Nel calcio sono celebri i “quasi gol”. La paternità dell’espressione è attribuita a Niccolò Carosio, il significato dell’apparente ossimoro è quello di un gesto tecnico prezioso che solo per millimetri non ha avuto il premio del punto realizzato. Nel tennis ci sono le “quasi imprese” e Lorenzo Musetti rischia suo malgrado di diventarne l’esecutore più autorevole, almeno in terra di Francia. Eh sì, perché il giovanotto toscano dal tennis bello come un dipinto d’autore, ha inscenato il remake del film dello scorso anno.
Nel 2021, ad interrogarsi con un pizzico d’angoscia sul perché quello dall’altra parte giocasse come un fantasioso e imprevedibile folletto, c’era tal Novak Djokovic. Due set a zero per il giovanissimo italiano, pubblico incredulo ed estasiato, telecronisti senza più aggettivi. Poi, d’incanto, il fanciullo smarrisce le coordinate, colpisce la palla senza un vero scopo, si trascina per il campo come se gliel’avesse imposto un regista dispettoso. Quel sogno svanisce senza nemmeno provare ad esistere ancora.
Un anno dopo, sessione serale, Lorenzo Musetti da Carrara, messo di fronte a Tsitsipas già nel turno inaugurale, fa ancor meglio, cancellando un 1/4 iniziale attraverso un gioco imprevedibile, fantasioso. Le variazioni al potere, le carezze contro la potenza e un rovescio lungolinea ad una mano che sembra l’Excalibur. L’altro, biondo e predestinato, già ricco di gloria e trofei, travolto dalla sfrenata e impudente fantasia dell’italiano, ci mette del suo; errori non provocati, diagonale del rovescio tremebonda e instabile, scelte tattiche dissennate. Il primo parziale è di Lorenzo il magnifico, che sfrutta la magia del momento per volare 4/0 nel secondo. L’altro ricorda di essere numero 4 del mondo e finalista dello scorso anno. Alza l’asticella e recupera, ma non quanto servirebbe per evitare lo 0/2.
È un film bellissimo, ma chi ha scritto il finale non ha pietà della voglia di Lorenzo, della sua legittima aspirazione di tagliare il traguardo. Non c’è la resa incondizionata dell’anno precedente, perché Musetti ci prova, ma con percentuali insufficienti. Le sue giocate ad effetto, i suoi colpi da funambolo, diventano un’eccezione e non più la regola. E allora Tsitsipas, non più destabilizzato nelle sue certezze, decide di non sbagliar più. Agli archivi va, in successione più o meno rapida un 6/2 6/3 6/2, che ribalta l’esito dei primi due parziali e relega quelle prime due ore al rango di una “quasi impresa”.
Lorenzo Musetti ci riproverà, perché sulla terra ha tutto per diventare un top five. Dovrà imparare a remare anche controcorrente, quando la furia del match vuol trascinarti lontano dai sogni e quando l’ispirazione diventa un’alleata meno costante. Ci riuscirà. Nel giorno di Musetti-Tsitsipas gli altri italiani hanno fatto bene. Il più atteso, Jannik Sinner, non aveva un compito particolarmente complesso, sebbene Fratangelo avesse vinto l’unico match giocato nel 2019 contro il rosso della Val Pusteria. Stavolta niente scherzi però. Con un servizio solido e con alcuni passanti in corsa tirati con la pallina a pochi millimetri dal suolo, Jannik ha fatto subito capire all’americano che si chiama Bjorn come Borg ma allo svedese ben poco somiglia, chi fosse il padrone del match.
Anche in questo caso, curiosamente, 6/3, 6/2, 6/3, e poi caccia all’autografo del ragazzo d’oro del tennis italiano. Jannik si offre generosamente ai giovani fans, l’addetta attende paziente che il giovanotto paghi dazio alla sua popolarità. Al secondo turno ci sarà Caraballos Baena, uscito vincitore dalla maratona con Oscar Otte. Ha vinto anche Cecchinato, finalmente, bravo a rimontare due set a Pablo Andujar. Nel terzo e nel quinto il tennista siciliano ha vinto addirittura per 6/0. Un segnale importante, contro un giocatore che sul rosso sa farsi rispettare. Avanti senza indugi anche Lorenzo Sonego, che ha lasciato le briciole a Gojowczyk. Il torinese ha messo sul campo tutta la voglia di lasciarsi alle spalle un periodo davvero buio e per l’avversario c’è stato ben poco da fare.
Non ce l’ha fatta invece Giulio Zeppieri, che il suo personale torneo lo aveva già vinto superando brillantemente le qualificazioni. Opposto a Hurkacz, il giovane italiano ha fornito una discreta prestazione, ma nei momenti cruciali del confronti il peso di palla del polacco e la sua maggiore esperienza hanno scritto il risultato. Tra le donne, sfortunata Jasmine Paolini, battuta da Begu al tiebreak del terzo set, dopo strenua lotta, nella prosecuzione del match interrotto lunedì sera. Niente da fare per Lucia Bronzetti contro la bizzosa, ma se ispirata pressoché ingiocabile, Jelena Ostapenko. Applausi per Camila Giorgi, dopo un primo set più ombre che luci.
A partire dalla seconda frazione la numero uno d’Italia ha picchiato con profitto, dando un saggio delle sue qualità tennistiche, davvero rilevanti. Alla tenace Shuai Zhang è toccato l’ingrato compito d’incassare un doppio 6/2, perché quando Camila non bisticcia con le sue alterne ispirazioni diventa una spietata macchina da punti. Sono pertanto sei gli italiani promossi al secondo turno dell’Open francese, un risultato per ora in linea con le previsioni.