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Allarme impianti rifiuti, Roma rischia il collasso. Discariche out, la Regione chiamata a fare delle scelte

Marco Battistini
C’è il problema della discarica di Albano, che nonostante il recente provvedimento di dissequestro non è ancora tornata in funzione.
Giugno 4, 2022

Non bastava l’emergenza di questi giorni, adesso la Capitale dovrà fronteggiare un altro enorme problema legato all’indisponibilità del Tmb di Rida Ambiente. Per lavori di manutenzione l’impianto apriliano rimarrà chiuso per Ama dall’8 al 18 giugno. Tradotto in sostanza, non sarà possibile trattare in questo impianto 350 tonnellate di spazzatura romana.
Rida tornerà a trattare i rifiuti romani “salvo il verificarsi di eventi emergenziali collegati anche all’esaurimento dei quantitativi concessi dalla discarica Ecologia Viterbo”. La società di Fabio Altissimi rischia di non trovare più spazi dove portare gli scarti di lavorazione che devono finire per forza in discarica. C’è il problema della discarica di Albano, che nonostante il recente provvedimento di dissequestro non è ancora tornata in funzione. Peraltro ormai entro un mese scadrà l’ordinanza sull’utilizzo dei rifiuti capitolini. Ma problemi gravi si registrano anche nel sito di Viterbo, il cui spazio è limitato e peraltro in grado a malapena di sopportare il conferimento dei Comuni dell’alto Lazio. 

IMPIANTISTICA LIMITATA DA MONOPOLI E IMMOBILISMO POLITICO

Vale la pena di ricordare che entrambe fanno parte della galassia del gruppo Cerroni. Il problema di fondo è rappresentato da una situazione di sostanziale monopolio, esistente sia per gli impianti di trattamento che producono Css, sia per le discariche, che limita l’azione di quelle imprese che vogliono agire nella legalità e soprattutto in base alle regole del libero mercato e della concorrenza. 
Ad oggi, l’unica discarica disponibile nel Lazio, e quindi forte anch’essa della propria posizione “dominante”, è quella di Viterbo, che in più di un’occasione si sarebbe rifiutata di ritirare gli scarti del Tmb di Rida Ambiente.
Diventa quindi imprescindibile un cambio di impostazione sui rifiuti. La scelta di ampliare l’offerta impiantistica da parte del Comune di Roma deve essere considerata di portata storica, perchè rompe con l’immobilismo politico ultradecennale e apre alla prospettiva di una concorrenza vera su questo fronte. L’amministrazione Gualtieri a Roma ha ben compreso l’importanza di un passo in avanti che vada nella giusta direzione, quella delle nuove tecnologie compatibili con l’ambiente ed in grado di rappresentare una risposta concreta al problema dei rifiuti. Al contrario la Regione Lazio appare ferma e bloccata da ‘equilibrismi’ di natura politica, da istinto di conservazione partitocratico e dalla volontà precisa di conservare il monopolio esistente per la chiusura del ciclo. 
Chi prova a rompere queste logiche monopolistiche viene puntualmente ostacolato.
Fabio Altissimi non sembra però volersi dare per vinto e l’ultima sua iniziativa è destinata ad avere un forte impatto sul territorio. In particolare è il progetto del termovalorizzatore di Aprilia a rappresentare un elemento di grande innovazione. Innanzitutto perché si tratterebbe di un impianto di trattamento rifiuti realizzato secondo le migliori tecnologie disponibili. Quindi un’opportunità per il territorio, in grado di creare posti di lavoro e tale da consentire il riutilizzo intelligente dei rifiuti, producendo come conseguenza positiva per i cittadini contribuenti, il contenimento della tassa di smaltimento dei rifiuti. C’è infine la volontà della società promotrice, la Crea Plant srl, dopo l’approvazione del progetto e prima della sua realizzazione, di trasformarsi in società per azioni ad azionariato diffuso, con la possibilità per ogni cittadino di acquisire azioni e diventare così  parte attiva del progetto e della gestione.
L’istanza per la Valutazione d’impatto ambientale è già stata depositata presso gli uffici regionali. L’auspicio è che davanti a questa crisi irreversibile del sistema impiantistico laziale, i ‘burocrati’ della Regione si muovano con senso di responsabilità. Evitando un bis del caso Paguro, la società controllata da Rida Ambiente ad Aprilia, che ha avanzato un progetto per realizzare una discarica sul sito di La Cogna, parallelamente alla bonifica dei terreni inquinati dell’area, ma che fino ad oggi ha ricevuto solo dei ‘No’. Fino a quando durerà questo ostracismo verso il nuovo? Il rischio è che l’agonia del sistema di smaltimento dei rifiuti nel Lazio continuerà in modo perenne. Garantendo il profitto di pochi ma con costi a carico della collettività sempre più insopportabili.

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