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Il centro storico di Roma si sta svuotando. Allarme chiusura per diverse realtà commerciali

Marco Battistini
Il segretario generale della Fisascat-Cisl di Roma Capitale e Rieti, Stefano Diociaiuti ha lanciato un appello alle istituzioni locali e nazionali per rilanciare quello che è da sempre il biglietto da visita della città eterna. 
Ottobre 26, 2022

La crisi economica, cresciuta con la pandemia e i problemi energetici collegati alla guerra ucraina, si fa sentire particolarmente anche nel cuore della Capitale. Il centro storico di Roma si sta svuotando delle sue storiche realtà commerciali. Serve una strategia di valorizzazione. Il segretario generale della Fisascat-Cisl di Roma Capitale e Rieti, Stefano Diociaiuti ha lanciato un appello alle istituzioni locali e nazionali per rilanciare quello che è da sempre il biglietto da visita della città eterna. 
“Appello non soltanto alla politica, ma alle coscienze: serve una strategia di valorizzazione non soltanto dei grandi monumenti, ma delle piccole realtà commerciali che rendono grande la Capitale -ha dichiarato Diociaiuti-. Complice pandemia, caro bollette e la mancanza di una visione strategica della nostra Capitale, il centro storico di Roma si sta svuotando delle sue storiche realtà commerciali, che non sono soltanto attori economici, ma veri e propri protagonisti collettivi, e affettivi, della vita della Città Eterna. Il nostro appello contro questa desertificazione non è soltanto al mondo della politica, ma anche alle coscienze: la storia, le persone, la vivacità delle strade del centro non possono morire. Tutto ciò si abbatterebbe, a raggio, anche sulle periferie”.

RIVALUTARE IL PICCOLO COMMERCIO

Per il segretario generale della Fisascat-Cisl di Roma Capitale e Rieti, Stefano Diociaiuti “la bellezza della nostra Capitale non è rappresentata soltanto dallo straordinario patrimonio storico-artistico rappresentato dal Colosseo, i Fori Imperiali, il Vaticano e i grandi simboli. Esiste un amalgama irripetibile, fatto di botteghe artigianali, ristoranti, piccoli esercizi commerciali e al tempo stesso angoli, finestre, parchi e panorami che costituiscono un’unica entità. Queste realtà, le piccole botteghe che si dedicano al ferro, al pellame, all’oreficeria, al cibo di qualità non possono essere abbandonate a se stesse, in balìa di una situazione di totale incertezza, senza essere oggetto di un piano valorizzazione. Ne va del futuro dell’intera città: la vita, l’attività, la competitività delle periferie non possono che subire le conseguenze negative di un centro che soffre. Per essere pragmatici – conclude il sindacalista – torniamo a chiedere a gran voce una visione strategica e capillare di valorizzazione della nostra città, che sia discussa, analizzata e realizzata senza, trascurare nulla e nessuno”.

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