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Frosinone: l’era Greco, il ritiro e i perché di una classifica scomoda

Roberto Mercaldo
Ottobre 23, 2024

Si volta pagina, dunque. Il club non aveva ascoltato i tumulti del popolo giallazzurro, scegliendo di non cavalcare l’onda del malcontento e salvando una prima volta Vivarini, sebbene tutti ne chiedessero spietatamente l’esonero. Dopo il ko del Mapei Stadium però, e non senza un consistente rammarico, ha dovuto imprimere questa svolta, perché è più facile sostituire un tecnico che dieci giocatori. Il presidente Stirpe è stato chiaro: non si è individuato il capro espiatorio, ma semplicemente uno dei tanti co-interpreti di un percorso purtroppo asfittico.
Il campionato è ancora nella sua fase iniziale, si sono giocate solo 9 delle 38 partite previste e, come è ovvio, i verdetti, belli o brutti, sono ancora tutti da scrivere. Per evitare di arrivare a gennaio con una situazione già compromessa, si è deciso di sollevare il tecnico, che lo scorso anno a Catanzaro aveva fatto benissimo ma che quest’anno, evidentemente, non è riuscito a trovare il giusto feeling con i ragazzi. E’ innegabile infatti che il gioco abbia subito un’involuzione rispetto alle gare iniziali. Meglio il Frosinone visto contro Samp, Spezia e Juve Stabia di quello delle ultime due giornate. Attenuanti? Certamente, tante e consistenti, leggi soprattutto infortuni e in specie quelli del pacchetto avanzato. Buona sorte? E’ mancata, in modo vistoso, e in questo sembra quasi dipanarsi un filo invisibile che lega il finale della scorsa stagione all’avvio di quest’anno. Il Frosinone colpisce pali, prende gol incredibili per prodezze di avversari (non sempre fenomeni, stando alla carriera) e raccoglie di regola meno di quanto semini. Fino a che punto è imputabile tutto ciò alle scelte di un tecnico e alla sua capacità di leggere un incontro in itinere? Prima assolto, poi condannato ma con l’inevitabile amarezza di chi deve abbandonare in fretta un progetto articolato, Vincenzo Vivarini verrà ricordato per la gentilezza e anche per quel senso di precoce rassegnazione esternato senza troppi pudori, in un calcio fatto di propositi bellicosi e di proclami sovente poggiati su basi friabili. Peccato sia durata così poco, ma certamente i risultati non sono stati dalla sua parte e nel calcio i risultati non sono un dettaglio. Mai.
E allora? E allora dal ritiro di Castel di Sangro, un ritiro in qualche modo punitivo, dovrà nascere una nuova creatura, consapevole delle proprie virtù e dei propri difetti e tutta protesa ad esaltare le prime e a celare i secondi. Affidata a Leandro Greco, che ricordiamo calciatore nella Roma e che ora fa il tecnico, con eccellenti risultati, visto che la Primavera del Frosinone gioca bene e vince, la squadra dovrà tirar fuori il carattere, l’animus pugnandi, a ben guardare il grande assente in questo primo spicchio di stagione. Il Frosinone di Greco avrà un battesimo di fuoco, perché domenica a recar visita allo Stirpe sarà proprio la capolista Pisa, che in Coppa Italia vinse a mani basse il primo confronto ufficiale della stagione, quasi ad annunciare quei problemi che inevitabilmente si sarebbero presentati di lì a poco nel capoluogo ciociaro. Se fosse un romanzo, sarebbe questo l’inizio della seconda parte, che peraltro avrà un prologo, almeno per gli addetti ai lavori, visto che il nuovo tecnico sarà presentato sabato alle 16 allo stadio Stirpe.
Intanto la Primavera è stata affidata ad un ciociaro, Emanuele Pesoli, ex giocatore di eccellenti qualità.

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