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La notte porta via il secondo assessore ciociaro: entra solo Ciacciarelli. Nicolai preferito a Tagliaferri

Licandro Licantropo
Oggi Francesco Rocca presenterà la giunta ufficiale nel Lazio. La Ciociaria fino a tarda sera si avviava ad indicare due assessori: Pasquale Ciacciarelli (Lega) alla cultura e Fabio Tagliaferri (Fratelli d’Italia) ai servizi sociali. Poi un cambio di rotta
Marzo 11, 2023
Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio

LA GIUNTA DI FRANCESCO ROCCA

Ieri è toccato ad Attilio Fontana, al suo secondo mandato, presentare la giunta della Lombardia. Oggi sarà la volta di Francesco Rocca nel Lazio. Il presidente in campagna elettorale ha parlato moltissimo delle condizioni dei Pronto Soccorso, dei tempi biblici per gli esami diagnostici e per le visite, della necessità di porre immediatamente le basi per un salto in avanti della sanità laziale. Fra l’altro dopo più di tre anni di pandemia, è arrivato anche il momento di programmare il dopo Covid. Non siamo da tempo in una fase di emergenza e siccome la sanità assorbe la gran parte delle risorse finanziarie della Regione, è esattamente in questa materia che la programmazione dovrà essere dettagliata, operativa e funzionale. Rocca ha deciso di mantenere la delega specifica.

Con 15 anni da presidente della Croce Rossa alle spalle, conosce alla perfezione la materia. Ha deciso di metterci la faccia fino in fondo e questo indubbiamente rappresenta un segnale di autorevolezza e di coraggio. La giunta dovrà essere operativa. Non rimane che aspettare la composizione ufficiale, visto che potrebbero esserci delle sorprese delle ultime ore.
La Ciociaria fino a tarda sera si avviava ad indicare due assessori: Pasquale Ciacciarelli (Lega) alla cultura e Fabio Tagliaferri (Fratelli d’Italia) ai servizi sociali. Poi da ambienti regionali un cambio di rotta. L’assessorato destinato all’ex vice sindaco di Frosinone è tornato in bilico.
È da più fonti al suo posto veniva indicato il primo degli eletti della provincia di Rieti, Nicolai.
Il clamoroso dietrofront rispetto al secondo assessorato destinato a Frosinone, da alcune verifiche di Politica7, pare ormai certo.

ROMA-MILANO ANDATA E RITORNO

Mentre a Roma Francesco Rocca lavorava alle limature per comporre la giunta (l’annuncio è atteso per oggi), in Lombardia il Capitano della Lega Matteo Salvini festeggiava i suoi primi 50 anni “in un agriturismo fighetto (ndr: la definizione è di Dagospia) in provincia di Como”. Alla festa, organizzata in gran segreto da Francesca Verdini, c’erano Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi, Giancarlo Giorgetti e diversi parlamentari, ministri e sottosegretari. Tra i quali il “nostro” Claudio Durigon.

Il segno che il centrodestra, malgrado le divisioni che certamente non  mancano su punti specifici, è unito come comunità politica ma anche di persone. Lo ha dimostrato alle politiche del 25 settembre 2022 e alle regionali della Lombardia e del Lazio. Salvini e Meloni si sono cimentati nell’interpretazione della Canzone di Marinella. Il menù?  Lo ha svelato Dagospia naturalmente. Due primi e un secondo: pacchero al ragù bianco ed emulsione di prezzemolo, risotto alle erbe aromatiche e spinaci e manzo scottato e verdurine di stagione dell’orto. Tanti anche i giornalisti attovagliati, fra i quali Alessandro Sallusti e Nicola Porro. Tra i più notati alla festa il deputato ed imprenditore Antonio Angelucci, editore de Il Tempo e di Libero, che recentemente ha acquistato il 70% della proprietà de Il Giornale della famiglia Berlusconi.
In dirittura d’arrivo anche l’operazione con La Verità. Un vero e proprio network. Sempre per Dagospia hanno fatto rumore pure le assenze: Licia Ronzulli, Attilio Fontana, Vittorio Feltri, Augusto Minzolini, Maurizio Belpietro, Vittorio Sgarbi. Sono gli eventi mondani a far capire molti passaggi politici e in questo caso ce n’è uno che appare evidentissimo: il centrodestra ha una leadership forte che “condivide” perfino traguardi importanti della vita privati. Questo non vuol dire che d’incanto sono terminate le divisioni su alcuni temi, ma che la coalizione è strutturata per superarle.

FERENTINO E ANAGNI VERSO LE URNE

Si avvicinano le elezioni comunali: si vota il 14 e 15 maggio anche in quattordici Comuni della provincia di Frosinone. A Ferentino l’ex sindaco Antonio Pompeo ha deciso di candidare l’avvocato Alfonso Musa. Intanto Piergianni Fiorletta (appoggiato da Francesco De Angelis) si sta preparando per le primarie, che sicuramente si aggiudicherà. C’è stato poi l’annuncio di Angelica Schietroma. All’appello manca il centrodestra. Probabilmente la Lega, proponendo Luca Zaccari, si aspettava una convergenza su quel nome di Pompeo, che però non c’è stata. La coalizione di centrodestra, che guida l’Italia, la Regione Lazio e tantissimi Comuni della Ciociaria, a Ferentino non tocca palla da troppi anni. E’ complicato per Fratelli d’Italia, Lega e FI riunirsi attorno ad un tavolo operativo e arrivare a mettere in campo un candidato competitivo. Sinceramente non sembrano esserci le condizioni neppure questa volta. Ad Anagni invece è l’opposto. Il sindaco Daniele Natalia cercherà il bis, Alessandro Cardinali proverà a scalzarlo, Franco Fiorito deciderà come svolgere il ruolo di “guastafeste”. A prescindere da quelle che sono e che saranno le collocazioni politiche (e civiche), parliamo di tre esponenti politici che sono cresciuti a pane e centrodestra. Del centrosinistra nella città dei Papi si sono perse le tracce.

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