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Discarica Magliano Romano, rischio procedura d’infrazione

Marco Battistini
A presentare la richiesta alla commissione Petizioni è stato Giuseppe Amendolea, a nome dell’associazione ecologista Monti Sabatini.
Luglio 15, 2022

Nuovi problemi in vista per il piano rifiuti della Capitale. Arriva al Parlamento europeo il no alla riclassificazione della discarica speciale di Magliano Romano, nel Lazio. A presentare la richiesta alla commissione Petizioni è stato Giuseppe Amendolea, a nome dell’associazione ecologista Monti Sabatini.
L’associazione ha espresso dubbi in merito alla richiesta di riclassificazione del sito a discarica per rifiuti non pericolosi derivanti dal trattamento di rifiuti urbani misti, ribadendo il principio del primato della normativa europea sulla normativa nazionale in linea con i principi di tutela ambientale. I firmatari temono inoltre che le autorità del Lazio concedano il via libera a una discarica in Valle del Tevere nei pressi di una zona protetta nonché una scuola. Infine, contestano la procedura di valutazione dell’impatto ambientale svolta in passato e chiedono che vengano presi migliori provvedimenti per riciclare i rifiuti nella capitale.

L’EUROPA ORA FRENA SULLA DISCARICA

L’invaso per smaltire rifiuti, autorizzato dalla Regione Lazio lo scorso febbraio con la Via (valutazione d’impatto ambientale) per accogliere non più solo inerti ma anche scarti urbani, potrebbe costare l’avvio di una procedura di infrazione all’Italia. I permessi concessi non avrebbero tenuto conto di una serie di divieti posti sullo stesso piano rifiuti regionale. Primo fra tutti: l’impianto si troverebbe in un’area soggetta a fattori escludenti di tutela integrale. In altre parole troppo vicino, a circa 800 metri da siti sensibili, in particolare una scuola, secondo le distanze messe nero su bianco dal Piano rifiuti regionale del 2020. 
La Commissione europea ha risposto che i punti presentati nella petizione verranno studiati ma ha ricordato anche che l’attuazione corretta del diritto europeo è responsabilità degli Stati membri: “spetta al firmatario rivolgersi alle autorità amministrative e giudiziarie italiane se vuole segnalare il mancato rispetto del diritto dell’ambiente”.
Presente alla riunione anche l’europarlamentare e co-portavoce nazionale di Europa Verde, Eleonora Evi, che ha sottolineato come “non sono bastati sette ricorsi vinti al Tar del Lazio per far cambiare passo alla politica locale, nonostante la giustizia amministrativa regionale abbia confermato le criticità” esposte. “Queste decisioni a livello locale sconfessano ogni impegno per mettere in campo un vero cambiamento verso l’economia circolare”, ha aggiunto Evi. Gli eurodeputati hanno deciso di mantenere aperta la petizione per rimandarla alla commissione Ambiente e hanno invitato l’esecutivo a una risposta scritta. Dopo di che, sarà mandata all’Italia una richiesta di ulteriori informazioni.
Ricordiamo che la discarica di Magliano Romano, alle porte di Roma, un invaso di 890 mila metri cubi di proprietà della società Idea 4, partecipata anche da Acea, è stata oggetto di una Conferenza dei Servizi in piedi dal 2014, rimasta dormiente per anni e riaperta negli scorsi mesi. I cittadini sono da sempre sulle barricate. Anni di ricorsi sempre vinti al Tar, di proteste, di assemblee pubbliche per dire no all’ennesima possibile nuova Malagrotta che ora invece rischia di diventare realtà. 

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