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Berlusconi oscura Fedez: meno male che i voti (nel Lazio e in Lombardia) seppelliranno show ai seggi e canzonette

Licandro Licantropo
Oggi pomeriggio sapremo chi sarà il nuovo Governatore del Lazio. Fino alle 15 seggi aperti in tutta la regione
Febbraio 13, 2023
Silvio Berlusconi su Facebook post voto

Verso le 17 di oggi pomeriggio sapremo se il centrodestra guidato da Francesco Rocca sarà riuscito ad interrompere un predominio lungo dieci anni del centrosinistra alla Regione Lazio. Se così sarà, bisognerà vedere anche quale sarà stato il contributo dei singoli partiti della coalizione: con Fratelli d’Italia al 30% e Lega e Forza Italia intorno o sotto al 10%, allora Giorgia Meloni farà sentire la sua voce, direttamente o indirettamente perché quanto successo nell’ultima settimana è l’ennesima dimostrazione di quanto avversari e alleati stiano rosicando dal 25 settembre 2022.

DA FEDEZ A BERLUSCONI

Ha ragione Francesco Storace che, ospite ieri sera della trasmissione Non è L’Arena di Massimo Giletti, ha fatto capire come lo show al seggio di Silvio Berlusconi sia da interpretare come una sorta di fallo di reazione preventivo per i risultati elettorali di oggi nel Lazio e in Lombardia. Dove presumibilmente FdI sarà non solo il primo partito, ma con un vantaggio abissale nei confronti di Forza Italia.

Per questo Berlusconi ha detto che lui, da presidente del consiglio, mai avrebbe incontrato Zelensky. Una frase per mettere in dubbio la leadership di Giorgia Meloni e far andare in difficoltà il “suo” ministro degli esteri Antonio Tajani. Non è la prima volta, non sarà l’ultima: Berlusconi sta con Putin e proprio non riesce a sopportare di essere ormai un comprimario. Le secche prese di posizione di Palazzo Chigi e dello stesso Tajani sono state emblematiche. Però ciò non toglie che nella maggioranza di governo il problema di Forza Italia è ormai enorme. L’esibizione di Berlusconi al seggio ha oscurato perfino il “caso Fedez” a Sanremo

Come tutti sanno, in una delle sue performance il rapper (che si comporta come se fosse un filosofo della politica) ha strappato una foto del viceministro Galeazzo Bignami. Sempre quella stessa foto in cui appare con la divisa nazista in occasione dell’addio al celibato. Immagine scattata nel 2005, quando Bignami militava in Forza Italia. E per la quale si è scusato almeno venti volte. Ma non serve a nulla. Il premier Giorgia Meloni ha criticato l’atteggiamento della Rai, che a suo giudizio conosceva  perfettamente i contenuti delle varie esibizioni, compresa quella di Fedez.

Ma Sanremo è il Festival della canzone italiana oppure ambisce a diventare un talk show politico di riferimento? Come fu all’epoca Samarcanda di Michele Santoro, il quale (straordinario giornalista) non ha mai fatto mistero di essere schierato da una parte? Specialmente allora. Un artista del calibro di Roberto Benigni recita alcuni articoli della Costituzione, in particolare quello sulla libertà di pensiero e di espressione. E tutti si affrettano a specificare che si tratta della Costituzione antifascista. Già, ma dove sono i fascisti? Il messaggio subliminale che si vuole far passare è: sono al Governo. Caspita!  

Forse perfino la lettera di Zelensky avrebbe avuto maggiore senso se fosse stata letta da Giovanni Floris a DiMartedì. Ma tutto fa spettacolo. La questione però è che quando al Governo del Paese c’è il centrodestra, la Rai deve comunque continuare a “rispondere” al centrosinistra. La Rai è una società pubblica le cui quote di maggioranza, il 99,56%, sono detenute dal Ministero dell’economia e delle finanze. L’unico azionista di minoranza è la Siae (Società Italiana degli Autori ed Editori), che ha lo 0,44%. Dal 1975 il controllo sull’azienda è stato trasferito al Parlamento, con l’apposita commissione di vigilanza. La lottizzazione ha sempre fatto parte della gestione della Rai. Ai tempi della Prima Repubblica la Dc “ispirava” Rai1, il Psi Rai2, il Pci Rai3, che qualcuno denominò perfino TeleKabul. I partiti hanno costantemente determinato le maggiori nomine della Rai: amministratore delegato, direttori dei telegiornali, membri del consiglio di amministrazione. Ma adesso che ha vinto il centrodestra e che Fratelli d’Italia ha i numeri maggiori, Pd e Cinque Stelle tuonano: “Fuori la politica dalla Rai”. Potevano dirlo quando erano loro in maggioranza. La solita ipocrisia “urlata” e condita dalla retorica antifascista.

ASPETTANDO I RISULTATI

Oggi sapremo chi sarà il nuovo Governatore. Francesco Rocca è favorito, ma come ha insegnato Giovanni Trapattoni “non dire gatto se non l’hai ne sacco”. Alessio D’Amato non è uno che si arrende. In provincia di Frosinone a chi andranno i quattro seggi a disposizione? Nel caso di successo di Rocca, 2 a  Fratelli d’Italia, 1 al Pd e 1 ai Cinque Stelle. Con la Lega che può inserirsi. Se invece dovesse vincere D’Amato, 2 al Pd, 1 Fratelli d’Italia, 1 ai Cinque Stelle. Con la posizione del Carroccio che vale nella stessa maniera di prima. Le percentuali dei partiti saranno fondamentali per stabilire chi davvero ha tanti voti, chi non riesce a frenare l’emorragia di consensi e chi dovrà accontentarsi di un ruolo di secondo o terzo piano. In attesa del prossimo Sanremo.