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Disservizi sui rifiuti, il comune di Roma condannato a rimborsare la Tari 

Marco Battistini
La Corte di Giustizia Tributaria del Lazio ha effettivamente riscontrato un disservizio da parte del Comune capitolino nella raccolta dei rifiuti, tanto da dover restituire l’80 % della Tari per una somma di oltre 20 mila euro ai contribuenti
Gennaio 7, 2023

Il Comune di Roma deve rimborsare la Tari, la tassa sui rifiuti, ai contribuenti. Succede alla periferia nord della Capitale. Per la precisione a Settebagni, dove una quarantina di cittadini ha chiesto ed ottenuto il rimborso della Tassa sui Rifiuti, pagata nel biennio 2017 e 2018. La Corte di Giustizia Tributaria del Lazio ha effettivamente riscontrato un disservizio da parte del Comune capitolino nella raccolta dei rifiuti, tanto da dover restituire l’80 % della Tari per una somma di oltre 20 mila euro. Il Campidoglio avrà ora 120 giorni di tempo per pagare dopo la notifica della sentenza.

Una prima vittoria per i cittadini ricorrenti arrivò nel 2020, quando la Commissione Tributaria di Roma determinò un rimborso del 20%, rigettando la memoria difensiva del Comune, che fece ricorso, ottenendo di dover rimborsare non più il 20 ma l’80 per cento della Tari versata. La Corte di Giustizia Tributaria di II grado del Lazio con sentenza n. 5913/2022 sezione 1 ha dato ragione ai cittadini e torto al Campidoglio. 

“Il caso dei cittadini di Settebagni, cui sarà rimborsato l’80% della Tari pagata nel biennio 2017-2018, a causa della mancata raccolta e dei disservizi Ama, è emblematico di una situazione che ha superato ormai i livelli di guardia”, dichiarano in una nota i i consiglieri capitolini (Iv), Valerio Casini e Francesca Leoncini. E aggiungono: “Bisogna puntare sulla realizzazione del termovalorizzatore, la tipologia di impianto più diffusa in Europa per integrare il riciclo con lo smaltimento della parte di rifiuti non riutilizzabile. Il termovalorizzatore rappresenta l’unica soluzione possibile per superare questa emergenza senza fine e per restituire ai romani una città pulita e decorosa. A Settebagni, come a Bufalotta-Cinquina, – sostiene Marta Marziali, consigliera (Iv) nel Municipio III – c’è stato il ‘porta a porta’ fino al 2021. Una sperimentazione evidentemente poco riuscita e comunque una misura insufficiente, che non ha evitato gravi ritardi nella raccolta, problemi di igiene ed evidenti disagi per i residenti. Non è più tollerabile una situazione in cui i cittadini pagano tariffe altissime per avere servizi inadeguati o addirittura inesistenti.”

RIFIUTI, DEGRADO IN CITTA’

Sacchetti di rifiuti attorno ai cassonetti della raccolta differenziata. Continuano ad arrivare segnalazioni delle condizioni in cui versano le strade della Capitale. Come nei giorni immediatamente successivi al Natale quando, nonostante le risorse che Ama ha dichiarato d’aver messo in campo, la città ha subito un’invasione di rifiuti. Però, paradossalmente, chi abita a Roma rischia di dover pagare un incremento nella tassa dei rifiuti.

Dopo gli anni della pandemia, i romani hanno ripreso a produrre più rifiuti. Ed una crescita della loro produzione comporta anche un aumento dei costi per la loro gestione che, data la conclamata assenza di impianti, finisce per essere trattata fuori dal perimetro cittadino. Il Campidoglio aveva anche annunciato, tra i benefici che comporterà la realizzazione di nuovi impianti, anche quello della riduzione della Tari. Però prima vanno costruiti e, per farlo, ci vorranno degli anni. Nel frattempo la Tari dovrebbe aumentare, salvo imprevisti. Ed in tal senso, uno spiraglio si apre sulla base di quanto accaduto a Settebagni.

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