Con il giuramento dei sottosegretari si apre ufficialmente la partita del presidenti di commissioni di Camera e Senato. A palazzo Madama, dopo la riforma del regolamento, gli organismi parlamentari permanenti sono scesi a 10, mentre a Montecitorio il numero resta fermo a 14. In tutto 24 poltrone da assegnare per la maggioranza di centrodestra che filtra da fonti interne è ancora impegnata a limare, spostare e cercare di accontentare anche i desiderata di deputati e senatori.
LA GIUSTIZIA COME ALTERNATIVA
I partiti della maggioranza hanno raggiunto un accordo sulla distribuzione complessiva, e cominciano a circolare anche alcuni nomi in vista delle elezioni di mercoledì prossimo. A FdI, secondo l’accordo raggiunto, spettano metà delle presidenze, 12 in tutto, 7 alla Camera e 5 al Senato; alla Lega ne andranno 7 (4 e 3) e a Fi 5 presidenze (3 e 2). Al di là di questa distribuzione, il puzzle è complicato dalla volontà di “incrociare” ciascun ministero con i presidenti delle relative Commissioni, in modo tale che se un ministro è di un partito, le presidenze delle Commissioni di merito di Camera e Senato vadano agli altri partiti della coalizione. In più si cerca di evitare che lo stesso partito abbia entrambe le presidenze delle due Commissioni di merito dei due rami del Parlamento. Ad esempio la Affari Costituzionali del Senato andrebbe ad Alberto Balboni (FdI) e quella della Camera al leghista Igor Iezzi; la Bilancio di Palazzo Madama spetterebbe a Nicola Calandrini (FdI) e a Montecitorio all'”azzurro” Roberto Pella, e così via. I rumor del Transatlantico della Camera fanno rimbalzare i nomi, per quel che riguarda Fdi, di Giulio Tremonti alla Esteri (come ogni volta che in passato non è stato Ministro), di Marco Osnato (o Andrea De Bertoldi o Ylenia Lucaselli) alla Finanze, di Carolina Varchi alla Giustizia (se non sarà dirottata all’Antimafia), di Federico Mollicone alla Cultura, mentre al Senato si parla di Francesco Zaffini alla Sanità e Luca De Carlo all’Industria e Agricoltura (una delle Commissioni unificate rispetto al passato), oltre a Balboni e Calandrini. La Lega mette in campo a Palazzo Madama Giulia Bongiorno alla Giustizia, Massimo Garavaglia alle Finanze, nonché Roberto Marti all’Agricoltura e Industria e Maria Cristina Cantù alla Sanità se queste due presidenze saranno attribuite a Fdi alla Camera anziché al Senato. A Montecitorio il partito di Matteo Salvini propone per la Difesa uno tra Nino Minardo, Paolo Formentini ed Eugenio Zoffili. In Fi si è ancora alle prese con la suddivisione dei nomi tra le varie componenti del partito, con Stefania Craxi data in pole position per gli Esteri del Senato e Francesco Battistoni all’Agricoltura della Camera.