Sempre più in bilico l’incarico per Virginia Raggi. ‘Verificare la compatibilità della carica istituzionale di rappresentanza internazionale di Virginia Raggi in qualità di presidente della commissione speciale Expo 2030 del Campidoglio in seguito alle polemiche scaturite dopo la presunta condivisione su alcune chat del M5S di alcuni contenuti filorussi da parte della ex sindaca’.
È quanto chiede una mozione ex articolo 58 depositata in Assemblea capitolina dai consiglieri della Lista civica Calenda, Flavia De Gregorio, Dario Nanni e Francesco Carpano, invitando ‘il sindaco e l’Assemblea capitolina a richiedere alla presidente della commissione Expo, Virginia Raggi di fare chiarezza sulle posizioni politiche assunte sull’aggressione russa ai danni dell’Ucraina e, contestualmente, a verificare la compatibilità della sua carica istituzionale di rappresentanza internazionale’. La presidenza della commissione speciale Expo, spiegano i tre consiglieri nel documento, ‘contribuisce alla rappresentanza ed alla promozione mondiale della candidatura della città di Roma all’Esposizione internazionale del 2030 e deve pertanto garantire unanimità di posizioni in materia di politica estera con il Governo italiano attualmente impegnato nel supporto all’Ucraina nella resistenza contro l’aggressione russa’.
Dal canto suo Virginia Raggi si è limitata ad un’autodifesa quasi d’ufficio. “Non sono filo russa. Ho condiviso in una chat privata le analisi sulle tensioni tra Russia e Ucraina che aveva fatto, fin dal 2014, l’allora parlamentare europeo Dario Tamburrano -ha scritto l’ex sindaca Raggi– non sono una filo-putiniana o filo-russa: è evidente che in Ucraina ci sia un aggressore, la Russia, come è pubblica la mia contrarietà alla guerra come soluzione dei conflitti”. Alla luce della nuova presa di posizione della lista Calenda si attende la decisione della maggioranza consiliare capitolina. Appare sempre più probabile la rimozione della Raggi alla guida della commissione Expo 2030.