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Centrale del Latte e il regalo a Parmalat sui dividendi: pioggia di milioni per le casse di Roma

Marco Battistini
Febbraio 15, 2024

La Centrale del latte si sta adoperando per una forte operazione di rilancio, mentre ci sono soggetti fuori dalla Centrale che ‘gufano’ perché il rilancio non avvenga o ci sia qualcosa di peggio. Chi alimenta voci sballate ne tenga conto”. Fabio Massimo Pallottini, presidente della Centrale del latte di Roma, audito dalla commissione capitolina Commercio, presieduta dal consigliere dem Andrea Alemanni ha spiegato ai commissari “c’è un tavolo con allevatori e sindacati che lavora con grande sintonia, per salvaguardare i posti di lavoro in una situazione difficile dopo che dal 1 gennaio il gruppo Parmalat (Lactalis, ex Parmalat, ndr.) si è dichiarato indisponibile a proseguire in una collaborazione, anche in via transitoria, come forse adombrato. Una decisione irresponsabile”. 

DIVIDENDI PER OLTRE 41 MILIONI

A dividere, invece, l’amministrazione capitolina, nella figura del direttore generale Paolo Aielli, e i commissari, in testa il presidente Alemanni, è la scelta del Campidoglio di non richiedere subito a Lactalis i dividendi non riscossi, pari a oltre 41 milioni di euro più interessi, come stabilito dalla sentenza d’appello: “Il nostro problema è stato di ottenere le azioni e garantire un periodo transitorio – ha spiegato Aielli – che abbiamo garantito con un accordo transitorio ‘di non belligeranza’, perché Parmalat non ‘spegnesse’ l’azienda per mantenere la continuità e il valore dell’azienda. A fronte di questo abbiamo sospeso la richiesta dei dividendi”. E, quanto a questi ultimi “abbiamo chiesto all’Avvocatura che intervenisse presso la Cassazione per chiarire al più presto la vicenda, su cui non c’è doppia conforme tra primo e secondo grado di giudizio, come invece c’è sulla titolarità delle azioni. A quel punto – ha sottolineato Aielli – potremo ristabilire le condizioni per dare continuità, se confermato dall’amministrazione, all’azione della messa sul mercato dell’azienda. Al momento, comunque, i dividendi del 2021 e 2022 sono bloccati in azienda, a copertura di quanto ci è dovuto”. “Mi chiedo se non possa verificarsi un danno erariale sui dividendi non riscossi – ha ipotizzato Alemanni – L’approccio amministrativo di aspettare le sentenze, pure quando ci hanno dato ragione, va valutato, in generale. Accade anche sul tavolino del bar che c’è contenzioso. Se non c’è una sospensiva, ok, ma con una sentenza che ci riconosce la riscossione?” “Senza sentenza della Cassazione, secondo la due diligence che abbiamo fatto fare, il valore patrimoniale dell’azienda, che è di circa 65 milioni, – ha replicato Aielli – ad oggi è zero perché non ne abbiamo la piena titolarità che è sub iudice, e quindi non possiamo dare seguito all’intenzione espressa dall’amministrazione di valorizzarla. Con la sentenza pendente -ha sottolineato ancora il direttore generale Aielli – i valori riconosciuti sono molto più bassi, anche se ci troviamo in una situazione per il 2023 di sostanziale equilibrio, e ci aspettiamo una contenuta perdita nel 2024 grazie a tutte le attività che i vertici della Centrale stanno mettendo in campo per riorientare l’azienda con nuovi partner”. 

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