A pensar male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca. E allora traslando al calcio la massima d’esperienza di un nostro noto statista, meglio pensare che il Frosinone abbia due soli risultati nell’ultimo atto del massimo campionato 2023-24, senza guardare ad altri match che pure in teoria potrebbero garantire la salvezza ai canarini. Se l’Empoli non dovesse battere la Roma, il Frosinone sarebbe salvo comunque. E che tra Empoli e Roma le gerarchie tecniche parlino in favore della compagine capitolina è di palmare evidenza. Le diverse motivazioni però nel calcio valgono sovente più della tecnica, e allora meglio concentrarsi su Frosinone-Udinese, una partita spareggio che dirà quale delle due acquisirà il diritto di permanenza. Mentre scriviamo deve ancora iniziare il match tra Salernitana e Verona, che potrebbe ulteriormente modificare la situazione, qualora gli scaligeri non dovessero andare oltre il risultato di parità.
Ma torniamo ai canarini e all’ultimo atto, domenica alle 20,45 contro l’Udinese di Fabio Cannavaro. Ci vengono in mente Frosinone-Sangiovannese, Frosinone-Grosseto, Frosinone-Crotone, Frosinone-Palermo, ma anche Frosinone-Lecce e Frosinone-Pisa. Chissà perché non ci vengono in mente Frosinone-Foggia e Frosinone-Carpi. Chiamatela scaramanzia, chiamatela memoria selettiva o più semplicemente chiamatela passione. Eh sì, perché il calcio alimenta passioni indomite e teorie invincibili, il calcio ti porta in una strana stringa del multiverso, dove i dribbling son lettere d’amore e i gol somigliano all’urlo dolce di un minuto. Chissà come lo vedono quelli disgustati, quelli dei “ventidue uomini in pantaloncini che corrono dietro un pallone”. Forse hanno ragione loro, ma è questione di musicalità del gesto, di volere volare, senza Nichetti ma con Soulé, Cheddira, Brescianini.
Il Frosinone a Monza ha affrontato una squadra non già in vacanza e persino un po’ dispettosa, con quel Colpani che voleva dimostrare di esser bravo anche nei colpi di testa e che per poco non rovinava la festa. Il Frosinone ha rispettato il copione delle sue gare esterne, divorando tre o quattro occasioni da gol che gridano vendetta anche adesso che siamo sazi e sereni; però stavolta ha vinto, perché quell’attenzione che Di Francesco reclamava c’è stata per 95 dei 96 minuti e nel minuto di vacanza ci ha pensato la dea del calcio, quella che sceglie chi proteggere in modo bizzoso, come fanno solo le dee.
Chissà con chi si schiererà la dea del calcio domenica alle 20,45. I bianconeri dell’Udinese avrebbero potuto chiudere il discorso battendo in casa l’Empoli ma non ci sono riusciti ed anzi hanno salvato la buccia, pardon il pari, grazie a un rigore segnato al minuto 104, da far impallidire persino quello di Ciofani che valse il solo successo casalingo del Frosinone sul Parma, al 103′ di quel match della seconda serie A dei canarini, quella meno felice.
Ora i friulani proveranno a sgambettare a domicilio i ciociari per porre riparo alla stecca casalinga, ma dall’altra parte troveranno… leoni, consapevoli di come in novanta minuti possano riscrivere la storia di un club. Tutti gli sforzi, le corse a perdifiato, i tiri, le chiusure, le sovrapposizioni, i tackles, i dribbling, gli equilibrismi di questa annata lunga come una notte senza stelle potranno valere tutto o niente in dipendenza del risultato di un match. Una notte da leoni, eh sì, non c’è alternativa…