La protesta dei trattori prende d’assalto il cuore delle Istituzioni europee nel giorno del Vertice straordinario dell’Ue sul bilancio e sugli aiuti all’Ucraina, al quale partecipa anche la premier Giorgia Meloni. Le immagini della statua distrutta in Place du Luxembourg a Bruxelles, davanti al Parlamento europeo, hanno fatto il giro dei media stranieri.
Ad alimentare la protesta ci sono anche gli agricoltori italiani. Nella capitale belga sono presenti ad esempio le bandiere della Coldiretti ed è presente il presidente Ettore Prandini che non le manda a dire: “le Istituzioni non possono venire a cercare voti soltanto nel periodo elettorale, ma servono fatti”. I motivi della protesta li abbiamo trattati più volte su Policy Maker.
LEADERSHIP PONTINA
In Italia uno dei leader dei trattori, il portavoce delle proteste proclamate dai Comitati riuniti agricoli (Cra) o meglio, comitati degli agricoltori traditi, è Danilo Calvani. Un nome non nuovo. Imprenditore agricolo di Pontinia in provincia di Latina, 62 anni, Calvani è stato infatti l’animatore del “Coordinamento 9 Dicembre” e il leader dei ‘forconi’, movimento di agricoltori, autotrasportatori e pescatori che dal 2013 organizzarono numerose iniziative di protesta in tutta Italia contro le politiche del governo, arrivando a minacciare persino una ‘Marcia su Roma’.
Nel mirino di Calvani le organizzazioni di categoria: “Ma si badi bene Non siamo contro i simboli, veniamo tutti da quel mondo. Siamo contro i vertici, ne chiediamo l’azzeramento -ha affermato- Una vera barzelletta criticare la nostra protesta per rallentare e poi presentarsi in piazza a Bruxelles, pensando di cavalcarla”. Il suo attacco è ancora più evidente quando gli chiediamo delle agromafie: di decine di miliardi è stimato il valore dell’intervento della criminalità organizzata nell’agroalimentare. “La vera mafia è quella che ha finora controllato e gestito i fondi per l’agricoltura con frodi e truffe a cascata, destinando incentivi al 2 o al massimo al 4% della possibile platea. Non sono mie opinioni personali le notizie che riaffiorano ripetutamente, dall’Operazione Nebrodi in Sicilia ad oggi, sui Centri di assistenza agricola controllati dalle organizzazioni di categoria e finiti nelle inchieste penali”. Le accuse non finiscono qui, con una denuncia durissima: “Il Made in Italy – sostiene – si fonda spesso su prodotti alimentari taroccati perché provenienti da Paesi africani o esteri e rietichettati da coop vicine alle associazioni”.
UNA STORIA PARTICOLARE
Danilo Calvani non era certo un estremista. In passato votava per chi governava. “Ho studiato Ragioneria ma ho lasciato l’anno prima del diploma e mi sono dedicato a coltivare ortaggi” ammise in una dichiarazione Calvani nel 2013. Nel suo passato nessuna tessera di partito né di sindacato. “Da giovane ho votato Dc e Psi, poi mi sono pentito perché sono finiti tutti in galera -raccontò sempre dieci anni fa- negli ultimi anni ho votato solo in due occasioni, una volta per Forza Italia e una volta per i Verdi. Nel 2010 ho partecipato all’occupazione dell’Inps a Latina, abbiamo fatto una lista civica, mi sono candidato sindaco ma ho raccolto un pugno di voti. Forse non aveva funzionato lo slogan ‘Non ci votate perché non siamo corrotti!”.
Calvani però, come scriveva ilpontino.it nel 2009, fu anche tra coloro che intervennero alla presentazione della Lega Nord Lazio, avvenuta all’Enea Hotel a Pomezia.
Il percorso di Calvani subì un decisivo inciampo dopo le polemiche che seguirono alla notizia che si spostasse da un comizio all’altro con una Jaguar di un ‘amico camionista’ sotto fermo amministrativo. Ora l’imprenditore agricolo è rispuntato come uno dei leader delle proteste degli agricoltori avviate lo scorso 22 gennaio e attacca tutti, dall’Unione europea, al governo, i sindacati e le grandi confederazioni agricole fino agli altri portavoce della protesta. C’è chi ipotizza che dietro la sua iniziativa ci sia la possibilità concreta di una candidatura alle Europee. Forse con la Lega.