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La geografia della politica e quell’inedito asse Frosinone – Ceccano che può cambiare tutto

Licandro Licantropo
Massimo Ruspandini e Nicola Ottaviani hanno le carte in regola per ribaltare la situazione. Un’occasione che la Ciociaria non ha mai avuto in questi termini per l’attenzione al territorio che entrambi, seppure in modi diversi, hanno sempre dimostrato con i fatti. Frosinone-Ceccano: andata e ritorno. Si può fare
Agosto 24, 2022
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La geografia politica della Ciociaria può mutare radicalmente dopo il voto del 25 settembre, mettendo al centro Frosinone e Ceccano, due città che per troppi anni sono state ai margini. Ora però può cambiare tutto. Anzi, è già cambiato.
Il senatore Massimo Ruspandini, presidente e leader provinciale di Fratelli d’Italia, concorre ancora una volta nell’uninominale, precisamente alla Camera Frosinone-Sora. Un collegio tutto ciociaro. Senza paracadute e con l’obiettivo di centrare la seconda elezione consecutiva in Parlamento. Scelto direttamente dai cittadini.

Nicola Ottaviani per dieci anni è stato sindaco di Frosinone ed è coordinatore provinciale della Lega. La complessa composizione del “mosaico” ha determinato la sua designazione nel collegio maggioritario della Camera CassinoTerracinaFondiGaeta. Nel cuore del Basso Lazio quindi. Obiettivamente fuori “territorio di competenza”, ma questo non gli impedirà di riportare Frosinone nei punti strategici dello scacchiere politico provinciale.
Poi ci sono le prospettive di governo, nel senso che una vittoria del centrodestra potrebbe aprire degli spiragli diversi. A livello di sottosegretariati per esempio. Ma non solo, visto che la prossima legislatura parlamentare sarà determinante specialmente in aula, nelle commissioni e perfino nelle varie postazioni di governo nel senso più ampio del termine.

PERCHE’ FROSINONE E CECCANO

Al Comune di Frosinone il centrodestra ha fatto segnare pochi mesi fa il terzo successo consecutivo. Mai accaduto prima. A dimostrazione di un modello politico e amministrativo vincente, del quale Ottaviani è l’espressione. Ceccano per decenni è stata soprannominata la “Cuba della Ciociaria” per lo strapotere del Pci prima e poi del Pd, dei Ds e del Pd. Ma ormai da due lustri il centrodestra ha ribaltato la situazione, proprio sotto la regia di Ruspandini.
Nulla è avvenuto per caso.
E il modello messo in campo dal senatore costituisce un “unicum” nel panorama politico regionale. Modello che ha portato in consiglio un gruppo di giovani con il quale il “centrosinistra” non solo è stato battuto ma quasi estirpato in quella che ne era la roccaforte provinciale.
Il capoluogo da sempre non tocca palla sul piano politico provinciale. Il trend si può invertire. Ceccano ha avuto un senatore come Romano Misserville, che però ha svolto la gran parte della sua attività all’opposizione. Ricoprendo, quando era in An, il ruolo di vicepresidente del Senato. Ma dal partito di Gianfranco Fini si allontanò e in ogni caso il suo era un ruolo istituzionale, non governativo.
Massimo Ruspandini è uomo di partito, attento al territorio e al concetto di radicamento.
Nicola Ottaviani ha le idee chiare, nella Lega si è mosso benissimo e certamente non vuole essere di passaggio. L’asse Frosinone-Ceccano può aprire una nuova fase politica nel territorio.
Ed è stato decisivo nella vittoria al comune di Frosinone senza la quale oggi staremo a raccontare tutt’altra storia.

TRA PASSATO REMOTO E PROSSIMO

Un tempo nel centrodestra c’era l’attacco a tre punte: Antonello Iannarilli (Forza Italia) di Alatri, Alessandro Foglietta (An) di Supino, Anna Teresa Formisano (Ccd e poi Udc) di Cassino. Frosinone non era nelle mappe geografiche della politica che conta. Ceccano neppure. Quella stagione si è esaurita, siamo in un’altra fase. E anche la geografia è fondamentale. Cassino per lunghi tratti ha dato le carte: con Angelo Picano (Dc) ma pure  con Peppino Paliotta (Psi). Prima ancora della Formisano. E in parte di Mario Abbruzzese (Forza Italia).
Poi il vento è cambiato. C’è da dire che senza un forte radicamento territoriale non si va da nessuna parte. Occorre la spinta dei Comuni, come è stato per Ruspandini e Ottaviani.
L’Amministrazione di Enzo Salera non costituisce un valore aggiunto per il Pd. Anche Alatri è ormai irrilevante: i due mandati del sindaco Giuseppe Morini non hanno lasciato tracce. Men che meno nel Pd. Allo stesso modo il consigliere regionale Mauro Buschini (Pd) non ha determinato alcun salto di qualità. Per nove anni c’è stato un deputato di Alatri: Luca Frusone (Cinque Stelle). Senza ironia: chi l’ha visto? Allo stesso modo, passando a Frosinone, chi si è accorto di Ilaria Fontana ed Enrica Segneri (Cinque Stelle)?
Gli anni della contrapposizione, ad Alatri, tra Antonello Iannarilli e Patrizio Cittadini producevano centralità politica.
Non tocca palla nemmeno Ferentino, dopo il ritiro dalla scena politica di Francesco Scalia. Il sindaco e presidente della Provincia Antonio Pompeo non ha molti spazi nel Pd. A  meno che non provi la scalata al partito, ma i tempi sono strettissimi.

Nei Democrat l’attività politica del consigliere regionale Sara Battisti (peraltro vicesegretario del partito nel Lazio) non ha prodotto centralità politica per Fiuggi, la cittadina termale nella quale risiede.
Nel maggior partito della sinistra italiana da decenni c’è un solo “dominus”: Francesco De Angelis. All’inizio punto di riferimento e front runner del cosiddetto “asse dei ripani”.
Asse formato, oltre che da De Angelis, anche da Carlo Di Cosmo e Stefano Venditti.
Quella situazione naturalmente si è evoluta. Nel bene e oggi, politicamente, nel male.
Frosinone non ha mai toccato palla.,

Specialmente nella lunga stagione della contrapposizione-legittimazione tra Scalia e De Angelis. Mai. Un discorso a parte, merita nel campo del centrosinistra la figura di Gian Franco Schietroma, leader del Psdi prima e dei socialisti dopo. Per storia personale e familiare Schietroma si è diviso tra Supino e Frosinone.
Ha ricoperto due volte il ruolo di sottosegretario ed è stato membro laico del Csm. Al capoluogo ha sempre riservato attenzione, senza esercitarne un vero predominio politico.

Tra i protagonisti della storia politica della provincia c’è stato Alfredo Pallone (Fiuggi-Frosinone). Consigliere regionale, europarlamentare, coordinatore regionale del Pdl.
La prospettiva politica odierna pone oggi Massimo Ruspandini e Nicola Ottaviani nelle condizioni di imprimere una svolta vera, sistematica, durataura. Di prospettiva.
Il primo milita nel partito che con ogni probabilità esprimerà il prossimo presidente del consiglio (Giorgia Meloni),
il secondo fa parte della Lega, intenzionata a lasciare un segno nell’attività di governo. Immaginiamo quanto potrebbe essere importante un asse tra i due per portare a casa i risultati attesi dal territorio. Dalla bonifica della Valle del Sacco alla riperimetrazione del Sin. Fino alla spinta per la realizzazione della Stazione Tav Ferentino-Supino. E per tutto il resto. Il taglio selvaggio (voluto dai Cinque Stelle) di 345 seggi parlamentari ha rappresentato una forte penalizzazione per la rappresentanza dei territori. Lo abbiamo visto nella fase convulsa della scelta dei candidati. Fra tagli e paracadutati.

Massimo Ruspandini e Nicola Ottaviani hanno le carte in regola per ribaltare la situazione. Un’occasione che la Ciociaria non ha mai avuto in questi termini per l’attenzione al territorio che entrambi, seppure in modi diversi, hanno sempre dimostrato con i fatti. Frosinone-Ceccano: andata e ritorno. Si può fare.