro Sangiuliano e lascia a Cassino un ruolo ‘operativo’

Marco Battistini
Febbraio 13, 2024

Per molti anni, i centri operativi di Latina e Frosinone per la Soprintendenza, a detta di tecnici e amministrazioni rispettive, sono stati un esempio di efficienza per presenza sul territorio, per tempestività nelle risposte, per espresse competenze professionali e per la disponibilità sempre dedicata all’utenza. Il vuoto creatosi ormai da qualche anno, a causa del personale andato in pensione, non può e non deve essere assunto quale giustificazione plausibile, ancor meno giustificabile a fronte di un soprintendente e più funzionari designati per la Soprintendenza di Latina e Frosinone con sede a Latina, nella storica sede ONMI di piazza Celli. Ma di fatto quasi tutti a Roma nella sede secondaria di via Pompeo Magno e solo sporadicamente, senza certezza di tempistiche, presenti a Latina.
L’INTERROGAZIONE
Il senatore Claudio Fazzone ha chiesto al ministro Gennaro Sangiuliano se sia a conoscenza dei problemi della Soprintendenza e se intenda fornire elementi, dopo gli opportuni accertamenti, “sulla volontà, messa in essere da parte di chi preposto, di far sì che la Soprintendenza di Latina e Frosinone non decolli ormai da qualche anno, come da indirizzi ministeriali”.
Fazzone ha soprattutto chiesto i motivi per i quali “i soprintendenti di volta in volta designati non abbiano mai eletto Latina quale propria sede principale di riferimento”. Non solo, perché secondo l’esponente parlamentare azzurro, a quanto sembra, “i funzionari designati non sono presenti in maniera fissa e continuativa, o comunque con presenza regolamentata da date certe, presso la sede di Latina”.
Il problema è certamente strutturale. “Le pratiche, tantissime, di entrambe le province di Latina e Frosinone sarebbero state lavorate a Roma, nella sede di via Pompeo Magno”. Una sede secondo Fazzone “pretestuosamente designata come sede operativa ma non riconosciuta come tale in nessun decreto ministeriale contestuale all’istituzione della Soprintendenza di Latina e Frosinone”. Al contrario di Latina, sede ufficiale.
Fazzone chiede quindi quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, il ministro intenda avviare “per salvaguardare al meglio il patrimonio storico, architettonico, archeologico delle province di Latina e Frosinone, i livelli occupazionali, i progetti di sviluppo e quant’altro legato a pareri propri della stessa Soprintendenza”. La spinta è volta a fare di Latina il principale punto di riferimento del basso Lazio. Tanto che Fazzone domanda al ministro “se non ritenga opportuno un intervento serio e profondo volto a far sì che, dopo qualche anno decorso inutilmente, la Soprintendenza di Latina e Frosinone abbia, oltre al decreto ministeriale istitutivo, anche un soprintendente e dei funzionari che riconoscano in Latina la loro sede principale e di riferimento, lasciando a Cassino la funzione di centro operativo”.

SEDE STRATEGICA

La sede della Soprintendenza è stata individuata a Latina presso i locali già sede del centro operativo di Latina, in piazza Celli. Il decreto ministeriale n. 21 del 2020 non è assolutamente casuale bensì ben pensato per trasformare le sedi operative (di Latina e Frosinone) in vera e propria Soprintendenza sempre più vicina al territorio e alle aree di competenza. L’istituzione della Soprintendenza è stata pensata e finalizzata a creare un “ufficio reale” in contatto diretto con tutte le istituzioni delle due Province di Latina e Frosinone, con i Comuni, con i tecnici che operano sul territorio, con l’utenza. Il buon funzionamento di una sede della Soprintendenza quale quella di Latina andrebbe a ben corroborare il fare amministrativo provinciale in un momento di ripresa ove leggi e iniziative sono tutte rivolte a fare sì che la “macchina economica” avanzi speditamente. Soprattutto in un momento economico particolare quale quello attuale, le amministrazioni sono chiamate a dare risposte celeri e non a creare vuoti, o nella migliore delle ipotesi a dar luogo ad archiviazione delle pratiche per “decorrenza dei termini” come spesso avviene presso la “vuota” Soprintendenza di Latina. La “decorrenza dei termini” rappresenta un vuoto operativo pericolosissimo, specie per un’istituzione quale la Soprintendenza e per il territorio. Ogni singola pratica paesaggistica, di tutela monumentale o archeologica non monitorata, non esaminata, non definita ma archiviata per decorrenza dei termini può nascondere abusi, illeciti o cose ancora peggiori, con effetti negativi e irreversibili per il territorio. Alla luce di queste considerazioni appare evidente come sia necessario rivitalizzare la sede di Latina, come principale per la Sovrintendenza delle due province. Al ministro Sangiuliano l’onere di dare risposte ai quesiti formulati da Fazzone

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