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Coletta verso una seconda vita: meglio La Pisana che cercare il ‘tris’ in Comune. Centrodestra pronto ad approfittare del ‘campo santo’ 

Marco Battistini
In chiave pontina sono iniziati i giochi veri per le candidature. Chi potrà beneficiare maggiormente di questa congiuntura favorevole è Fratelli d’Italia, balzato oltre il 30%.
Ottobre 3, 2022
Damiano Coletta

Per Coletta il futuro è in Regione. Il sindaco decaduto sembra allettato dalla prospettiva di proseguire il suo percorso politico in via della Pisana. Un’ipotesi già ventilata nei mesi scorsi e che ora appare sempre più verosimile. Una nuova corsa verso il Comune è soprattutto ritenuta poco probabile. Coletta non sembra infatti convinto di giocarsi le sue carte per il ‘tris’ a piazza del Popolo. Il vento soffia in senso contrario e stavolta il centrodestra non farà sconti. Paradossalmente diventa più abbordabile la partita per il Consiglio regionale. Innanzitutto c’è il corteggiamento ormai datato dell’arcipelago della sinistra ambientalista che dura da anni. Europa Verde e Sinistra italiana sarebbero la naturale sponda politica per l’ex sindaco, da sempre attratto da quell’area. Non si possono escludere però altri approdi. A partire dallo stesso Pd, in crisi identitaria e di voti e desideroso di rivincita alle regionali. Damiano Coletta piaccia o no, ha un suo consenso ormai consolidato a Latina città e non solo. E’ l’unico esponente politico di sinistra che ha saputo vincere in un territorio considerato dalla sua nascita come una roccaforte nera inespugnabile. Ha i voti per poter continuare a fare politica nell’ente locale più importante. Terza opzione, da non escludere, quella rappresentata dalla lista civica del candidato governatore del centrosinistra. Soprattutto se dovesse essere Daniele Leodori, Coletta avrebbe la strada spianata per un posto in prima fila.’

LA GENTE ME LO CHIEDE

Ad avvalorare questa prospettiva giungono le parole pronunciate dallo stesso sindaco decaduto a Il Fatto Quotidiano. “Ora spero che la maggioranza che mi ha votato due volte sappia fare scelte politiche alle Regionali -ha dichiarato Coletta– Latina è stata laboratorio di un civismo fondato su idee e valori: lavoro, disuguaglianze sociali e diritti civili in primis. Ho avuto un buon rapporto con i Cinque Stelle. Bisognerebbe cogliere gli aspetti positivi del lavoro fatto nel campo largo e portarli a un livello più alto”. Alla domanda posta dal collega Marco Pasciuti, se accetterebbe la candidatura, Coletta è stato eloquente: “La gente me lo chiede. E’ come se l’indignazione collettiva sentisse il bisogno di trasformarsi in una resistenza politica. C’è bisogno di una nuova primavera”. D’altronde la civica Latina Bene Comune è al lavoro da mesi su questo versante. Già la scorsa primavera si è percepita un’evoluzione all’interno di Lbc. Non è un caso che dall’assemblea di Lbc svoltasi ad inizio marzo era emersa l’esigenza di una svolta politica del movimento. In particolare era stata evidenziata la necessità di avere “un movimento coeso che sappia anche cambiare pelle nel momento in cui deve adattarsi alla nuova situazione politica”.
Si aveva la sensazione che la strada intrapresa da Lbc e dal suo leader, il sindaco Coletta, fosse quella che porta ad un accordo di più ampio respiro con forze politiche di centrosinistra, in vista delle prossime e sempre più imminenti elezioni regionali. Il patrimonio di consensi di Latina Bene Comune fa certamente gola a sinistra, in quanto al momento è comunque esterno a quello dei partiti tradizionali.

CENTRODESTRA PONTINO IN AGGUATO

Il successo delle politiche ha creato un viatico favorevole al centrodestra. In chiave pontina sono iniziati i giochi veri per le candidature. Chi potrà beneficiare maggiormente di questa congiuntura favorevole è Fratelli d’Italia, balzato oltre il 30%. Enrico Tiero, uomo di punta di Fratelli d’Italia è ormai diretto verso La Pisana. L’onda lunga della Meloni finirà per giovare al numero 2 regionale del partito, in grado di superare le 10.000 preferenze e attestarsi sui livelli dei big romani. FdI con questi numeri sarà in grado di avere 2 eletti, ovviamente in caso di vittoria. Ed il secondo posto diventa dunque molto ambito. Le altre forze di centrodestra rischiano di contendersi le ‘briciole’. La Lega potrebbe non eleggere alcun consigliere della provincia. Con il partito al 6% nel Lazio, gli eletti scatterebbero tutti su Roma. L’uomo su cui il Carroccio punterà tutte le sue carte è Orlando Angelo Tripodi, capogruppo regionale uscente. Mentre quasi certamente non ci sarà Massimiliano Carnevale, più propenso ad assumere un ruolo centrale nella prossima corsa per il Comune di Latina. Tra le donne sono in ballo anche i nomi di Sara Norcia e Marilena Sovrani.
Forza Italia seppur uscita bene sul piano locale, confermandosi vicino alla doppia cifra (9-10%), sconta la debolezza romana e farà fatica ad avere un eletto. Per un posto in via della Pisana sarà lotta serrata fra il segretario provinciale Alessandro Calvi e l’ex sindaco di Gaeta, Cosmo Mitrano.
Se il secondo appare favorito per l’enorme bacino di consensi che il sud pontino gli metterà a disposizione, il prima è però in ascesa ed è soprattutto un profilo politico più in grado di raccogliere consensi trasversali attorno alla sua persona. “Forza Italia oggi è l’area moderata in cui le nostre comunità si riconoscono, i cui valori trovano rispondenza sempre maggiore nei territori mostrando una crescita costante che si è consolidata ogni giorno nel lavoro di squadra che è il vero valore aggiunto che ci ha consentito di confermare il ruolo primario del nostro partito nel panorama politico della provincia di Latina” aveva dichiarato poche settimane fa lo stesso coordinatore provinciale. Figlio di un potente ex senatore socialista, Calvi può essere una delle grandi sorprese delle elezioni regionali, potendo attrarre voti anche dal centrosinistra nel capoluogo, nel nord pontino e sui Lepini.

CENTROSINISTRA IN CRISI D’IDENTITA’

Bruno Astorre, segretario dem del Lazio rieletto al Senato, è stato chiaro: “Ripartiamo dal campo largo già presente in Regione. Nel Pd serve una riflessione ampia e matura, ma penso che l’esperienza decennale di buongoverno nel Lazio debba essere messa a disposizione per il rilancio del partito e della coalizione”.
In linea teorica la speranza di ricreare le condizioni per un campo largo potrebbe essere recuperata, ma all’orizzonte sembrano manifestarsi diversi paletti. A cominciare dal leader di Azione Carlo Calenda, apparso freddo riguardo all’ipotesi di un riavvicinamento con il Pd in vista delle Regionali. E c’è il M5s di Giuseppe Conte, con la richiesta di un’agenda programmatica condivisa per poter ripartire insieme verso il voto. Soprattutto, c’è il termovalorizzatore che il sindaco Roberto Gualtieri vorrebbe vedere pronto per il Giubileo del 2025, ma sulla cui realizzazione Conte ha messo un veto, in questo creando un problema ai Cinque stelle locali, convinti, come gran parte del Pd romano, che il campo largo ricostruito sia l’unico modo per sconfiggere la destra ed evitare che questa possa sfruttare anche per la Regione l’onda lunga delle Politiche. Difficile oggi capire quale linea prevarrà, ma il timore che serpeggia tra i dem è che le Regionali si possano trasformare in un ‘antipasto’ del congresso nazionale. Dove più che la vittoria finale, l’obiettivo sarà quello della sfida interna fra le diverse correnti. Insomma nel Pd si guarda più agli equilibri interni più che agli avversari politici. Ed in tal caso il centrodestra saprebbe certamente approfittare di un nuovo regalo, dopo quello ricevuto alle politiche. 

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