Un’interrogazione urgente per chiedere verifiche sull’attività della direzione rifiuti e ambiente della Regione è stata presentata dai consiglieri di Fratelli d’Italia a La Pisana, Chiara Colosimo e Giancarlo Righini. Nel mirino degli esponenti di FdI vi sarebbero sviste molto gravi sulla materia delle autorizzazione degli impianti che gestiscono i rifiuti. I riflettori sono puntati su quanto avvenuto nella discarica di Albano.
Sul sito, o meglio sulla società che lo possiede, la Pontina Ambiente, gravano due interdittive antimafia (una del 2006 e una del 2014 rinnovata nel 2020 dalla Prefettura) che le impediscono di contrarre con la pubblica amministrazione. La discarica è comunque attiva perché nell’ottobre 2020 la Regione ha dato il via libera alla voltura dell’autorizzazione ambientale a un’altra società alla quale la Pontina Ambiente ha prestato l’invaso, l’Ecoambiente Srl, aggirando così l’interdittiva. Durante una commissione regionale Trasparenza convocata sul tema dalla consigliera di FdI Chiara Colosimo il direttore della direzione regionale Ambiente Vito Consoli ha sostenuto: “Sono cose molto vecchie e difficile capire se queste interdittive siano ancora attive”. Eppure a metà gennaio una sentenza del Tar del Lazio ha respinto un ricorso della Pontina Ambiente che chiedeva l’annullamento del rinnovo dell’interdittiva. Pochi giorni dopo la direzione regionale Rifiuti ha richiesto all’avvocatura un parere in merito alla legittimità della voltura. La risposta è stata impietosa e ne ha certificato l’illegittimità.
Si legge: “In pendenza di un’interdittiva antimafia l’affitto di ramo d’azienda (in questo caso della discarica ndr) deve essere valutato come possibile tentativo di eludere la normativa antimafia considerazione più rilevante se si considera che la società gravata percepisce un utile diretto dall’affitto che costituisce un elemento idoneo a neutralizzare i due atti della prefettura”.
Inevitabile la presentazione di un atto ispettivo da parte degli esponenti di Fratelli d’Italia che hanno chiamato in causa il presidente Zingaretti ma anche gli assessori Valeriani e Lombardi chiedendo loro di vigilare sugli uffici ed evitare che si verifichino errori come quello commesso sulla discarica di Albano, dove è stato ignorato un provvedimento antimafia. Errori che rischiano di compromettere il regolare andamento dell’amministrazione e che minano la credibilità delle istituzioni.