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Unindustria Frosinone: al Tar il piano regionale per la qualità dell’aria, imprese pronte a firmare

Cesidio Vano
Per gli industriali, il documento assegna un’eccessiva discrezionalità agli enti che devono valutare il rilascio di permessi e autorizzazioni
Dicembre 22, 2022
Miriam Diurni, presidente Unindustria Frosinone

Unindustria Frosinone impugnerà davanti al Tar del Lazio il Piano regionale di riqualificazione della qualità dell’aria (Prqa) approvato lo scorso ottobre dal Consiglio regionale e che entrerà in vigore entro la fine di questo: per gli industriali, il documento assegna un’eccessiva discrezionalità agli enti che devono valutare il rilascio di permessi e autorizzazioni, penalizzando le aziende e, soprattutto, mettendo a rischio gli investimenti, nell’incertezza di ogni iter autorizzativo.

La presidente di Unindustria Frosinone: ci rivolgeremo al Tar

Ad annunciare l’iniziativa è stata la presidente di Unindustria Frosinone, Miriam Diurni, nel corso della conferenza stampa di fine anno che si è svolta ieri in occasione delle festività natalizie. Nel condurre un’analisi della situazione congiunturale in cui vivono le imprese del territorio, Diurni ha sottolineato come, così come è stato pensato, il Prqa rappresenti un potenziale ostacolo per le aziende ciociare (e non solo) e disincentivi gli investimenti.

Venti imprese pronte a firmare il ricorso

Sarebbero già una ventina le imprese pronte a sostenere il ricorso contro il piano. “Non perché non vogliamo un piano che garantisca la qualità dell’aria – ha spiegato la presidente –. Anzi lo abbiamo sempre auspicato e questo approvato è arrivato anche in ritardo”. Il problema, però, sarebbe rappresentato secondo gli industriali dal fatto che “il piano approvato dalla Regione, così come è scritto, lascia troppa discrezionalità al decisore e di fatto non consente alle aziende di presentare dei piani ben definiti, avendo certezze sulle norme e le regole da rispettare. Noi questo non ce lo possiamo permettere. Bisogna consentire alle aziende di investire”.

Un piano voluto dall’assessora Lombardi

Il Piano di risanamento della qualità dell’aria della Regione Lazio, che prevede 3,4 miliardi di euro d’investimenti articolati in 42 misure specifiche, era stato salutato dall’assessora regionale alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale, Roberta Lombardi, come “un fondamentale passo in avanti per garantire la tutela dell’ambiente e della salute dei nostri territori e incentivare un nuovo modello di sviluppo sostenibile”; un provvedimento, aveva aggiunto Lombardi che: “coniugando misure dirette, per complessivi 281,5 milioni, con misure indirette arriva a mettere in campo fino circa 3,4 miliardi complessivi, tra risorse regionali, nazionali, fondi europei e del PNRR, dal 2022 fino al 2034”.

Eccessiva discrezionalità e nessuna certezza

Ma, l’eccessiva discrezionalità che il piano lascia alle autorità preposte al rilascio di permessi e autorizzazioni, viene visto come un forte vulnus per l’economia, generando troppe incertezze negli imprenditori intenzionati a investire sul territorio ciociaro. Da qui la decisione di Unindustria, su sollecitazione di molte imprese iscritte, a portare davanti ai magistrati amministrativi di Roma l’irragionevolezza di alcune norme e procedure previste.

Unindustria Frosinone, Diurni: «Moderato ottimismo sul futuro dell’economia»

Nel corso della conferenza stampa, la presidente Diurni ha manifestato un moderato ottimismo per il futuro delle aziende ciociare e dell’economia in generale, pur affrontando con preoccupazione il tema del caro-energia e delle difficoltà che ne derivano per il mondo produttivo.

“Siamo ottimisti per natura – ha detto Diurni – e continuiamo ad esserlo. Anche se questa volta in maniera moderata. Nel piano della qualità dell’aria, però, ci sono alcuni punti che rendono molto difficile proseguire l’attività industriale su questo territorio.  Il rischio che si corre – ha avvertito – è quello di andare a morire”.

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