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Ancelotti sul trono d’Europa, il Monza in serie A

Roberto Mercaldo
Nel weekend calcistico impresa della Primavera del Frosinone, che conquista la massima serie
Maggio 30, 2022
Il tecnico del Real Madrid, Carlo Ancelotti

L’estate incombe, con le sue lusinghe e i suoi tormenti, ma prima di chiederci se il refrigerio di un bagno marino possa cancellare il disagio dell’asfalto rovente, dobbiamo svelare i residui interrogativi della stagione calcistica. Ormai è rimasto un solo quesito senza risposta, e riguarda l’ultima formazione che andrà a completare l’organico della B. Il compito di svelare l’arcano spetterà alla doppia finale tra Padova e Palermo. Il weekend appena trascorso è stato infatti ricco di risposte e ha scritto un altro pezzo di storia di un disciplina che talvolta alimenta tensioni, sovente è esposta a critiche, ma di fatto non perde fascino, né audience. Il moderno oppio dei popoli aveva in scaletta per sabato sera la finale di Champions, ovvero la serata di gala tra tutte le serate di gala, l’appuntamento clou, l’espressione più alta del talento e della tattica, posti sulla bilancia per giungere al traguardo più ambito. La Coppa, come tutti sanno, se l’è presa il Real Madrid, che una volta di più ha ribaltato un pronostico sfavorevole. In stagione è diventata un’abitudine, perché i blancos venivano dati per spacciati già contro il PSG dall’attacco stellare. Superati gli ottavi in modo sorprendente, gli spagnoli di don “Carlos” Ancelotti avrebbero dovuto prendere lezioni di inglese, ma tanto contro i blues del Chelsea che contro i Citizens di Pep Guardiola alla fine la lezione l’hanno impartita loro: non già una lezione di bel gioco, ma di pragmatismo, di essenzialità, di carattere. Il non volersi arrendere nello sport può generare compassione, esporre a qualche sorrisino di circostanza, ma in casi rari genera anche risultati imprevisti. Alla voce “casi rari” scrivete pure Real Madrid. Perché Chelsea e Manchester City si stanno ancora interrogando sul come e perché. E da sabato alle 23,20 (la gara è iniziata in ritardo perché gli hooligans hanno provato, per fortuna senza riuscirvi, a scatenare di nuovo il terrore) anche il Liverpool si sta chiedendo come abbia fatto a perdere, pur giocando meglio, tirando di più verso la porta avversaria, gestendo il possesso palla e lasciando agli avversari due o tre chance in 95 minuti.

Se la ride Don Carlo, l’allenatore più vincente d’Europa, che senza dubbio avrà anche la fortuna tra le sue consistenti ed essenziali virtù. Poiché esser fortunato non è violazione di legge, né lesa maestà, Ancelotti, il futuro Pallone d’Oro Benzema e tutti gli altri blancos, si godono l’ennesimo trionfo, il meno atteso e perciò il più bello. Ieri sera, tra gli italici confini, si assegnava l’ultimo posto utile per partecipare al campionato di serie A. Dopo il 2/1 per il Monza, il Pisa doveva vincere di due gol per spodestare i brianzoli o almeno di uno per arrivare a supplementari ed eventuali rigori. Pronti-via e i toscani sono sul 2/0. Lombardi frastornati dal gol al 1’ di Torregrossa ed Hermansson ne approfitta per scrivere anche il suo nome nel tabellino. Non c’è stato ancora il tempo di capire tattiche, sensazioni, estri e tormenti e siamo già al “golpe”. Il ricco Monza è in ginocchio, Pisa è avvolta da una felicità celestiale, ma Machin riporta tutti sulla Terra. Di nuovo equilibrio estremo, il 2/1 speculare dice tutto e nulla e allora il gol diventa merce rara fin quando il Monza non ruba palla e firma un 2/2 che somiglia tanto a un verdetto. Esultano in tribuna i dirigenti, la folla pisana è l’immagine del rimpianto, l’Arena Garibaldi sembra essersi trasferita in Norvegia per quanto gelo c’è in quei cuori imbandierati. Ma poiché parliamo di calcio, e il calcio sa essere rivoluzione, Mastinu all’ultimo giro di lancette trova l’angolino che riporta tutto in equilibrio. C’è bisogno dell’extra time, e sembra ineluttabile che questa gara non debba avere una fine. E invece finisce, perché il Monza, che ha più tecnica ed anche più fiato, trova il modo di colpire due volte. Perché le partite storiche, come noi ben sappiamo, finiscono 4-3. Onore al Pisa ed al suo orgoglio infinito, ma in A va il Monza. Con merito.

Nelle prime ore del pomeriggio, allo stadio di Ferentino, un’altra squadra aveva assaporato la gioia di una conquista. La Primavera del Frosinone, bella come quella del Botticelli, ha superato il Parma per 2/1 ed ha coronato il sogno di una stagione incredibile, nel corso della quale ha segnato gol a valanga ed ha vinto un po’ dappertutto. Un mix di tecnica e fisicità, la squadra di Gorgone, che non ha tremato nemmeno nei playoff, quando era legittimo temere che tutto potesse essere vanificato da una controprestazione. Il gol decisivo di Stampete, che in stagione è arrivato a 20 centri, ha fatto esplodere di felicità le tribune ferentinati. Per il club giallazzurro ci sarà la Primavera1, quella che sta per assegnare il suo titolo (in finale Inter e Roma). Le grandi del calcio dovranno fare i conti con questi ragazzi, vogliosi di dimostrare che anche sul massimo palcoscenico possono fare gol. E sorrisi, perché a 20 anni il calcio è anche e soprattutto gioia.

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