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La caduta degli dei. Per il Pd ciociaro una crisi al buio: De Angelis non ha eredi. Candidature: ci sono Durigon e Ottaviani, Rufa quasi fuori. Gerardi out

Licandro Licantropo
Il segretario Luca Fantini è una diretta espressione di De Angelis, senza l’appoggio incondizionato di Pensare Democratico non può reggere.
Agosto 20, 2022
Francesco De Angelis

Le dimissioni da capo di Gabinetto del sindaco capitolino Roberto Gualtieri non bastano a risolvere la complessa crisi del Pd romano, mentre il ritiro della candidatura alla Camera (in posizione ampiamente non eleggibile) di Francesco De Angelis probabilmente chiude una lunghissima fase politica all’interno dei Democrat in Ciociaria. Quelle che “stonano” sono le ricostruzioni dei protagonisti sui motivi della furibonda lite che ha scatenato l’inferno dopo la cena al ristorante “La Taverna” il primo giugno scorso, dopo la manifestazione politica con Enrico Letta a sostegno della candidatura di Memmo Marzi.
“Albino stava commentando un mancato rigore dato alla Roma in un derby e ha fatto una battuta e con questa persona si è scatenata una lite”, ha detto Sara Battisti.
Francesco De Angelis ha chiarito che quella persona era Adriano Lampazzi, fedelissimo e sindaco di Giuliano di Roma. Lo stesso Ruberti ha confermato la “versione del pallone” come causa scatenante. Ci saranno gli accertamenti del caso, il video è stato acquisito dalla Procura della Repubblica di Frosinone.

IL PD CIOCIARO IN TILT

Non sappiamo se Francesco De Angelis avrà ancora la voglia di guidare Pensare Democratico e il partito in Ciociaria. Nel video emerge che è stato tra i pochissimi a cercare di riportare la calma.
Non concluderà la sua carriera politica (consigliere e assessore regionale, europarlamentare) con l’ingresso a Montecitorio. Nelle prossime settimane deciderà se restare alla guida del Consorzio industriale regionale unico.
Ma è il Pd provinciale che rischia il “rompete le righe”. Il segretario Luca Fantini è una diretta espressione di De Angelis, senza l’appoggio incondizionato di Pensare Democratico non può reggere. Sara Battisti, consigliere e vicesegretario regionale del partito, non è riconosciuta come leader all’interno della componente. E dopo questa ultima vicenda ancora meno. Non esiste un obbligo di dimissioni dalle cariche, ma ci sono gesti che contribuiscono a raffreddare gli animi ed a lanciare il messaggio che il partito è più importante. De Angelis si è ritirato dalla corsa ad un seggio parlamentare, un anno e mezzo fa Mauro Buschini lasciò in un secondo il ruolo di presidente del consiglio regionale dopo la bufera dei concorsi ad Amatrice. Non era tenuto a farlo, nessuno gli aveva e gli ha contestato nulla. Ma ha optato lo stesso per il passo indietro. Sara Battisti, almeno finora, ha deciso di mantenere tutte le cariche: magari quella di vicesegretario regionale avrebbe potuto metterla a disposizione di Bruno Astorre.
Nemmeno Mauro Buschini può prendere il posto di Francesco De Angelis nella leadership di Pensare Democratico. Non ha lo stesso carisma e il medesimo peso. De Angelis tiene insieme tutto e tutti. Quanti amministratori locali sbatterebbero la porta se non ci fosse più “Francesco” al timone? Eppure la crisi politica ed elettorale del Pd provinciale va avanti da troppo tempo, come dimostrano le ripetute sconfitte alle comunali di Frosinone, Ceccano, Pontecorvo, perfino Alatri. Il Partito Democratico fatica a fare politica sul territorio, in troppi hanno guardato esclusivamente a cariche, fasce, strapuntini e poltrone.
Antonio Pompeo, presidente della Provincia e sindaco di Ferentino, potrebbe provare a dare la spallata? La sua componente (Base Riformista) non ha i numeri, l’avvicinamento a Bruno Astorre e a Daniele Leodori non può bastare. Certamente alle regionali adesso può giocarsi le sue carte alla pari con Mauro Buschini e Sara Battisti, ma la guida del partito è un’altra cosa. L’arretramento del Pd in Ciociaria ha avuto una ulteriore (e determinante) accelerazione a partire dal 2018. Da quando cioè è andato via l’ex senatore Francesco Scalia. Ha un senso: Scalia era un potente “contraltare” di De Angelis. Senza di lui tra le “truppe” di Pensare Democratico è scattato il ragionamento del “monopolio”. La tensione è venuta meno, la voglia di fare politica ancora di più.
Francesco De Angelis non aveva avuto dubbi a schierarsi con Nicola Zingaretti, lasciando l’area di Matteo Orfini. Da Zingaretti neppure una parola su  quanto accaduto nelle ultime ore. Neppure una parola su De Angelis, come era successo già con Buschini. Un atteggiamento sul quale Pensare Democratico e Francesco De Angelis dovranno riflettere. A pensarci bene, però, nessuno si era schierato con Francesco De Angelis nei giorni scorsi, dopo che lo stesso era stato inserito in terza posizione (non eleggibile) in un collegio proporzionale della Camera di Roma. Nessuno. Neppure Mauro Buschini e Sara Battisti, che a De Angelis devono tutto. Perciò adesso il “leader maximo” deve decidere cosa fare, come farlo e con chi farlo. Cioè deve decidere sul futuro di Pensare Democratico. E quindi del Pd ciociaro.

LE CANDIDATURE

La Lega ha definito i candidati nei collegi maggioritari: Claudio Durigon concorrerà in quello del Senato Nord (province di Frosinone, Latina, Viterbo e Rieti e alcuni Comuni dell’hinterland romano), Nicola Ottaviani alla Camera Terracina-Cassino. Resta il quadro del proporzionale: difficile un recupero di Gianfranco Rufa. Tensioni alle stelle in Forza Italia, perché i posti non ci sono. Per il quotidiano La Repubblica, non sarebbe in discussione la designazione di Claudio Fazzone al Senato di Frosinone e Latina. Mentre avrebbe più difficoltà Maurizio Gasparri. Ultima parola però al triumvirato: Licia Ronzulli, Marta Fascina, Antonio Tajani. Non sarà candidato con Italia Viva Francesco Zicchieri, nel 2018 eletto con la Lega nel collegio della Camera Frosinone.
Altri due parlamentari uscenti non ci saranno: Enrica Segneri (Cinque Stelle) e Luca Frusone (Impegno Civico). Mentre invece Ilaria Fontana (Cinque Stelle) sarà candidata come capolista nel collegio proporzionale della Camera del Basso Lazio. Game over infine per Francesca Gerardi: non sarà ricandida dal Carroccio.