Oggi a Sora Francesco Rocca inaugura la Tac all’ospedale Santissima Trinità. Prove tecniche di impegno per la sanità ciociara, dopo i fondi per il potenziamento dei Pronto Soccorso e le iniziative del commissario Sabrina Pulvirenti a favore dei più fragili: per esempio la possibilità di effettuare i prelievi a casa e gli esami radiologici per chi ha difficoltà a raggiungere le strutture sanitarie in primis.
Sulla sanità (e sui rifiuti) Rocca ha vinto le elezioni un anno fa. Ora viene il difficile. Mantenere le promesse non è cosa semplice.
Francesco Rocca al di là dei tagli di nastro (come quello odierno) è atteso ad una prova difficilissima.
Fuori dalla retorica bisognerà capire molte cose. Nessuno dice, per esempio, delle carenze di personale nell’ospedale sorano. Gli operatori del reparto dove oggi viene installata la Tac fanno già fatica e per far funzionare bene la nuova macchina. Servirebbero altri operatori. Ci sono? Verranno sbloccare nuove assunzioni?
Tra le corsie ci sono decine di medici che fatturano le proprie prestazioni. Con costi esorbitanti. Ci sono casi nei quali la Asl paga ad ognuno fatture che sfiorano i quindicimila euro.
È sostenibile questa situazione?
Rocca arriva in un momento in cui i conti sono disastrati ma è proprio in queste situazioni che serve rompere gli schemi senza rifugiarsi nella “confort zone” che porta ad addossare ai predecessori le responsabilità.
Occorrono scelte coraggiose. Serve sparigliare le carte. Consapevoli che la salute è un diritto inalienabile dei cittadini. E che non ci saranno mai giudici a condannare chi spende per salvare vite.
La dannata scorciatoia di addossare agli altri le responsabilità non risolverà nulla. Né adesso. Né in futuro.
MASTRANGELI E I PARTITI
Noi non siamo tra quelli che ritengono che i problemi della maggioranza al Comune di Frosinone siano determinati dalle differenti posizioni sulle piste ciclabili o sulla velocità massima da tenere in determinate strade. Sarebbe un’interpretazione minimalista. Alla fine bisogna comunque e sempre fare i conti con la politica. Stiamo parlando di un capoluogo di provincia, nel quale il centrodestra è presente con tutte le sue anime. Riccardo Mastrangeli è stato abile a tenerle insieme (le anime), dopo che invece con il suo predecessore Nicola Ottaviani le fratture della coalizione erano insanabili. Sono passati quasi due anni, il programma va attuato e concretizzato. Ma non è la Bibbia: modifiche sono possibili se ci si rende conto che possono servire a migliorare la situazione e ad unire la coalizione. L’importante è il risultato finale. La verità è che le provinciali hanno fatto emergere (come le politiche e le elezioni per la presidenza della Provincia) il “peccato originale” di un centrodestra nel quale la Lega cerca costantemente prove di forza attraverso il contributo delle civiche: la Lista Ottaviani, la Lista per Frosinone, la Lista Mastrangeli (anche se più che dimezzata). Il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone è un politico esperto: tra i dieci voti ad Andrea Amata (Lega) ce n’è stato uno di Forza Italia, che invece avrebbe permesso l’elezione del consigliere Maurizio Scaccia. Era scontato che ci fosse una reazione politica. Tanto più che a livello regionale tra Forza Italia e Lega ci sono parecchie scintille. Fazzone non può tollerare ingerenze del genere. Maurizio Scaccia sarà una costante spina nel fianco se non si arriverà ad un chiarimento vero. Però se la Lega di Nicola Ottaviani continua ad essere arroccata sulle sue posizioni (minoritarie), non riconoscendo il ruolo di leadership di Fratelli d’Italia e la pari dignità degli alleati, al Comune di Frosinone i problemi all’interno della maggioranza aumenteranno. Riccardo Mastrangeli è il sindaco di tutto il centrodestra, interpreta il ruolo a tempo pieno e senza risparmiarsi. Ha una sua visione della città alche vuole concretizzare. Forse è il momento del “tagliando”. Un “pit-stop” più politico che amministrativo. Nel senso che non c’è nulla di male ad evidenziare la forza e le ambizioni di una coalizione di centrodestra formata da partiti diversi. Le “civiche” sono fondamentali. A patto che restino tali però. Non che vengano utilizzate nei momenti decisivi per assicurare il raggiungimento degli obiettivi di un solo partito. Che nel caso del capoluogo è la Lega. Questo non funziona.