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Fragilità e disagio abitativo, la direttiva Gualtieri fa discutere. Svolta o sanatoria per le occupazioni?

Marco Battistini
Forze politiche, sociali e sindacali s’interrogano sulla bontà del provvedimento varato pochi giorni fa dal Campidoglio.
Novembre 9, 2022
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri al Campidoglio

Una sanatoria per le occupazioni o una vera svolta nelle politiche abitative della Capitale? La direttiva voluta dal sindaco Gualtieri sta facendo sicuramente discutere. Forze politiche, sociali e sindacali s’interrogano sulla bontà del provvedimento varato pochi giorni fa dal Campidoglio.

Secondo quanto scritto nell’atto, da questo momento gli uffici dell’anagrafe di qualsiasi municipio di Roma potranno accogliere le domande di residenza da parte di chi vive in una condizione di occupazione, ma solo se i richiedenti rientreranno nelle quattro categorie di soggetti “meritevoli di tutela”, come da direttiva. Nello specifico: nuclei familiari seguiti dai servizi sociali per la presenza di particolari fragilità sociali come figli minori, disabili, ultrasessantacinquenni; nuclei con un reddito inferiore al limite minimo stabilito da legge regionale, aggiornata ogni due anni in base al cambiamento dell’indice Istat, e che al 2021 è fissato in 21.190,14 euro; richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale; nuclei a rischio igienico-sanitario dovuto all’assenza di allacciamenti ai pubblici servizi essenziali (acqua, luce, gas). Questi soggetti, dunque, avranno diritto a iscrivere la residenza nella loro dimora abituale – a differenza di quanto previsto dal decreto numero 47 del 2014 – anche fosse un alloggio Erp occupato senza titolo o uno stabile di proprietà pubblica o privata e di conseguenza a sottoscrivere regolari contratti per le utenze. Tutti gli altri, quindi coloro che non hanno fragilità di carattere sanitario o sociale, hanno un reddito superiore al minimo stabilito per legge, non sono cittadini stranieri con protezione o richiedenti asilo e non vengono seguiti dai servizi sociali, continueranno ad essere a rischio sgombero e non potranno iscrivere la residenza. Tutto ciò, va ribadito, rientra nell’applicazione della legge: l’articolo 5 del “Renzi-Lupi” prevede che i Sindaci possano derogare in casi specifici, che l’amministrazione Gualtieri su input di alcuni consiglieri di maggioranza ha elencato in maniera esaustiva.

LE INTENZIONI DELLA GIUNTA CAPITOLINA

Per legge, chi occupa abusivamente un alloggio non può fare domanda di assegnazione Erp per cinque anni. La direttiva deroga a questo impedimento e chiede ai servizi anagrafici di comunicare a chi richiede la residenza di fare domanda entro quattro mesi. In tal modo, soggetti fragili che si trovano in una condizione di occupazione abusiva possono entrare in graduatoria e magari anche con un punteggio sufficientemente alto (dovuto alla numerosità del nucleo familiare e alla presenza di soggetti con disabilità, minori, anziani) che li faccia arrivare a una posizione tale da non dover attendere troppo tempo per vedersi assegnato un alloggio popolare. Così facendo Roma Capitale vuole portare fuori dalle occupazioni più persone possibile, evitando situazioni d’emergenza e pratiche disumane come la divisione dei nuclei con successivo spostamento in case famiglia, dormitori o centri d’accoglienza temporanea.

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