Matrimoni da sogno nelle ville storiche capitoline, in spiaggia o in luoghi di prestigio, con menu con portate di alta qualità e addobbi d’eccezione: il Campidoglio si prepara a investire sui flussi turistici legati alle nozze a Roma. A breve inizierà la ricognizione dei siti, ville storiche comunali ma anche altri spazi esclusivi di natura privata, che Roma Capitale intende mettere a disposizione di cittadini e turisti per il giorno del sì. Secondo il presidente della commissione capitolina Turismo, Mariano Angelucci del Pd, che ha convocato una seduta sul tema, il numero di siti comunali tra cui scegliere è limitato.
POCHE SEDI PER SPOSARSI
Alcuni si trovano in centro città, come la Sala Rossa del Campidoglio o la Sala del Complesso Vignola Mattei nei pressi di Caracalla, altri in periferia o sul litorale romano, come la Spiaggia degli Sposi di Ostia. “Il settore oggi è purtroppo un po’ fermo – ha spiegato Angelucci. Ristorazione, pernottamento, fiori, commercio di alto livello: vogliamo lavorare a una nuova delibera per rilanciare un intero settore nel quale la nostra città dovrebbe primeggiare. Non penseremo però solo agli sposi altospendenti – ha sottolineato Angelucci – ma individueremo spazi di prestigio idonei per chiunque desideri sposarsi nella nostra città”.
La delibera che disciplina il settore approderà in Assemblea capitolina nelle prossime settimane. “L’obiettivo è migliorare e superare l’attuale delibera – ha chiarito Angelucci – e investire, come città, in questo settore per accogliere i turisti che dall’estero vogliono sposarsi con servizi di altissima qualità, apportando anche un beneficio economico a Roma.
All’inizio della consiliatura ci siamo ripromessi di migliorare e aumentare la qualità e la permanenza media dei turisti nella nostra città – ha spiegato Angelucci -. Il settore dei matrimoni è in espansione nel nostro Paese. Già da tempo in location esclusive, come in Puglia e in Sicilia, si sono sviluppati flussi turistici, soprattutto provenienti da America e Asia, legati al settore con eventi sfarzosi. Parliamo di matrimoni da 30 o 40 milioni di euro, con una ricaduta sulla città anche in termini di servizi legati all’indotto economico”, ha concluso.