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De Angelis-Battisti, antipasto di “guerra”

Massimo Pizzuti
Alla direzione del Pd i due leader hanno provato a mantenere i toni bassi, poi però non ce l’hanno fatta ed è scoppiato il finimondo. La frattura tra Francesco De Angelis e Sara Battisti apre una fase nuova e inesplorata nel partito. Daniele Leodori e Claudio Mancini osservano e forse non interverranno, per dare modo a tutti di elaborare fino in fondo una situazione lacerante.
Novembre 26, 2024
De Angelis e Battisti

Per quasi due ore hanno provato a tenere il dibattito nei canoni di un profilo precongressuale dai toni bassi. Alla fine però le tensioni accumulate in questi mesi sono risultate prevalenti. Così all’interno del Pd provinciale hanno capito tutti che Francesco De Angelis e Sara Battisti saranno su fronti contrapposti.
Il segretario regionale Daniele Leodori ne era certo, al punto che ha preferito essere presente nonostante l’accordo sulla composizione della commissione congressuale fosse ormai definito. Infatti è stato votato senza problemi. Luca Fantini, segretario della federazione provinciale del partito, ha letto una dichiarazione lunga e articolata, facendo il punto su un mandato portato a termine all’insegna di una forte condivisione. Nel 2020 tutti erano schierati con Fantini.
Quando però sul palco è salita Sara Battisti, si è capito che a fine maggio-inizio giugno la rottura è stata profonda e insanabile. Prima di allora c’era Pensare Democratico, il correntone fondato da Francesco De Angelis, che aveva voluto proprio Sara Battisti alla guida negli ultimi tempi. Poi la decisione di De Angelis di aderire ad AreaDem di Dario Franceschini (e Daniele Leodori) ha cambiato tutto. Sara Battisti è rimasta nell’ambito di Rete Democratica, la componente del potente parlamentare Claudio Mancini.
Sara Battisti ha messo in discussione diversi punti. Iniziando dalla politica delle alleanze: a suo giudizio è venuto il momento di dire basata a situazioni come quelle di Veroli, Ferentino, Sora, presidenza della Provincia. Dove i Democrat hanno fatto intese trasversali dal sapore civico. A volte si sono divisi, in altre occasioni il simbolo non era presente sulla scheda. La consigliera regionale ha fatto anche capire che va rivisto il rapporto tra i rappresentanti negli enti intermedi e nelle società partecipate e il partito. Specialmente su temi come i rifiuti e la formazione. Le stoccate erano per Adriano Lampazzi (presidente dell’Agenzia Formazione) e Mauro Buschini (membro del cda della Saf). Sul palco è salito poi Francesco De Angelis, che non ci ha pensato un secondo a replicare su tutto e a muso duro. Affermando: “Cosa mi si rimprovera esattamente? Di aver vinto sempre?”. De Angelis ha difeso e, anzi, rivendicato le strategie alle comunali di Veroli, Ferentino e Sora. Perfino l’operazione che ha portato Luca Di Stefano alla presidenza della Provincia. Ha sottolineato che dal 2014 (dieci anni fa) lui non ricopre più cariche elettive: consigliere regionale, eurodeputato e altro. “Ma nonostante questo- ha urlato – la gente mi vuole bene e infatti vinciamo le elezioni”. Ha continuato: “Ho dato il mio contributo sempre, iniziando dalle regionali”. La stoccata era a Sara Battisti. Infine ha tuonato: “Per la verità alla carica di presidente del Consorzio Asi mi ha indicato Marcello Pigliacelli, una parte del Pd neppure mi ha votato”. Erano anche quelli gli anni della contrapposizione interna, come (quasi) sempre del resto. Dopo i due interventi di Sara Battisti e Francesco De Angelis è sicuro che si andrà ad un congresso di fortissime tensioni. Non sarà importante se ci saranno due candidati alla segreteria o se invece alla fine si arriverà ad una soluzione formalmente unitaria. Quello che conta è che su ogni argomento il braccio di ferro sarà durissimo. D’altronde la storia politica del Pd provinciale è un susseguirsi di corsi e ricorsi. All’inizio, tanti anni fa, Sara Battisti portò avanti un congresso di scontro frontale con Francesco De Angelis. Poi arrivarono tregua e convergenze.
Daniele Leodori e Claudio Mancini stanno osservando con estrema attenzione. Ma entrambi, da politici esperti quali sono, sanno che forse in questo particolare momento è preferibile che si arrivi ad un confronto senza paracadute. Per dare modo a tutto il partito provinciale di riflettere, schierarsi ed elaborare una frattura che ha lasciato un segno profondo. L’importante è però gettare le basi affinché si proceda unitariamente agli appuntamenti elettorali. Non è scontato però. Il più preoccupato è Alberto Tanzilli, presidente della commissione congressuale, scelto da Leodori come uomo di garanzia. Dopo lo scontro tra Sara Battisti e Francesco De Angelis, Tanzilli sa che a Frosinone non si annoierà.

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