E’ il giorno del 44° anniversario della strage di via Fani e del rapimento dell’ex presidente della Dc Aldo Moro. In pochi forse ricordano un particolare di quei giorni poco conosciuto ma rivelato ad altissimi livelli. “Aerei della Nato sorvolarono il litorale laziale, da Latina a Roma”. Sono passati quasi 7 anni quando l’ex vicepremier Claudio Martelli nell’aprile 2015 raccontò questo aneddoto clamoroso nel corso di un’audizione nella Commissione parlamentare di indagine sul sequestro dell’ex leader Dc.

“Quando si seppe che Moro poteva essere prigioniero in una villetta sul litorale ci fu un controllo aereo della Nato vicino Latina, sul mare -dichiarò Martelli– ma la ricerca si doveva basare su apparecchiature in grado di rilevare fonti di calore che in realtà non furono mai montate sui velivoli”. Martelli ricordò un successivo incontro con il capo del Sisde, il generale Giuseppe Grassini, morto nel 1992. Quest’ultimo su quell’episodio gli disse che “quelle apparecchiature, in grado di identificare forme di calore a terra, non furono mai montate su quegli aerei, che di fatto, così, non poterono rilevare eventuali riscaldamenti accesi, che avrebbero fatto ipotizzare la presenza di qualcuno in quelle casette”.

Nella sua audizione, inoltre Martelli rievocò l’impegno a favore di una soluzione umanitaria, preso dal Psi, dopo il congresso di Torino, di pochi giorni successivo al sequestro di Moro. “La posizione di Craxi – affermò Claudio Martelli – era basata su un ragionamento che era questo ‘tutti parlano di pericolo per lo Stato, ma io in pericolo vedo solo la vita di Moro, sosteneva Craxi”. Ma la gestione della vicenda fu in qualche modo di esclusiva competenza della Dc e della sua segreteria, “tenendo fuori il Parlamento, che non fu neanche convocato, una cosa oggi inimmaginabile, e che fu un grave errore”, aggiunse l’ex numero 2 del Psi.
Tornando alla vicenda del volo aereo, va detto che la ricognizione, di cui si è poi saputo era stata attribuita a mezzi dell’aeronautica italiana, aveva lo scopo di fotografare l’area, ma la missione sorvolo scelse di non raccogliere immagini. La testimonianza di Martelli nell’immediato fu considerata non solo attendibile ma anche utile ai fini di una ricostruzione storica di quei momenti. “La notizia mi pare davvero importante: ovviamente non conosciamo la catena di comando che portò alla decisione dell’intervento di aerei dell’Alleanza Atlantica e che scelse di non raccogliere immagini, di fatto boicottando la missione”, affermò l’allora vicepresidente dei deputati del Pd, Gero Grassi, componente della Commissione stessa. Ma alla lunga quell’episodio non fu più ripreso nè dalla commissione nè tantomeno sul piano mediatico. Resta il mistero di quel volo e delle immagini mai raccolte e diffuse.