Lontano dallo Stirpe proseguono i… dolori del giovane Frosinone, che non sono d’amorosa matrice come quelli del Werther di Goethe ma discendono pur sempre da una fatale impossibilità. Il giovinetto del romanzo epistolare si struggeva al pensiero di non poter amare Carlotta, quelli calciodimensionati allenati da Grosso si struggono invece per l’assenza del gol, che ormai in trasferta sembra diventata la regola. Anche a Lecce, i giallazzurri hanno corso novanta minuti senza l’urlo liberatorio. La porta di Bleve non ha corso rischi reali, perché i pochi tentativi degli avanti giallazzurri sono stati intercettati anzitempo dalla difesa salentina. Il timore della vigilia si è rivelato fondato: senza Charpentier i canarini fanno molta fatica a dare un senso compiuto alle loro azioni offensive. Grosso è partito con Ciano “falso nove”, coadiuvato da presso da Canotto e Zerbin. Nella ripresa gli innesti di Cicerelli e Novakovich hanno dato un pizzico di pericolosità in più alla manovra, ma anche in questa fase del confronto le potenzialità sono rimaste sostanzialmente inespresse, prigioniere di uno stato latente mai evolutosi a realtà.
Molto, forse troppo facile per il Lecce dell’ex Baroni prendersi i tre punti con il minimo sforzo. La zuccata chirurgica di Coda, bomber di razza che nel campionato cadetto continua sovente a fare la differenza, è stata sufficiente ai pugliesi, che ad onor del vero nella ripresa hanno anche mancato un paio di favorevoli occasioni per mettere in ghiaccio il risultato. Tra le note liete del pomeriggio salentino va indicata la caparbietà con la quale la squadra ciociara ha provato a cambiare il copione. Sebbene in modo asfittico e con una certa approssimazione, Gatti e compagni hanno profuso ogni stilla di energia alla ricerca di un pareggio non utopistico. Evitando il raddoppio pugliese con abilità e con un pizzico di fortuna, il Frosinone ha tenuto in bilico il verdetto fino al 95’, accentuando negli ultimi minuti una supremazia territoriale che l’ha peraltro esposto a pericolose ripartenze. Grosso non ha esitato a gettare nella contesa due giovanissimi, Oyono e Maestrelli, mentre Sergio Kalaj è partito addirittura titolare. La prestazione dei giovani è stata nel suo complesso confortante e regala al Frosinone una certezza in più, in vista della volata per salvaguardare e possibilmente migliorare la posizione nella griglia dei playoff. Non c’è molto tempo per analizzare le risultanze della gara di Lecce, perché martedì sera il team ciociaro recherà visita al già spacciato Pordenone. I neroverdi non sono intenzionati a mollare un solo centimetro fin quando la matematica non esprimerà un verdetto inappellabile, ma certo la gara sembra ideale per interrompere la lunga astinenza esterna dei canarini, scavalcati in classifica dall’Ascoli, proprio grazie alla vittoria di misura sui friulani, firmata da Baschirotto, anche in questo caso con un colpo di testa. La volata continua e i playoff sono comunque più vicini.