Andrea Bossola è il nuovo direttore generale di Ama. L’amministratore unico Angelo Piazza, dopo averne parlato con il sindaco Roberto Gualtieri, ha scelto. La decisione è stata presa a quasi quattro mesi dalla pubblicazione dell’avviso pubblico per trovare il profilo giusto per riempire la più importante casella gestionale della municipalizzata dei rifiuti di Roma.
La determinazione, che è stata preannunciata a Roma Capitale, fa seguito all’avviso di selezione ad evidenza pubblica che si è articolato in due fasi. Una società specializzata in ricerca del personale manageriale ha dapprima verificato i requisiti generali, professionali e preferenziali di ammissione alla selezione, individuando i profili migliori. Successivamente, la valutazione delle candidature selezionate è stata anche esaminata da una commissione tecnica che ha approfondito “gli aspetti motivazionali e le specifiche competenze rispetto al profilo ricercato”. Piazza quindi nel pomeriggio di ieri ha annunciato ufficialmente la nomina di Bossola a direttore generale.
Nonostante Bossola fosse in pole da oltre un mese la sua nomina ha tardato ad arrivare. Le uniche perplessità erano legate al suo passato di manager in Acea. L’ingegnere si era allontanato dalla multiutility nel maggio del 2017, nei giorni della grave crisi idrico-ambientale del lago di Bracciano, utilizzato da Acea come fonte di approvvigionamento di riserva per i rubinetti della Capitale. Nel novembre del 2020 la procura di Civitavecchia ha chiesto per lui il rinvio a giudizio con un’accusa pesantissima: disastro ambientale.
L’ingegner Bossola ha infatti lavorato per Acea dal 2005 al 2017. Nel suo curriculum professionale vi sono anche altri importanti incarichi: amministratore delegato di Publiacqua, direttore dell’Area industriale idrico; ma anche presidente esecutivo di Areti. E’ stato inoltre consulente per la Sorical, azienda calabrese a capitale misto pubblico-privato di Catanzaro Lido.
Per alcuni si aggiungerebbe un tassello nella direzione della partnership, se non proprio della fusione tra le due aziende, auspicata dallo stesso sindaco Gualtieri.
Emergenza continua
Intanto l’emergenza rifiuti non si arresta e nella Capitale aumenta il disagio per la spazzatura in strada. La situazione è in via di peggioramento, con il sequestro dell’impianto di Albano. Chiuso con i sigilli, in attesa della pronuncia del Tar. E le tariffe della Tari che a fronte di continui disservizi restano tra le più alte d’Italia. Per trovare una soluzione quindi il Campidoglio ha puntato sull’incremento del trasferimento dei rifiuti in altre regioni disponibili, e all’estero. Proteste si sono registrate nella zona di Casal Selce, dove dovrebbe sorgere il biodigestore voluto da Ama. Qui i residenti sono sul piede di guerra. Ama ha presentato alla Regione richiesta per l’impianto di Casal Selce e a breve partirà la conferenza dei servizi. Oltre questo, è prevista la costruzione dell’impianto a Cesano. Entrambi dovranno lavorare i rifiuti organici della Capitale. Sulla carta tratterà 120.000 tonnellate annue di frazione organica, con produzione di biometano. Si preannuncia un fronte caldo vista la rivolta in corso degli abitanti del quartiere contrari al potenziamento dell’impianto.