informazione pubblicitaria

CONDIVIDI

Giorgia Meloni e la svolta governativa di Fratelli d’Italia: tutti dovranno adeguarsi

Licandro Licantropo
Sarà la prima donna a Palazzo Chigi e il primo premier proveniente da un partito della destra storica di questo Paese. In un momento economico-finanziario e internazionale da far tremare i polsi a chiunque.
Ottobre 1, 2022
Giorgia-Meloni-Fdi-sondaggio
Giorgia Meloni

Tutti gli indizi sono chiari, precisi e concordanti: Giorgia Meloni vuole avviare una fase “costituente” all’interno del suo stesso partito, Fratelli d’Italia, per trasformarlo da forza di opposizione a destra di governo moderna, autorevole, conservatrice. La prova di maturità più impegnativa e difficile sarà per i gruppi parlamentari di FdI. Ma il cambiamento finirà con il riguardare tutti: amministratori regionali, provinciali, comunali. L’intera classe dirigente: basta goliardia e folklore. L’invito della Meloni a deputati e senatori a limitare la vita mondana ha un suo significato preciso: vuole sobrietà e concentrazione, sacrificio e visione. Per chi non si adegua non potranno esserci molti spazi.

DA CROSETTO A LOLLOBRIGIDA

Il momento internazionale è storico e terribile: escalation della guerra tra Russia e Ucraiana, bollette alle stelle con conseguenze terribili sul tessuto economico, produttivo e sociale dell’Occidente, crisi climatica, futuro dell’Unione Europea.
Due episodi sono stati assai indicativi.

Il primo. Guido Crosetto, che con la Meloni ha un rapporto forte è consolidato, è stato il primo a rendersi conto di ciò che stava succedendo quando su twitter ha cinguettato: “La decisione della Germania sul gas conta più di tutte le parole critiche sull’Europa sentite negli ultimi dieci anni, perché è un atto, preciso, voluto, non concordato, non condiviso, non comunicato, che mina alla radice le ragioni dell’Unione”.
In questo modo Crosetto ha anticipato (certamente con toni diversi) le prese di posizione della stessa Giorgia Meloni e del premier Mario Draghi. Facendo capire che c’è perfetta corrispondenza di vedute tra Draghi e Meloni su questo argomento. La fuga in avanti della Germania mina l’Europa ed è la prima volta che questo atteggiamento viene stigmatizzato in maniera così forte.

Il secondo. In una recente intervista al Corriere della Sera, Francesco Lollobrigida, numero due del partito, ha affrontato un tema cruciale, che attiene anche alle gerarchie delle fonti normative. E quindi all’applicazione e agli effetti. Dove e quanto prevalgono le direttive dell’Unione Europea? Dove e quando prevale il diritto nazionale? E’ un tema che Fratelli d’Italia vuole affrontare in Europa, perché un conto sono le decisioni sul piano degli scenari internazionali, altro discorso quando si tratta di prodotti alimentari e di tutela del made in Italy. In ogni caso è chiaro che Fratelli d’Italia si sta preparando ad una sfida destinata a rimanere nella storia.

IL RUOLO DI GIORGIA MELONI

Sarà la prima donna a Palazzo Chigi e il primo premier proveniente da un partito della destra storica di questo Paese. In un momento economico-finanziario e internazionale da far tremare i polsi a chiunque. Ci sono due situazioni del passato che sono state molto ricordate in questi giorni. La prima riporta all’ottobre 1998, quando Massimo D’Alema venne nominato presidente del consiglio. La prima volta di un ex Pci. Anche allora tante preoccupazioni, perfino sulla tenuta della posizione dell’atlantismo. Nel 1999 D’Alema autorizzò l’uso dello spazio aereo italiano per la guerra della Nato contro la Serbia di Milosevic. Più realista del re, disse qualcuno. In quel modo fugò ogni dubbio sulla trasformazione genetica dei Ds in forza di governo. Giorgia Meloni dà piene garanzie sotto ogni punto di vista e, al contrario di D’Alema, arriverà a Palazzo Chigi non con una manovra di Palazzo ma sull’onda lunga di uno strepitoso successo elettorale. Inoltre da mesi sia il presidente del consiglio Sergio Mattarella che l’attuale premier Mario Draghi stanno “triangolando” con Giorgia Meloni su tutte  le principali tematiche del Paese.La seconda situazione del passato riporta indietro al maggio 1979 quando Margaret Thatcher divenne primo ministro del Regno Unito. Lo ha ricordato qualche sera fa Paolo Mieli: all’inizio la Thatcher si rese conto che il Paese aveva bisogno di scelte impopolari e coraggiose. Le effettuò, scontentando praticamente tutti, anche chi la sosteneva. Non sappiamo se Giorgia Meloni farà altrettanto, ma ci sono cose che possono essere effettuate soltanto da chi non le ha condivise… prima.
In Italia la riforma del lavoro è stata fatta da sinistra. A titolo di esempio: sulla Bolkestein la Meloni potrebbe intervenire meglio di chiunque altro. E’ solo con l’adozione di provvedimenti impopolari che si guadagna sul campo l’autorevolezza per andare a trattare in Europa sedendosi a capotavola. Giorgia Meloni farà tutto questo e molto di più e il partito dovrà seguirla. Senatori e deputati sono chiamati a dare l’esempio, da subito. Dovranno studiare molto, dai dossier internazionali alle previsioni sul clima e sulla transizione ecologica. E se il Governo avrà davanti una montagna da scalare, in Parlamento ci sarà probabilmente una fase costituente. Quando Lollobrigida fa notare che la Carta costituzionale è bellissima ma ha 70 anni, vuol dire che vanno modificati aspetti che frenano lo sviluppo. Il lavoro nelle commissioni diventerà centrale e bisognerà, al tempo stesso, mediare e tenere la posizione. Il salto di qualità dovrà arrivare anche a livello locale, perfino nell’amministrazione dei singoli Comuni. Fratelli d’Italia affonda le sua radici in un passato di ideali condivisi e vissuti, anche sulla propria pelle. Tutto questo non si cancella. Ma adesso è il momento del salto di qualità, della prova del Governo, della collocazione nel  campo dei Conservatori, formazione che Giorgia Meloni già presiede. Ai patrioti verrà chiesto di dare dimostrazione quotidiana di avere il senso dello Stato in uno dei periodi più difficili della storia contemporanea.
Lo spazio per la leggerezza non esiste più.

ULTIMI ARTICOLI