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Perchè dopo il “caso Ruberti” il PD a Frosinone non sarà più lo stesso

Licandro Licantropo
Tutti gli equilibri sono destinati a cambiare. Nella corsa alla Pisana torna il pole-position Mauro Buschini e rientra in gioco il presidente della Provincia, Antonio Pompeo. Dipenderà dal loro coraggio il futuro di un partito dilaniato da tensioni e divisioni venute fuori nei cinque minuti di follia dell’ex capo di gabinetto del Comune di Roma.
Agosto 29, 2022
Sara Battisti

Il video della notte di Frosinone ha squarciato il velo d’ipocrisia che copriva la crisi “latente” nel Pd di Frosinone. In particolare quello che stava accadendo nell’area di Pensare Democratico. L’intervista di sabato di Sara Battisti al Corriere della Sera mette la parola fine alla ricostruzione semplicistica e quasi surreale della lite per motivi calcistici. Quello che conta è cio che è scaturito dalla lite, probabilmente esplosa solo per banali motivi pallonari. Sono venute fuori tutte le complesse alchimie che da troppo tempo erano fuori controllo e che hanno trasformato la gioiosa macchina da guerra di Francesco De Angelis in un incontrollabile contenitore di malumori, veti incrociati e veleni tra il gruppo di amministratori che sostiene la ricandidatura di Mauro Buschini e quello che invece vorrebbe vedere di nuovo Sara Battisti a rappresentare il Pd della nostra provincia alla Pisana.

“Quello è un video al veleno e temo che venga da dentro il Pd. Non siamo noi a tramare”: la frase dell’intervista che da il titolo al pezzo del Corriere della Sera rivela fondamentalmente due cose. La consapevolezza da parte della Battisti dei malumori che serpeggiano in federazione e più in generale all’interno del Partito Democratico. E quando aggiunge “non siamo noi a tramare” emerge l’accusa sottintesa a una parte dei Dem.
Non si sa a quali risultati approderà l’inchiesta della Procura della Repubblica nata dalle invettive e dalle minacce rivolte nel video da Ruberti ad alcuni dei commensali. Ciò che sin da ora è chiaro è che, nella disgraziata notte alla Taverna, è andato in frantumi un equilibrio che ha retto per anni e che nessun collante potrà rimettere in piedi. I messaggini “politically correct” diffusi ad arte nei giorni scorsi, non rimetteranno insieme nulla di quello che era prima. Chi naviga nelle acque tempestose del Pd vede ora Mauro Buschini affrancatosi dal pericolo rappresentato da Sara Battisti che, forte dell’appoggio di Albino Ruberti, avrebbe potuto contendergli il primato nella corsa alla regione e la possibilità di entrare nella corsa alla Pisana per Antonio Pompeo. Se non altro nel costruire con Mauro Buschini una diarchia capace di ridisegnare l’impianto di un partito che oggi, complici le incomprensibili scelte di Enrico Letta, qui a Frosinone appare in totale balìa degli eventi.

Non conterà tanto chi riuscirà ad approdare alla Pisana. Potrebbe contare, nel caso i due decidessero di rompere gli indugi, la possibilità di costruire nel reciproco riconoscimento una doppia leadership capace di amalgamare le istanze di un partito che in particolare a Sora e a Cassino aspetta da tempo maggiore rappresentanza. Per esempio la donna in ticket per le regionali potrebbe essere espressione del gruppo guidato da Enzo Salera mentre Luca Di Stefano potrebbe giocarsi le sue carte nella corsa alle provinciali.

Ma tutto questo dipenderà dalla forza e dal coraggio degli stessi Buschini e Pompeo. Dalla loro visione, dalla capacità di farsi riconoscere da chi da un lato ha sempre fatto riferimento alle scelte di De Angelis dall’altro da chi continua a considerare il presidente della Provincia solo come “il delfino” di Francesco Scalia. In politica bisogna cogliere l’attimo e spesso proprio dalle macerie si può ripartire per la costruzione di un progetto importante e duraturo.

Sarà importante capire anche che tipo di resistenza sarà in grado di opporre Francesco De Angelis alle richieste di dimissioni dal Consorzio Unico che stanno giungendo da parte delle opposizione e che probabilmente si faranno più forti nei prossimi giorni. Il leader Pd intende mantenere il punto ed è convinto che di quella notte, a parte le esagerazioni verbali in stile Suburra e gli effetti di qualche litro di vino in più, non ci sia nulla da nascondere. Hanno alzato la voce contro la sua permanenza sulla poltrona di presidente soprattutto gli esponenti di Fratelli d’Italia: dal coordinatore Paolo Trancassini alla consigliera regionale Chiara Colosimo. A Frosinone il senatore Massimo Ruspandini, il leader cittadino Fabio Tagliaferri e il candidato alla Camera, Paolo Pulciani. Continua a far finta di nulla senza schierarsi nè con la solidarietà, nè con inviti a fare un passo indietro l’imperturbabile Nicola Zingaretti. Muto, decisamente troppo, dal giorno della diffusione del video ad oggi. 

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