Un’Italia versione lusso ha mandato in estasi un Palaeur stipato in ogni ordine di posti.
I campioni olimpici della Francia, guidati da Andrea Giani, simbolo di un’Italia altrettanto grande, sono stati costretti a fare da sparring.
La sfida tra i campioni iridati e quelli a cinque cerchi si annunciava sul filo di un equilibrio sottile, ma il campo ha detto altro.
Guidata da Giannelli, che ha ribadito ai sette abitanti del pianeta ancora inconsapevoli di essere il palleggiatore più forte del mondo, la squadra di Fefè De Giorgi ha consentito alla Francia di far partita solo nel primo set, quando c’è voluto un turno di servizio di Sbertoli, il palleggiatore di scorta, a sparigliare i ranghi.
Prima, una Francia ordinata in ricezione e performante negli attacchi in primo tempo, aveva tenuto il ritmo degli azzurri, nelle cui fila Michieletto era stato chiamato in causa meno del solito, lasciando a Lavia il compito del cambio palla pressoché sistematico.
Quando Sbertoli ha mandato in tilt la ricezione francese, gli azzurri sono stati spietati nei contrattacchi e sul 21/17 il set aveva di fatto già indicato il suo vincitore. La Francia ha provato a forzare i servizi, col risultato di accelerare la conclusione del parziale.
UN SECONDO SET STELLARE
Confortata dal buon esito del set d’avvio, l’Italia è partita di slancio in quello successivo, mettendo subito spazio in termini di punteggio tra sé e gli avversari.
Giannelli ha chiamato in causa le sue tre bocche da fuoco con equa e illuminata distribuzione, ma quando i francesi hanno provato a organizzare efficaci contraeree per gli attacchi di banda, ecco i primi tempi di Galassi e soprattutto Mosca, meraviglioso sostituto dell’infortunato Russo.
Un’orchestra perfetta, l’Italia, che ha suonato uno spartito capace di mandare in visibilio il pubblico del Palaeur. Anche il muro, dimenticato o quantomeno latitante nel primo set, ha preso a funzionare egregiamente e per i transalpini non c’è stato scampo.
Il volley è uno sport in cui i meccanismi psicologici giocano un ruolo determinante e la condizione dell’Italia sul 2/0 era qualcosa che non differiva troppo da uno status di catarsi. Per battere quel sestetto sarebbe servita una Francia inimmaginabile, un ibrido tra la Russia di Savin e il Brasile di Giba.
I galletti invece si sono limitati a fare quel che in quel momento potevano, con tanto orgoglio, così tanto che si sono perfino riavvicinati pericolosamente in chiusura di set, quando Romanò e compagni si sono rilassati per qualche secondo.
Il verdetto però era inciso nella roccia e così a contendere alla Polonia il titolo continentale saranno anche stavolta gli azzurri, campioni in carica e anche campioni del mondo, proprio grazie a una finale vinta in casa dei polacchi.
Una partita stellare, quella di sabato. Pronostico in bilico, conterà la prestazione, ma con questi magnifici ragazzi l’ottimismo è d’obbligo.