Lo stadio rischia di diventare un terreno di scontro interno alla maggioranza che governa la città di Roma. A qualcuno il rinvio dell’espressione di parere “per approfondimenti” delle commissioni Lavori pubblici e Patrimonio sarà sembrato un inatteso fulmine nel bel mezzo del ciel terso delle dichiarazioni del Campidoglio, a partire dal sindaco Roberto Gualtieri che è tornato ad assicurare il voto dell’Assemblea capitolina entro aprile.
La realtà, però, è che la strada verso l’approvazione in Aula della delibera di dichiarazione di pubblico interesse sul progetto per la realizzazione del nuovo stadio della Roma è tutt’altro che in discesa. E la causa non è esterna, ma va ricercata all’interno della stessa maggioranza al governo della città. La nuova puntata della spaccatura intestina al centrosinistra è andata in scena proprio nel giorno in cui era previsto un incontro dei consiglieri di maggioranza proprio sulla questione stadio.
Incontro che però è saltato “sia perché c’è un po’ di maretta in generale sulla questione stadio perché non si è condiviso un percorso”, sia per motivi più squisitamente inerenti gli equilibri interni al Partito democratico. Nel mirino “la nomina a dirigente Ama di un esponente politico, che ha rotto un clima di serenità che si stava provando a costruire dopo il congresso” nonostante “ci sia dall’altra parte un muro rispetto a permeabilità e cambiamenti d’assetto a livello amministrativo”. Non c’era, quindi, “il clima per tenere una riunione così importante, e quindi ci si è limitati a un incontro tra i capigruppo e il presidente della commissione Urbanistica”.
FIBRILLAZIONE IN CAMPIDOGLIO
La realtà, però, sarebbe diversa. Parte della maggioranza è critica nei confronti, in primis, di Roberto Gualtieri: “Il sindaco fa interviste dicendo che approveremo in Consiglio entro aprile, ma così non rispetta il lavoro che stiamo cercando di fare”. Ma il problema non è solo di metodo: “La delibera è molto lacunosa dal punto di vista soprattutto delle opere infrastrutturali”, su cui in Aula si interverrà con un corposo pacchetto di emendamenti. Fermo restando il tempo necessario per la formulazione e l’esame da parte delle sei commissioni coinvolte (Urbanistica, Sport, Lavori pubblici, Mobilità, Ambiente e Patrimonio), nessuna delle quali ha ancora espresso il rispettivo parere. Non si tratta comunque, spiegano sempre fonti di maggioranza, di semplice ostruzionismo o di un tentativo di boicottaggio: “Lo stadio lo vogliamo tutti, è pazzo chi pensa il contrario”, assicurano i consiglieri. Ma la condizione è chiara: “Se si continua ad andare avanti d’imperio facendo i conti senza l’oste, se le commissioni non esprimono parere e se non ci sono un ordine e una modalità d’insieme allora si arriverà a un vero e proprio ‘Maracanà’, e non certo in termini positivi”. Insomma, sullo stadio dell’As Roma si cominciano ad addensare diverse nubi. Per Gualtieri il tempo non volge verso il bello.