Calandrini e Durigon scalzano Fazzone. Il voto del 25 settembre sta lentamente cambiando i ‘pesi’ all’interno del centrodestra pontino, destinato a cambiare connotati e leadership dopo qualche decennio.
Nicola Calandrini è in pole position per la presidenza della commissione Bilancio, forte soprattutto dell’esperienza maturata nel corso della legislatura precedente, dove ha rivestito il ruolo di capogruppo di Fratelli d’Italia. Sarebbe un grande risultato anche in considerazione dell’importanza strategica di un organismo considerato fondamentale in sede di manovra finanziaria.
La partita entrerà nel vivo nei prossimi giorni, dopo il completamento della squadra di governo previsto in queste ore. Le ultime voci che circolano tra i corridoi danno quasi certa l’assegnazione della presidenza della Commissione Bilancio di Palazzo Madama a Fdi e il nome più gettonato è quello di Nicola Calandrini. Il nome del leader pontino di Fratelli d’Italia rientrava peraltro nel toto-Mef.
Claudio Durigon dal canto suo ha ottenuto invece la delega disottosegretario al Lavoro come nelle previsioni.
LA SCALATA DI SARA
Un terzo nome pontino si affaccia sul tavolo dei grandi. Si tratta di Sara Kelany avvocato di Sperlonga, colonna dell’ufficio studi di Fratelli d’Italia: il Think tank nato da un’intuizione di Giovanbattista Fazzolari che analizza ed elabora proposte, prepara i dossier e gli interventi per Giorgia.
Quando si dice che la neo-premier ama arrivare preparata è lì che attinge. 42 anni, tre figli, Kelany ha raccontato la sua storia al Corriere della Sera: “Mio padre era un immigrato egiziano e mia madre è italiana, io sono la ‘seconda generazione’ che si è integrata. Sono cresciuta nella consapevolezza della mia identità e nel rispetto per le differenze, in una famiglia dove il Corano e la Bibbia erano sullo stesso scaffale. E papà non ha mai obiettato sul fatto che frequentassi la parrocchia”.
Il dossier sullo Ius Scholae di FdI è frutto anche del suo contributo, convinta che occorra “un ciclo di studio di 10 anni”. Militante del partito, è stata candidata ed è diventata deputata. Per lei si profila anche la possibilità di un incarico di presidente di commissione alla Camera.
I RIFLETTORI SU LATINA
Ad ogni modo Nicola Calandrini vuole assumere la veste di playmaker sul Comune di Latina, il centro più importante fra quelli che andranno al voto in primavera. Il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia è diventato il principale interlocutore del commissario prefettizio. Una conseguenza diretta del voto del 25 settembre che lo pone come punto di riferimento del partito di maggioranza relativa nel Paese e nel territorio pontino. Il suo recente incontro con il commissario Valente ha assunto un significato particolarmente rilevante.
“Ho messo a disposizione del Commissario Carmine Valente il mio ruolo istituzionale a sostegno di tutte le iniziative che dovessero servire per la comunità di Latina -ha affermato Calandrini- in particolare abbiamo affrontato il nodo dei fondi del Pnrr e dei relativi progetti, affinché possano essere attuate le necessarie procedure per cercare di non perdere neppure un euro delle somme messe a nostra disposizione e con l’auspicio di poter accedere a ulteriori risorse”.
Il dato politico è netto. Nicola Calandrini oggi ha conquistato la golden share della coalizione a livello locale. Per la prima volta il coordinatore provinciale di FdI potrà assumere il ruolo di guida dell’alleanza, verso le prossime regionali e le amministrative di primavera.
Seppur ridimensionato nel dato elettorale, con la Lega scesa al 6% su scala regionale, sotto il 5% a Roma e attorno al 10 nel basso Lazio, Claudio Durigon ha dimostrato di essere l’unico vero ‘animale politico’ che il Carroccio dispone nel centro Italia. L’occasione che ha davanti è di quelle davvero importanti, Che diventi sottosegretario al Lavoro o presidente della commissione analoga a palazzo Madama, Durigon potrà esercitare un’influenza notevole sulla politica nazionale e locale nei prossimi anni. I suoi rivali interni sono stati ridimensionati per non dire cancellati e sul tavolo per le regionali e le amministrative farà valere comunque il suo rapporto privilegiato con Matteo Salvini.
La stessa cosa non può dirsi del senatore Claudio Fazzone, che è ormai isolato all’interno del gruppo dei senatori di Forza Italia. Nonostante sia uno dei pochissimi in grado di avere un forte consenso personale, Fazzone continua a non ottenere i ‘gradi’ che meriterebbe per i risultati raggiunti.
Eppure, ne siamo certi, farà pesare i suoi voti. Soprattutto nei Comuni pontini chiamati al voto. Per l’accordo c’è tempo. Sicuramente dopo la scelta del candidato governatore e probabilmente dopo il voto regionale di febbraio. Fazzone ha già in mente un nome ideale da mettere in campo: Alessandro Calvi. Il braccio destro del senatore avrebbe certamente le caratteristiche per poter prendere in mano la situazione. Gli vengono riconosciuti doti da mediatore che in politica sono essenziali soprattutto quando serve fare sintesi. E Calvi ha dalla sua anche la pazienza e la meticolosità del metodo di lavoro, ereditata dal padre, ex senatore del Psi. Forza Italia chiederà la guida del capoluogo, senza la quale il rischio concreto è che possa saltare il banco. Per questo soprattutto da Fratelli d’Italia si preferisce mantenere un basso profilo e allungare i tempi delle scelte. Magari dopo il nuovo successo alle Regionali.