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Rafa Nadal schianta Djokovic e prenota la quattordicesima

Roberto Mercaldo
Cade il giovane spagnolo Alcaraz contro Zverev, mentre Trevisan porta il suo sorriso in semifinale
Giugno 1, 2022
Rafa Nadal

Sul Philippe Chatrier lui gioca come nel giardino di casa. Rafa Nadal conosce i segreti di ogni centimetro di quel “tempio tennistico”. Lì ha scritto le pagine più belle di una carriera impareggiabile. Eppure quando alle 20,30 di martedì scende in campo contro l’eterno rivale Novak Djokovic, numero uno del mondo, i pronostici non sono dalla sua parte. Benché abbia vinto 109 dei suoi 112 incontri parigini, gli addetti ai lavori ritengono che stavolta il serbo abbia le carte in regola per batterlo. Più in forma Nole, più in forma e più spedito nel suo cammino. Invece Rafa contro Aliassime ha dovuto sudare fino al sospirato quinto set, lasciando energie che potrebbero presentare il conto in corso di match. Tutto giusto, tutto vero, ma tra la teoria e la pratica c’è un marziano di nome Nadal. E allora ecco un primo set granitico, con traiettorie infide, dritti che sembrano spade, servizi lavorati che buttano Nole a ridosso delle tribune: 6/2, quasi che dall’altra parte ci fosse il ragionier Rossi. L’avvio del secondo è devastante: 3/0 con doppio break. Ma il serbo ha orgoglio da vendere, e tennis raffinato. Si riprende i due break dopo game nei quali si perde il conto dei punti giocati. E vince il parziale per 6/4, riaffermando il proprio diritto di favorito. Rafa Nadal però non ha esaurito la sua rabbia consegnata al tennis come un patto d’amore. E allora torna a disegnare rotazioni impressionanti e a tirar giù “mattoni” come dovesse costruire l’universo. Tra le pieghe delle sue certezze il serbo mostra una crepa, poi due. E il maiorchino dilaga, vola 2/1 e immagina la scena del trionfo finale. Novak il terribile ha un sussulto, nel quarto set comanda nel punteggio fino al fatale aggancio del decimo gioco: c‘è controbreak, e Rafa torna a immaginare quei titoli di coda nel delirio dei suoi fans. Il tiebreak è una sentenza inappellabile: Nadal è spietato fino al 6/1, poi si ritrova di nuovo il serbo a ridosso (6/4), prima del punto che vale la semifinale è uno spicchio di… quattordicesimo trionfo. In semi non troverà l’atteso delfino Alcaraz, erede al trono, ma Zverev, che ha restituito al giovane spagnolo lo schiaffo di Barcellona. Carlitos, sorpreso dalla partenza di Sacha, si è ritrovato sotto di due set senza un come e un perché. Ha reagito, accorciato le distanze e nel tiebreak ha avuto la palla set, ma Zverev stavolta aveva la rabbia giusta per ribellarsi al destino. Un rovescio stellare e la semifinale è tutta sua. Il prologo mattutino era stato dolce, dolce come il sorriso di Martina. La nostra Trevisan fa come Penelope: tesse la tela della sua vittoria con un primo set sontuoso, fallisce il matchball e disfa il tessuto del sogno. Al terzo set però, con top alti e carichi, rimanda Laylah Fernandez nella terra del dubbio. E trionfa, con quel sorriso che sembra un raggio di sole. Avrà Coco Gauff, la bimba prodigio che sta ritrovando gli estri che stupirono il mondo. Una semifinale da sfavorita per la toscana, ma Cori non è esente da pause e non è poi così distante. Cosa costa sognare, una volta di più?

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