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Carapaz e Hindley, una rosa per due

Roberto Mercaldo
A 3 tappe dal termine solo tre secondi dividono il primo dal secondo al Giro d’Italia
Maggio 27, 2022
Richard Caparaz

Erano attesi per l’ultima volta i velocisti, sul traguardo di Treviso. E invece i 4 moschettieri di giornata hanno portato fino in fondo una fuga che tutti consideravano velleitaria. De Bondt, Affini, Court Nilsen e Gabburo, giunti in quest’ordine sul traguardo, hanno sconvolto tabelle e pronostici, lasciando a bocca asciutta Arnaud Demare e le altre autorevoli ruote veloci della corsa rosa. Da oggi si torna a salire, con un percorso teoricamente adatto a sconvolgere la classifica generale. La sensazione, però, è che i 3 secondi che attualmente dividono il leader, l’ecuadoriano Carapaz, dal secondo della generale, l’australiano Hindley, siano destinati a restare tali fino a domenica, quando la cronometro finale pronuncerà il suo inappellabile verdetto. Non è infrequente che tra primo e secondo passi poco più che un battito di ciglia. Lo specialista delle vittorie risicate è senza dubbio Fiorenzo Magni, noto nell’ambiente ciclistico come “il re delle Fiandre”. Il compianto campione toscano si aggiudicò infatti il Giro del 1948 infliggendo a Ezio Cecchi, secondo classificato, un distacco di soli 11”. Sette anni più tardi, Fiorenzo indossò ancora la maglia rosa finale per soli 13”, precedendo il campionissimo, Fausto Coppi. Tra le due performance si innesta quella, cronologicamente successiva, del “cannibale” Eddie Merckx, che nel Giro del 74 precedette il giovane Gian Battista Baronchelli per soli 12”. Migliaia di chilometri sovente non bastano a scavare un solco di una certa rilevanza e questo Giro del 2022 lo ha ribadito. Onore all’australiano Hindley, che sta tenendo desta l’attenzione degli appassionati su una corsa che altrimenti si sarebbe trasformata nel monologo di Richard Carapaz. E un applauso lungo, vero, struggente a Vincenzo Nibali, che dopo una carriera che lo ha portato a vincere tutti e tre i “grandi Giri”, non è ancora sazio e siede orgoglioso sul quarto gradino della classifica generale. Il podio è molto distante e passa solo per un’eventuale e al momento imprevedibile crisi di Landa Meana, possessore della terza moneta. Bravissimo anche Pozzovivo, che ha qualche anno in più di Vincenzo e un serbatoio di classe un po’ meno sostanzioso, però si è guadagnato un ottavo posto che somiglia tanto a un premio alla carriera. Il minuscolo scalatore di Policoro, malconcio per una caduta in discesa, sta tenendo duro, e proverà a movimentare anche la tappa odierna, caratterizzata da 4 GPM, l’ultimo dei quali sul traguardo di Castelmonte di Cividale. Il percorso si presta ma ovviamente, come diceva Alfredo Binda, “ghe voren i garun”, la cui traduzione è “ci vogliono le gambe”.

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