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Rifiuti di Roma in Svezia: solo termovalorizzatori, niente discariche

Marco Battistini
Almeno per i prossimi tre anni i rifiuti di Roma faranno il giro dell’Europa per evitare altre crisi in città e, soprattutto, metterla in sicurezza in vista del Giubileo. Il piano di Ama da oltre mezzo miliardo di euro
Dicembre 20, 2022

Da Roma fino in Svezia. Almeno per i prossimi tre anni i rifiuti di Roma faranno quasi il giro dell’Europa per evitare altre crisi in città e, soprattutto, metterla in sicurezza in vista del Giubileo. In attesa del raggiungimento dell’autonomia impiantistica, che per la parte dell’immondizia indifferenziata passerà in particolare per la costruzione del termovalorizzatore a Santa Palomba (il sindaco Gualtieri ne prevede l’accensione a ottobre 2026), il Campidoglio attraverso l’Ama ha approntato un piano transitorio di trattamento relativo a 900mila tonnellate l’anno di talquale e incenerimento di 800mila (perché il processo di trattamento riduce il peso dell’immondizia in uscita da smaltire) dal 2023 al 2025, a un costo complessivo che sfonda il muro del mezzo miliardo di euro nel triennio.

A questo piano, che l’agenzia Dire è in grado di ricostruire, Ama ha lavorato per 5 mesi, non solo sottoscrivendo tutti i contratti con operatori terzi per il trattamento dell’indifferenziato e la termovalorizzazione, ma anche approntando una serie di interventi legati alla logistica per facilitare l’imballaggio dei rifiuti trattati e la spedizione via treno. Il rifiuto raccolto verrà trattato nei tmb e tritovagliatori dell’Ama (Rocca Cencia e Ostia) e degli altri operatori privati di cui la municipalizzata si serve da tempo (ad esempio E. Giovi, Rida, Saf, Ecosystem, Porcarelli, Deco etc.), quindi l’azienda capitolina offrirà a chi tratterà i suoi rifiuti gli sbocchi per lo smaltimento nei termovalorizzatori.

La multiutility emiliana Hera si farà carico di 400mila tonnellate ogni anno, di queste 150mila finiranno all’estero; altre 250mila andranno in giro per l’Europa tra Austria, Germania, Olanda e Svezia. Il resto finirà nel termovalorizzatore di Acea a Sanvittore. A fianco a questo, come detto, Ama ha “corretto” la propria rete logistica per facilitare la spedizione dei suoi rifiuti.

Quindi il tmb di Rocca Cencia e il tritovagliatore di Ostia saranno dotati di una pressa e di una filmatrice per imballare l’immondizia trattata e di un’area di stoccaggio. Una terza area di stoccaggio sarà invece realizzata a Ponte Malnome (altro stabilimento Ama). Già la prossima settimana potrebbero arrivare le prime ordinanze in questo senso del sindaco Gualtieri, nella sua veste di commissario di Governo.

RIFIUTI DI ROMA: VIAGGI DELLA SPERANZA

Imballaggi e stoccaggi saranno fondamentali per ridurre i tempi della spedizione verso l’estero via treno. L’Ama conta a regime di farne partire due a settimana da Civitavecchia: ogni viaggio sarà da 900 tonnellate, quindi 1.800 ogni 7 giorni. Servirà un mese per rodare la macchina organizzativa. Fino a fine gennaio Roma continuerà a utilizzare la discarica di Albano, che poi chiuderà per esaurimento delle volumetrie.

Contemporaneamente stanno per partire i primi viaggi per l’Olanda che fanno parte di un accordo da 50mila tonnellate che Ama aveva sottoscritto, e che sono in più rispetto alle 400mila che ogni anno dal 2023 andranno oltre confine, e probabilmente già dalla prossima settimana il tmb di Guidonia inizierà a ricevere intanto 100 tonnellate al giorno di indifferenziato per collaudare l’impianto. In sostanza, da fine febbraio cominceranno a partire i due treni a settimana per l’estero. 

NIENTE DISCARICHE

Solo termovalorizzatori, no discariche. Una scelta che se da una parte riduce l’impatto ambientale della gestione delle quasi 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti da smaltire dal 2023 al 2025, dall’altra aumenta sensibilmente i costi, considerato che conferire in discarica costa meno. Per trattare e smaltire i suoi rifiuti Ama spenderà dal 2023 al 2025 circa 170 milioni di euro (tra i 200 e i 215 euro tonnellata in media), 30 in più rispetto al 2022. Inoltre per l’anno del Giubileo, quando la produzione di immondizia sarà certamente superiore rispetto all’ordinario, la società di via Calderon de la Barca ha messo in conto nel piano industriale extracosti (relativi anche allo spazzamento e alla raccolta) per altri 25 milioni di euro.

Come detto, Roma conta di vedere in funzione il suo termovalorizzatore dopo il Giubileo e non è un caso, dunque, che tutti i contratti sottoscritti contengano un’opzione per il prolungamento di due anni. Il pressoché inesistente parco impiantistico della Capitale non riguarda solo la gestione dei rifiuti indifferenziati ma anche l’organico Delle 200mila tonnellate raccolte ogni anno attraverso la differenziata, ben 150mila prendono la strada dei biodigestori del nord Italia a un prezzo di 90 euro per tonnellata. Totale 13,5 milioni di euro l’anno.

A questi vanno aggiunti i costi di trattamento di altre 20mila tonnellate presso impianti vicino Pomezia di cui Ama si serve (le restanti 30mila vengono lavorate nell’impianto di compostaggio dell’azienda a Maccarese). Sommando il tutto, nel triennio la municipalizzata sborsera’ una cifra molto vicina ai 600 milioni di euro per non avere impianti propri.

E se sull’indifferenziato la prospettiva del termovalorizzatore (e quindi dell’azzeramento dei costi per l’export nel medio periodo) sembra solida, per l’organico ancora non si vede una via d’uscita dopo che il Ministero dell’Ambiente non ha finanziato i due impianti (da 200mila tonnellate complessive) che Ama avrebbe voluto realizzare a Cesano e Casal Selce.

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