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Caro gasolio, i pescatori pontini invocano lo stato di crisi. Spiragli da Roma

Marco Battistini
La Regione Lazio potrebbe prendere seriamente in considerazione la dichiarazione dello stato di crisi invocata dai pescatori del litorale pontino. Sviluppi già dalla prossima settimana.
Marzo 19, 2022
caro gasolio comparto ittico latina

I pescatori di Anzio e Terracina chiedono la dichiarazione dello stato di crisi per il comparto ittico del Lazio. Dopo la protesta contro il caro gasolio, che ha toccato soprattutto le marinerie di Terracina e di Anzio, qualcosa comincia a muoversi. La Regione Lazio potrebbe prendere seriamente in considerazione la dichiarazione dello stato di crisi invocata proprio dai pescatori del litorale pontino.
La prossima settimana potrebbero esserci sviluppi in questo senso.

La protesta dei pescatori come dicevamo, parte dal caro gasolio, che fa salire alle stelle le spese per una pescata. Il gasolio è arrivato a costare 1,10 euro al litro. Quindi è facile comprendere come per una uscita in mare servono 6-700 litri al giorno. Tra stipendi e carburante una giornata di lavoro costa oltre mille euro ed è sempre più difficile far quadrare i conti considerando i prezzi all’ingrosso ed al dettaglio del pescato. Soprattutto in provincia di Latina la pesca rappresenta un ambito strategico per l’indotto economico e commerciale legato all’industria ittica.
Diverse le forme di dissenso che si sono registrate per il caro gasolio, in primis l’astensione dalle uscite in mare.

Da giorni il settore chiede aiuti di fronte alla corsa inarrestabile del prezzo del carburante, raddoppiato nel giro di pochi mesi, che sta mettendo a serio rischio l’attività dei pescatori, già provati dalla profonda crisi determinata dalla pandemia, aggravata, tra l’altro dalle norme europee per la riduzione dello sforzo di pesca che riducono sempre di più le giornate in mare, nonché dalla recente situazione collegata alla crisi Ucraina.
Nella Regione Lazio le proteste hanno riguardato indistintamente tutti gli operatori, tracciando idealmente una continuità che si estende da Terracina a sud del litorale, per procedere verso Anzio. Si tratta di un settore che ha garantito sempre sviluppo economico ed occupazionale, oggi, purtroppo gravemente compromesso sia per i piccoli, nonché medi, ma anche grandi distributori che non riescono per forza di cose a sorreggere i costi di una crisi insostenibile.

Anche a livello governativo il sottosegretario Francesco Battistoni ha annunciato la prossima adozione di un provvedimento ministeriale d’urgenza che offra un sostegno finanziario alle imprese di pesca colpite oltre, che dall’emergenza sanitaria, anche dalla crescente crisi energetica.

L’ipotesi è quella di un’iniezione finanziaria di 20 milioni di euro. I pescatori ci contano davvero.

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