informazione pubblicitaria

CONDIVIDI

La contrapposizione Buschini-Battisti che ha spaccato il Partito Democratico. Prima gli Egato

Licandro Licantropo
Tra pochi giorni Fratelli d’Italia scioglierà la riserva, ma sembra che il favorito sia Paolo Trancassini, parlamentare e coordinatore regionale del partito
Dicembre 11, 2022
Sara Battisti (foto S.Desiato)

La grande stampa nazionale e le televisioni si sono rituffate nella piscina Democrat della Ciociaria e del Lazio, non potendo evitare di accostare l’ormai celeberrimo video di Albino Ruberti alla recente elezione di Mauro Buschini alla presidenza dell’Egato.

Noi di Politica7 non cambiamo idea e restiamo sulle posizioni espresse qualche giorno fa: gli enti di gestione dell’ambito territoriale ottimale dei rifiuti non sono pregiudizialmente dei poltronifici, perché servirebbero a gestire al meglio la delicata materia dell’immondizia.

Che ce ne sia bisogno è evidente considerando l’emergenza continua nel Lazio sul tema dei rifiuti. Per non parlare degli scandali emersi e delle inchieste. Insistiamo pure sulla considerazione che il centrodestra, invece di scimmiottare la retorica demagogica grillina firmata Conte-Casalino, dovrebbe partecipare alla gestione di questi enti per cambiare completamente sia l’approccio che l’amministrazione degli stessi.

Certamente i tempi dell’operazione Egato si prestavano ad ogni tipo di attacco politico a due mesi dalle elezioni e con una giunta che dovrebbe limitarsi all’ordinaria amministrazione.

LA LEZIONE CHE IL PD NON IMPARA

Le due vicende sono completamente diverse nello svolgimento e negli effetti, ma anche durante la cena del primo giugno scorso a Frosinone il tema principale era quello delle candidature alle regionali. Con una parte importante della corrente di Francesco De Angelis contraria alla riproposizione di Mauro Buschini e pronta a convergere soltanto su Sara Battisti.

La nomina all’Egato con le candidature alle regionali c’entra, eccome. Mauro Buschini assume la presidenza di un ente importante (dopo due mandati alla Pisana) e libera una “casella”, che si contenderanno Antonio Pompeo e Sara Battisti.

Quello che però il Partito Democratico provinciale rifiuta di accettare è la spaccatura che in questi anni si è verificata nell’area di Francesco De Angelis. Proprio tra Buschini e Battisti, “costretti” al ticket nel 2018 per poi intraprendere, ognuno, la propria strada. La contrapposizione ha spaccato Pensare Democratico e quando Francesco De Angelis ha realizzato quello che era successo ha provato a ricucire.

Senza risultati veri però. Mauro Buschini è stato sempre considerato il “delfino” di De Angelis, che lo volle, giovanissimo, alla guida dei Ds provinciali. Sara Battisti ha un’altra storia all’interno del partito: qualche anno fa era in forte contrapposizione con De Angelis ed era una delle fedelissime di Matteo Orfini. Quindi la folgorazione lungo la strada di Pensare Democratico, che, su sua iniziativa, per un breve periodo ha appoggiato proprio Orfini. La fortissima contrapposizione tra Mauro Buschini e Sara Battisti ha aperto un solco ampio nella corrente di De Angelis. Le candidature al consiglio regionale hanno reso irrecuperabile la situazione. Francesco De Angelis ha dimostrato di essere ancora l’unico in grado di poter mobilitare il partito, ma intanto esponenti come Antonio Pompeo ed Enzo Salera hanno guadagnato spazi e posizioni. Se dovessero vincere le provinciali di domenica prossima potrebbero provare a prendersi il partito in Ciociaria dopo il congresso nazionale.

TRA BERLINGUER E TRANCASSINI

Il Movimento Cinque Stelle ha cercato seriamente di convincere Bianca Berlinguer a candidarsi alla presidenza della Regione Lazio. La telegiornalista però ha declinato la proposta. Il suo cognome avrebbe messo fortemente in difficoltà un Partito Democratico smarrito nel Lazio, nonostante la candidatura dell’assessore alla sanità Alessio D’Amato. Giuseppe Conte però ha chiarissima la strategia: trovare una persona che gli consenta il “sorpassone” a sinistra nei confronti dei Democrat. Per poi, tra poco più di un anno, provare la spallata definitiva alle europee. Il Pd è all’angolo e se dovesse perdere la roccaforte del Lazio gli effetti sarebbero difficilmente immaginabili. Il centrodestra ha un’occasione che non è esagerato definire storica: vincere e governare la Regione.

Tra pochi giorni Fratelli d’Italia scioglierà la riserva, ma sembra che il favorito sia Paolo Trancassini, parlamentare e coordinatore regionale del partito. E’ stato lui a dettare la linea sugli Egato e su molto altro. Su di lui gli alleati non hanno problemi: Claudio Durigon (Lega) e Claudio Fazzone (Forza Italia) lo hanno detto in maniera chiara. C’è però una campagna elettorale da fare e stavolta il centrodestra non può iniziarla fuori tempo massimo e in ordine sparso. Prima che Nicola Zingaretti spezzasse l’equilibrio e venisse confermato anche per il secondo mandato nel Lazio era stata l’alternanza la regola: Piero Badaloni (centrosinistra), Francesco Storace (centrodestra), Piero Marrazzo (centrosinistra), Renata Polverini (centrodestra). Poi due volte Nicola Zingaretti (centrosinistra). Solitamente vince chi sta all’opposizione, ma la regola deve tenere conto del fatto che dal 2013 il sistema è tripolare visto che ci sono anche i Cinque Stelle. Giovedì 15 dicembre è individuata come data giusta per l’ufficializzazione del candidato del centrodestra. A Paolo Trancassini fischiano le orecchie.