Un alloro europeo non si disprezza. È vero che si tratta della Coppa più giovane ed è innegabile che il fascino ed il prestigio della Champions siano altra cosa. Però da un po’ di tempo le squadre italiane l’ultimo atto delle competizioni europee sono abituate a viverlo da spettatrici e perciò l’esserci è già un passo avanti. Guardare a questo Roma-Feyenoord, finale di Conference League, con la mente rivolta alla stagione 2002/03, quando tre italiane erano tra le quattro semifinaliste della massima competizione europea e due si giocavano poi la Coppa dalle grandi orecchie, può immalinconire. Usare invece un sano realismo e pensare a quanto poco siamo stati presenti negli ultimi 10 anni può confortare e porre sotto una lente d’ingrandimento oggettiva questa cavalcata giallorossa, passata per momenti critici, ma condotta in porto con tenacia, fino all’atto conclusivo.
La Roma di Mourinho è un diamante grezzo, capace di brillare per lunghe fasi di un confronto e di vanificare tutto a causa di improvvise amnesie. A Tirana, contro un Feyenoord privo di stelle, ma capace di un pressing altissimo e furibondo, i giallorossi dovranno cercare di imporre la loro tecnica superiore. Mourinho sa come si fa. Allenatore top, da sempre associato all’idea di trionfi e trofei, ha dovuto assaggiare, come tutti, il sapore della sconfitta, degli esoneri e di tutto ciò che c’è sull’altra faccia della medaglia. Il carisma però è rimasto immutato e con esso le capacità di grande comunicatore, di uomo dall’intelligenza non comune. Il fascinoso Josè vuole aggiornare la sua bacheca, perché va bene l’auctoritas, va bene la magia delle parole, ma ogni tanto qualche altro successo può valere più della filosofia e delle massime d’esperienza. E allora, battere il Feyenoord ed iscrivere il club giallorosso nel neonato albo d’oro non è un dettaglio ininfluente, ma una necessità. Il team di Slot, un nome che è un inno all’aleatorio, una preghiera al non si sa mai, ha un centravanti che si chiama Dessers ed è il capocannoniere della Conference. Probabile, anzi quasi certo che Dessers a Tirana giochi la sua ultima partita in maglia Feyenoord, perché ora il club di Rotterdam non è florido come 20 anni fa. Nel 2002 l’ultima vittoria continentale dei biancorossi olandesi, ai danni del Borussia Dortmund. Poi, un lento declino, in linea con quello degli altri club orange. Quest’anno Slot ha portato i suoi al terzo posto in Eredivisie e in questa imprevista finale europea. In conferenza stampa ha dichiarato stima e rispetto per Mourinho, la Roma, l’Italia e il Cupolone, ma c’è da credere che farà di tutto per frenare Abraham e gli altri avversari. Chi non ha capito niente delle suggestioni di una sfida solo apparentemente “minore” nel carrozzone rutilante del calcio continentale sono 60 tifosi dei due club, fermati per gli scontri nella notte. Quello è il calcio, questa è l’imbecillità. Di regola non dovrebbero esistere connessioni.
Fischio d’inizio alle 21.