A Roma i riscaldamenti, rispetto al piano del Governo, saranno accesi a partire dal 21 novembre e non dall’8 novembre, come stabilito nel documento. Si riduce, così, in totale a tre settimane il periodo di attivazione dei termosifoni.
A stabilirlo un’ordinanza che il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha firmato venerdì 4 novembre. L’atto prevede delle deroghe , sono fuori dal piano, infatti, gli ospedali e le scuole. Per gli asili nidi e le materne, però, è previsto l’abbassamento di un grado della temperatura massima consentita.
“Dobbiamo contribuire a contrastare il caro bollette e la crisi energetica. Abbiamo fatto uno studio approfondito e abbiamo identificato dove realizzare dei risparmi che riguarderanno il bilancio di Roma capitale ma anche le famiglie e i cittadini -ha affermato Gualtieri– pensiamo che anche le attuali condizioni climatiche ci sorreggano rispetto a questi obiettivi un po’ più ambiziosi rispetto a quelli che il governo aveva dato, naturalmente valuteremo e monitoreremo con attenzione gli sviluppi effettivi delle temperature”.
IL PIANO
Fatte salve le deroghe, previste nel documento, tutti i caloriferi della Capitale, dovranno essere attivati dal 21 novembre al 31 marzo, anziché dall’8 novembre al 7 aprile: slitta in avanti di due settimane l’accensione e si anticipa lo spegnimento di sette giorni. In linea generale, oltre a ridurre il periodo di attività degli impianti, l’ordinanza stabilisce che, invece delle undici ore totali previste dal governo per le regioni in fascia D, come il Lazio, a Roma i riscaldamenti siano attivati per un massimo di dieci ore giornaliere tra le 5 e le 23. La temperatura massima consentita cala di un grado rispetto al piano nazionale: si va così dai 17 gradi, più due di tolleranza, in strutture adibite ad attività industriali, artigianali e assimilabili; fino ai 19 gradi, più due di tolleranza, in tutti gli altri edifici, compresi quindi uffici pubblici e abitazioni.
Sono fuori dal tetto massimo di dieci ore, ma dovranno rispettare il periodo di accensione-spegnimento (21 novembre-31 marzo) gli uffici e le attività commerciali che restano aperti in modo continuativo durante la giornata; gli impianti termici in condivisione tra più edifici e dal cui funzionamento dipende la produzione di acqua calda per uso igienico e sanitario; i sistemi di riscaldamento avanzati al servizio di più unità immobiliari e che sono in grado di termoregolare la temperatura rispetto a quella esterna; gli edifici pubblici e privati con impianti termici alimentati da fonti rinnovabili.