E’ stata dissequestrata la discarica di Roncigliano, ad Albano Laziale. Il provvedimento, stando ad una nota della procura di Velletri firmata dal procuratore Giancarlo Amato, è scattato dopo l’istanza presentata dalla società Ecoambiente che nel frattempo ha provveduto “al deposito di idonee garanzie finanziarie previste per la cosiddetta gestione post mortem dell’impianto, della durata di trent’anni una volta cessata la fase attuale di gestione corrente”. La regolarizzazione è stata “realizzata mediante costituzione di un deposito bancario vincolato e a disposizione della Regione Lazio per future esigenze di salvaguardia ambientale del sito” e “ha inciso positivamente sull’osservanza delle condizioni di efficacia dell’Autorizzazione Integrata Ambientale a suo tempo rilasciata e ha di conseguenza rimosso quella situazione di ritenuta illecita” che l’11 marzo scorso aveva portato al sequestro dell’area. Ora spetterà alla Guardia di Finanza verificare “il progressivo adeguamento della provvista economica afferente al succitato conto bancario, mano a mano che, in conseguenza di successivi conferimenti in discarica, Ecoambiente verrà ad incamerare ulteriori somme destinate alla fase di gestione postuma”. In caso contrario, si legge ancora nella nota della procura di Velletri, “si riproporrebbe il tema di una possibile inefficacia sopravvenuta del titolo amministrativo che autorizzato la gestione della discarica, dovuto non più all’assenza ma ad insufficienza della garanzia finanziaria”.
SINDACI SUL PIEDE DI GUERRA
La riapertura della discarica di Roncigliano “non è una buona notizia”. Lo hanno fatto sapere, in una nota, i sindaci di Albano Laziale, Ardea, Ariccia, Castelgandolfo, Genzano di Roma, Pomezia. “Si somma alla proposta, mai smentita, della costruzione di un enorme termovalorizzatore a Santa Palomba e la ripresa dei lavori sul Print nella stessa zona – spiegano i sindaci delle aree limitrofe -. Su quel quadrante si stanno sommando criticità che potrebbero segnare per sempre la qualità della vita delle future generazioni. Si stanno accumulando troppe decisioni impattanti, sulle quali occorre aprire un serrato dibattito all’interno di tutte le istituzioni competenti”. Un confronto, spiegano i sindaci, “non più rinviabile, anzitutto con Roma Capitale, con una richiesta che parta dal coordinamento dei Comuni dell’area. Cosa che chiederemo immediatamente. Confidiamo che si rispetti il nostro territorio affinché non diventi il luogo dove trasferire tutte le questioni irrisolte sulla gestione dei rifiuti, e non solo, tramite decisioni unilaterali”, concludono.
LA PALLA RIPASSA A GUALTIERI
L’area di Roncigliano, lo ricordiamo, era finita sotto sequestro nel marzo scorso ponendo fine ai conferimenti ripresi ad agosto 2021 dopo la famigerata ordinanza della Raggi poi prorogata da Gualtieri. Ora però, con la disposizione odierna, il caso Roncigliano torna di nuovo in discussione: i camion torneranno quindi a scaricare? Difficile, almeno stando alle parole pronunciate appena un mese fa dal sindaco di Roma.
“Con l’obiettivo ambizioso di zero discariche a Roma abbiamo deciso di realizzare un termovalorizzatore a controllo pubblico con le migliori competenze industriali –aveva dichiarato Gualtieri in assemblea capitolina il 21 aprile scorso- dobbiamo dotarci di impianti necessari per la quota di rifiuti indifferenziati residua anche una volta potenziata la differenziata. Il modello che intendiamo seguire è quello degli impianti di valorizzazione energetica dei rifiuti e di superamento delle discariche. Un termovalorizzatore a controllo pubblico con le migliori tecnologie e sinergie con aziende”, aveva aggiunto il sindaco spiegando la decisione di avere “di un impianto di termovalorizzazione da 600 mila tonnellate annue che ci consenta di chiudere il Tmb di Rocca Cencia e di abbattere del 90% l’attuale fabbisogno di discariche”.
Dunque niente più discariche. Naturalmente salvo ripensamenti