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La riorganizzazione Ama fa discutere: 60 assunzioni per il recupero della Tari 

Marco Battistini
Settembre 29, 2023

La riorganizzazione della microstruttura dell’azienda, che ha comportato tra l’altro 46 spostamenti di persone, la nomina di 5 nuovi responsabili delle autorimesse e l’eliminazione di fatto dei 15 responsabili di Municipio, e un bando per l’assunzione di 60 persone per 6 mesi per gestire oltre 80.000 cartelle “pazze” della Tari, perché inviate più volte ai romani o a persone sbagliate. Sono le decisioni prese dall’Ama senza però passare prima dall’esame congiunto con i sindacati previsto dal contratto Utilitalia (cui la municipalizzata soggiace).

PROTESTA LA CGIL

Un “atto di imperio inaccettabile” per la Cgil, che è pronta ad arrivare fino al giudice del lavoro se a via Calderon de la Barca non annulleranno le due misure. La riorganizzazione, presentata ai sindacati a cose fatte all’inizio della scorsa settimana, è diventata effettiva lo scorso 19 settembre (non senza qualche fisiologico elemento di confusione tra i lavoratori), mentre la procedura di reperimento di 60 addetti “ad attività di bonifica dati” (pubblicata il 14 settembre sul sito e terminata una settimana dopo) per 6 mesi, senza proroga e a tempo determinato full time, ha visto partecipare quasi 180 persone: solo 65 hanno ottenuto un punteggio superiore allo zero e gli ultimi 29 tra questi lo stesso “voto”: 5.

La Cgil, prima ancora del merito, contesta il metodo adottato da Ama e ha inviato all’azienda una diffida al ritiro urgente dei due atti, nonché delle “procedure di assegnazione di incarico afferenti a livelli di inquadramento superiori” (lavoratori che svolgono una determinata mansione pur avendo un livello contrattuale inferiore), altrimenti procederà con la denuncia al giudice del lavoro per condotta antisindacale nei confronti dell’azienda. 

Secondo una stima del sindacato il costo di queste 60 persone (assunte con inquadramento contrattuale livello 3b come riportato nel bando) si aggirerebbe intorno a più di un milione di euro. Costi in più che finirebbero direttamente nella Tari. Va ricordato, infatti, che l’attività di applicazione e riscossione della tariffa svolta da Ama è regolata da una convenzione (cosiddetta Carc), tra il Campidoglio e la municipalizzata, che prevede dei corrispettivi annuali in favore dell’azienda per lo svolgimento di questa specifica mansione e sanzioni in caso di inadempienze.

Nel piano economico-finanziario del servizio di gestione rifiuti per il periodo 2022-2025, proposto da Ama e approvato da assemblea capitolina nell’aprile 2022, alla voce “costi per l’attività di gestione delle tariffe e dei rapporti con gli utenti CARC” ci sono 13,7 milioni per il 2022, e 13,8 per ciascuna annualità fino al 2025. Soldi che finiscono nel computo della Tari e che Ama riceve per assolvere a quel compito per cui adesso ha bisogno, seppure per sei mesi, di altro personale. E, di fatto, anche di altri fondi.

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