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La partita impossibile di Latina e la sfida improponibile con Gaeta: derby pontino per la Capitale della Cultura

Cristiano Sacerdoti
Settembre 1, 2023

Latina come città dell’architettura e dell’arte del Novecento, una su Latina città dell’agricoltura e delle imprese: non basta per essere una degna Capitale della Cultura italiana. La candidatura del capoluogo pontino fa discutere e l’orizzonte del 2026 appare davvero troppo grande per una città ancora prigioniera della sua inconcludenza.
Passi per l’operazione di marketing territoriale. Appare difficile considerare Latina un punto di riferimento italiano in termini di arte, cultura e bellezze. Il modello sociale di Latina non ha mai convinto né tantomeno il luogo sembra spiccare per capacità di accogliere forestieri e turisti. I paesaggi naturali di notevole spessore sono tutti dislocati ai margini del territorio del capoluogo e mai sono stati associati all’ex Littoria. Quanto alla narrazione, legata al mito di Ulisse e Enea, davvero si fa fatica ad abbinarlo ad un territorio bonificato e privo di memoria storica. 

GAETA CON LE CARTE IN REGOLA

A rendere ancora più debole la candidatura di Latina è la concorrenza di un centro ben più noto nel panorama nazionale e maggiormente credibile sul piano culturale. Gaeta, infatti, è indiscutibilmente culla naturale della cultura e della civiltà mediterranea. Ed è proprio il legame tra le sue straordinarie bellezze, l’importanza storica e la spiritualità dei luoghi, ad averla contraddistinta quale Città della Cultura, basando la sua essenza sull’Arte, sul Mito e sul Mare. La Cultura viene così considerata come valorizzazione dei siti, del patrimonio storico-ambientale, delle potenzialità naturali, ma anche come crescita economica e possibilità di inclusione e di coesione sociale. Una costruzione di una rete cittadina basata su modelli nuovi, partecipati, sostenibili e replicabili, una sfida al cambiamento e alla rinascita, un’identità culturale legata al territorio: cultura come cura e attenzione.  

DERBY ‘FRATRICIDA’

Semmai l’effetto della candidatura di Latina potrebbe essere quello di ‘ostacolare’ la scalata di Gaeta, che peraltro può contare sul sostegno di centri limitrofi pronti a svolgere un ruolo di supporto rispetto alla città borbonica, ‘centrale’ nel sud pontino. La partita Per proseguire la corsa verso il titolo, le aspiranti Capitali dovranno perfezionare la loro candidatura inviando entro il prossimo 27 settembre un dossier che sarà sottoposto successivamente alla valutazione di una commissione composta da sette esperti indipendenti di chiara fama nel settore della cultura, delle arti, della valorizzazione territoriale e turistica.

Il dossier di candidatura dovrà contenere: un titolo; il progetto culturale della durata di un anno, inclusivo del cronoprogramma e delle singole attività previste; l’organo incaricato dell’elaborazione e promozione del progetto, della sua attuazione e del monitoraggio dei risultati, con l’individuazione di un’apposita figura responsabile; la valutazione di sostenibilità economico-finanziaria del progetto culturale proposto; gli obiettivi perseguiti. Entro il 15 dicembre, la commissione definirà la short list delle 10 città finaliste, e la procedura di valutazione, dopo l’audizione pubblica dei progetti finalisti entro il 14 marzo 2024, si concluderà per il 29 marzo 2024 con la proclamazione della Capitale italiana della cultura 2026.
La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, potrà mettere in mostra, per il periodo di un anno, i propri caratteri originali e i fattori che ne determinano lo sviluppo culturale, inteso come motore di crescita dell’intera comunità.

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