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Festa della Befana, ritorno a piazza Navona

Marco Battistini
Torna una delle feste più magiche per Roma dopo due anni di stop dovuti alla pandemia; si torna con alcune novità previste dal Campidoglio: più attrazioni, una attenzione ai prodotti del territorio e un occhio di riguardo in più per i bambini con spettacoli, burattini e divertimento.
Dicembre 10, 2022

Dopo due anni di stop a causa del Covid e alcune difficoltà legate ai bandi torna la Festa della Befana a Piazza Navona a Roma, il più tradizionale appuntamento delle Feste capitolino per le famiglie. E si torna con alcune novità previste dal Campidoglio: più attrazioni, una attenzione ai prodotti del territorio e un occhio di riguardo in più per i bambini con spettacoli, burattini e divertimento.

Nel 2017 l’avviso pubblico della Festa, 9 anni di durata, prevedeva 64 postazioni messe a bando, ma ne risultarono non assegnate più di venti. Nel 2018 furono suddivise in modo diverso, rimodulando i numeri, le postazioni (come le attività socioculturali, gli spettacoli e l’artigianato); l’avviso pubblico dello stesso anno prevedeva poi clausole molto stringenti per alcune tipologie di prodotti venduti (rigorosamente “natalizi”) che avevano reso molto difficile per gli operatori partecipare all’avviso pubblico. Poi, nel 2020 e 2021, il Covid ha svuotato del tutto la piazza.

Quest’anno il Comune ha deciso di rilanciare la manifestazione: innanzitutto ha rimesso a bando 22 postazioni vacanti, di cui cinque commerciali, sette artigianali, sei di articoli da regalo più quattro di prodotti alimentari tradizionali regionali, prevedendo tra l’altro una priorità per chi offre prodotti tradizionali contenuti nell’elenco del Ministero dell’Agricoltura. Si tornerà dunque, diceva il Campidoglio la scorsa estate quando approvò la memoria per cambiare le regole, “alla Befana romana nella sua veste tipica e amata, tanto da costituire un richiamo a livello internazionale, con spettacoli ed eventi in piazza”.

FESTA DELLA BEFANA, L’ASSESSORE RASSICURA

“E’ stato uno dei primi impegni presi da quando sono assessora”, ha spiegato Monica Lucarelli. “Volevamo restituire attrattiva alla festa della Befana. Il bando risale al 2017 e non abbiamo potuto modificarlo molto, questa è una riapertura per consentire l’ampliamento della piazza. Mi sarei auspicata la possibilità di farne uno nuovo, ma quello del 2017 ha validità per i prossimi quattro anni. Quello a cui abbiamo lavorato è stato un ampliamento delle categorie merceologiche, dai libri ai prodotti agroalimentari tradizionali, in modo da stimolare la partecipazione al bando.  Avendo anche la delega alle Pari Opportunità, ho chiesto agli uffici di lavorare per assegnare una premialità di punteggio  all’imprenditoria femminile e ai giovani under 35”.

Certo, ha ammesso, non tutto è andato secondo le aspettative: “Avremmo sperato – ha aggiunto – una partecipazione maggiore da parte degli artigiani ma confido nel prossimo anno: abbiamo appositamente non fatto scorrere tutte le graduatorie lasciando sei posti liberi che potremo rimettere a bando”.

Annunciata in partnership con la Fao, l’accensione delle luminarie di via del Corso ispirate al tema della pace e soprattutto del grande abete di piazza Venezia, le cui luci sono alimentate da un sistema fotovoltaico fornito da Acea: “Si risparmiano fino a 27kWh al giorno e si riducono le emissioni di Co2 di oltre 17kg al giorno” ha ricordato Gualtieri. Ma quei pannelli solari nella piazza storica non sono piaciuti al sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, e neanche al consigliere regionale della Lega Daniele Giannini che ha coniato, sulla scia dello Spelacchio di Virginia Raggi, il nomignolo “Fotovoltacchio”. Gualtieri però non ci sta: “Abbiamo fatto la scelta giusta, è una scelta di sostenibilità, pratica ma anche simbolica. Siamo in un momento in cui l’Europa vede l’orrore della guerra, tante città in Ucraina sono senza elettricità, il prezzo dell’energia è molto alto: abbiamo il dovere di promuovere le energie rinnovabili”. AI romani l’ardua sentenza.

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