L’aeroporto principale del Lazio, quello di Fiumicino, è saturo, anche se ne è stato previsto il potenziamento infrastrutturale, mentre per quello di Ciampino è programmato il ridimensionamento. Inoltre, il piano di sviluppo aeroportuale al 2044, infatti, prevede la riconversione di Ciampino in secondary airport, con operatività dello scalo ridotta.
Negli anni scorsi è stata avanzata l’ipotesi di localizzare presso l’aeroporto militare Comani di Latina uno scalo aereo civile, in particolare per i voli low cost, proprio in vista di un ridimensionamento del traffico aereo diretto a Ciampino, giunto al limite della sostenibilità.
LA VECCHIA IDEA
Una proposta era contenuta anche nel piano regionale dei trasporti approvato dal Consiglio regionale nel 2006 e che ha dato luogo ad uno studio finanziato nel 2007 dalla Camera di Commercio locale che metteva in luce gli impatti positivi per lo sviluppo e la particolare vocazione del territorio ad accogliere un’infrastruttura di questo genere, opzione peraltro favorita dalla limitata necessità di investimenti per adeguarlo, della particolare prossimità dell’aeroporto Comani allo scalo ferroviario e alla frequenza dei treni per Roma con un tempo di percorrenza minimo (30 minuti). Sarebbe quindi auspicabile, che un terzo sito aeroportuale venisse realizzato a Latina, dove l’attuale scalo militare può vantare un buon collegamento con la rete ferroviaria e la vicinanza con Roma e Napoli, la mancanza di vincoli ambientali ed archeologici che consentirebbero lavori di ammodernamento rapidi, nonché potenzialità di crescita notevoli vista la scarsa antropizzazione dell’area circostante che rende possibile l’acquisizione di superfici in grado di programmare l’investimento sino al limite fisiologico del traffico degli scali con singola pista d’atterraggio. La realizzazione di un aeroporto per l’intera provincia di Latina ha un significato ben più importante perché segnerebbe una svolta sul piano economico ed occupazionale. Un’opera di questa portata garantirebbe la valorizzazione di aree come il Mof o l’intermodale e uno sviluppo concreto con un indotto che si potrebbe ricapitalizzare sull’intero territorio risolvendo anche il problema del sovraffollamento di Ciampino. Gli interventi necessari sono minimi e richiedono tempi brevissimi. L’adeguamento della pista di circa 500 metri (attualmente è lunga circa 1,8 chilometri) per un uso commerciale richiede una spesa sostenibile.
UN TRAINO PER IL TURISMO
Ne trarrebbe beneficio anche il turismo locale. Ci sarebbe la possibilità di incrementare questo indotto, veicolando l’afflusso di turisti verso le strutture ricettive locali, attraverso l’adozione di pacchetti vantaggiosi sul piano economico. L’area pontina d’altronde può già contare su una radicato sistema ricettivo, in virtù delle presenze numerose di villeggianti durante la stagione estiva. È da evidenziare, infatti, che nel periodo che va da maggio a ottobre si registra un consistente aumento della popolazione, che raggiunge picchi di circa 2,5 milioni di persone, dato confermato da alcune stime degli operatori o turistici nonché sulla base di dati oggettivi, come i consumi di energia elettrica e di conferimento dei rifiuti. Dunque condizioni assolutamente favorevoli che si presentano alla luce delle difficoltà sempre più evidenti per lo scalo di Ciampino. Magari non sarà possibile subito, ma entro il prossimo quinquennio il rilancio di uno scalo low cost nel Lazio diventerà una necessità impellente. E Latina avrà le carte in regola per fare il ‘colpaccio’. Sempre che la classe dirigente locale (politici ma anche imprenditori e associazioni di categoria) sia in grado di cavalcare una battaglia sacrosanta e non più rinviabile per lo sviluppo infrastrutturale ed economico dell’intero agro pontino.