Dal rapporto dell’Ispra sui Rifiuti Urbani per il 2022 il Lazio si posiziona come terzultimo, tra le regioni italiane, per raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Dalla lettura del documento è possibile prendere atto della performance davvero non lusinghiera di Roma dove la raccolta differenziata è cresciuta nell’ultimo anno solo dello 0,9%. Il dato complessivo di raccolta differenziata, relativo alla Capitale, è di poco superiore al 45%: si tratta però di un dato solo ‘quantitativo’ visto che la qualità della materia differenziata raccolta e di bassissima qualità.
Sinistra e Verdi alla luce di questi numeri accentuano il loro pressing nei confronti del sindaco Gualtieri, affinchè faccia marcia indietro sulla linea favorevole al termovalorizzatore. “Leggendo questi dati la prima cosa che ci viene in mente è: ma l’inceneritore è davvero l’unica strada obbligata per trattare i rifiuti a Roma? Noi, non per scelta ideologica ma in quanto conoscitori delle normative vigenti e delle tecnologie più avanzate, siamo convinti del contrario. Pensiamo sia necessario rilanciare l’economia circolare a partire dalla riduzione della produzione, attivandosi per il riuso di quanto si produce prima che diventi rifiuto e, soprattutto, passando su tutto il territorio alla `differenziata spinta porta a porta’ che si realizza solo abbandonando la modalità, ormai scomparsa in tutte le grandi città europee, dei cassonetti stradali.”, dichiarano i consiglieri capitolini del Coordinamento Verdi-Sinistra Nando Bonessio, Alessandro Luparelli e Michela Cicculli.
PROBLEMA NELLA MAGGIORANZA
Gli esponenti della stessa maggioranza che sostiene Gualtieri sottolineano la posizione contraria sulla scelta più importante dell’attuale amministrazione. “Roma Capitale non può arrendersi a una tecnologia obsoleta e incontestabilmente dannosa per l’ambiente, con un inceneritore a cui il Comune dovrà assicurare per più di 33 anni 600.000 tonnellate annue di rifiuti non trattati, e di elevata qualità calorica, da bruciare con un conseguente danno per tutto il territorio circostante. Arrivando all’impegno assurdo che, se contestualmente dovesse crescere la differenziata o si dovesse ridurre la produzione di rifiuti, dovrà essere la stessa Amministrazione di Roma a procurarsi i rifiuti necessari all’altoforno dell’inceneritore: le prossime generazioni vedranno colonne di tir, probabilmente provenienti dalla Calabria o dalla Sicilia, carichi di rifiuti arrivare al sito di Santa Palomba”. Così facendo, secondo i consiglieri “di fatto Roma rinuncia all’economia circolare e a uno degli obiettivi principali dell’agenda Onu 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: questo non possiamo permetterlo e non possiamo lasciarlo in eredità alle prossime generazioni”. Per questo chiediamo, ancora una volta, l’apertura di un confronto con i massimi esperti del settore a livello mondiale affinché si possa essere sicuri – aggiungono Verdi e Sinistra – che effettivamente questo mega-inceneritore sia utile e non sia una decisione imposta dagli interessi delle lobby del settore e attuata tramite i poteri commissariali conferiti dal Governo e finalizzati alla realizzazione del Giubileo 2025. Anche questo dato ci fa rimanere perplessi: il crono-programma prevede che l’inceneritore entri in funzione solo nei primi mesi del 2028. Apriamo una discussione e confrontiamoci: ne va del futuro delle prossime generazioni.”, concludono i consiglieri capitolini. Sotto l’albero Gualtieri non troverà di certo dei doni dalla sinistra della sua maggioranza.