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Il Daspo urbano soluzione necessaria per ridare ossigeno al centro cittadino. Latina allontana il degrado

Marco Battistini
Marzo 11, 2025

Il confronto tra Latina e Roma evidenzia due modelli di gestione dell’emarginazione sociale profondamente diversi. Se Latina punta sull’allontanamento fisico dei poveri dal centro cittadino, Roma investe risorse ingenti in un sistema di accoglienza temporanea, ma dal futuro decisamente incerto e molto costoso, al limite del lucroso, visto che questo sistema punta a ‘ripulire’ la città per il Giubileo, ma lascerà per strada i senza tetto finite le celebrazioni dell’Anno Santo. La sensazione è che la scelta fatta nel pontino sia ben più in linea con i tempi. L’epoca dell’accoglienza senza se e senza ma è finita. La priorità è garantire la sicurezza dei cittadini. Pazienza per i diritti e per il sociale. 

LA LINEA DI LATINA

A Latina, la politica di decoro urbano dirotta il problema fuori dal centro nevralgico della città. A Roma, invece, il sistema di accoglienza temporanea potrebbe trasformarsi in una macchina di spesa pubblica senza una reale strategia di inclusione. Quale modello risponderà meglio alle esigenze dei più vulnerabili? A nostro avviso Latina è all’avanguardia. Una proposta di delibera avanzata nei giorni scorsi dalla maggioranza di centrodestra prevede l’introduzione del Daspo urbano per i senza fissa dimora sorpresi a stazionare nelle aree centrali della città. Il provvedimento, già illustrato in commissione Pianificazione, si inserisce nel nuovo regolamento di polizia urbana con l’obiettivo dichiarato di preservare il decoro cittadino. Le zone interessate dal divieto sono le più frequentate del centro, come i portici di piazza del Popolo, i pressi della Curia vescovile, l’area circostante la Questura e l’ospedale Santa Maria Goretti. Il regolamento vieta esplicitamente di sedersi o sdraiarsi a terra, bivaccare o arrecare disturbo in luoghi pubblici. Chi viola le disposizioni riceverà un ordine di allontanamento da eseguire entro 48 ore. In caso di reiterazione, il Questore potrà imporre il divieto di accesso alle aree vietate per un periodo fino a 12 mesi. La misura ha sollevato critiche dalle opposizioni a guida Pd, che la giudicano un intervento repressivo più che una soluzione concreta al problema della povertà. Il rischio, secondo i progressisti, è quello di creare una città a due velocità: un centro riservato ai cittadini benestanti e le periferie come unica alternativa per i più vulnerabili. Un ragionamento che potrebbe essere considerato logico in un contesto metropolitano, ma non in una piccola città del centro Italia come Latina, dove tra centro e periferia ci sono pochi chilometri di distanza. Dunque, nessun tentativo di ‘scaricare’ il degrado nelle aree limitrofe, ma solo la necessità di curare meglio il cuore cittadino.

L’OPPOSTO CAPITOLINO

Al contrario la Capitale sta adottando una strategia completamente diversa. Per il Giubileo 2025, il Comune di Roma ha avviato un piano straordinario di accoglienza per i senza fissa dimora e i pellegrini in difficoltà. Il progetto prevede l’allestimento di nove tendostrutture temporanee, situate soprattutto in centro città, per un costo complessivo di circa 2,2 milioni di euro solo per l’acquisto delle tende. A questa cifra si devono aggiungere 4 milioni di euro per servizi di assistenza e 3,5 milioni di euro per l’acquisto di container adibiti a supporto psicologico e legale. A questi infine si sommano ulteriori 500 mila euro per la creazione di uno spazio Drop In, con bar, sala relax e connessione internet. Insomma l’accoglienza costa forse un pò troppo caro. E politicamente rischia di non pagare mai.

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