Altra grana sui rifiuti per il sindaco Gualtieri e la sua giunta. L’associazione ecologica Monti Sabatini ha presentato ricorso al Tar per bloccare l’iter autorizzativo della discarica di Magliano Romano. Il sito infatti dovrebbe accogliere i rifiuti urbani indifferenziati in buona parte provenienti da Roma. All’entrata in funzione ufficiale di Magliano Romano, lo ricordiamo, manca ancora l’Aia, Autorizzazione integrata ambientale.
Quella di Magliano Romano è una discarica di circa 900.000 metri cubi di proprietà della società Idea 4, partecipata anche da Acea, realizzata a 35 chilometri nord da Roma. Già idonea ad accogliere e lavorare rifiuti inerti è stata oggetto dal 2014 di una Conferenza dei servizi che di recente si è chiusa a inizio febbraio rilasciando una Via (Valutazione di impatto ambientale) favorevole a trasferire pure l’indifferenziata.
Si aggrava quindi la situazione sul fronte impiantistico sul fronte capitolino. Vale la pena ricordare che la discarica di Albano, sequestrata per l’assenza di una fideiussione normalmente richiesta in fase autorizzativa a garanzia delle operazioni post mortem, resterà inutilizzabile per parecchio tempo. In una nota, il consigliere regionale del Lazio ed esponente nazionale di Cambiamo-Italia al Centro, Adriano Palozzi prende di mira l’amministrazione capitolina.

“Vediamo con i nostri occhi quanto impietosamente non si fermino le criticità legate alla gestione rifiuti –afferma Palozzi- anche in questi giorni abbiamo purtroppo constatato una Roma sporca con sacchetti abbandonati sui marciapiedi e cassonetti pieni. Eppure il sindaco Gualtieri in campagna elettorale si era sbizzarrito promettendo una capitale pulita e un miglioramento nella raccolta differenziata, tuttavia le cartoline di degrado che arrivano dai vari quadranti capitolini sono tutto tranne che idilliache e positive. Sollecitiamo dunque la giunta di centrosinistra e il primo cittadino a un chiarimento in merito e a comunicare ai romani cosa hanno davvero in mente per risolvere definitivamente la questione rifiuti a Roma”.
Dal canto suo l’amministrazione di Roma Capitale sta tentando di correre ai ripari. Al momento l’unica via d’uscita è l’aumento delle esportazioni destinate agli impianti di Hera in Emilia, della Deco Ambiente in Lombardia, e in Olanda. Ma il timore che serpeggia in Campidoglio è che a medio-lungo termine le soluzioni tampone non possano essere sufficienti a frenare l’emergenza rifiuti.